Al termine di una giornata colma di emozioni e passione, dopo la faticosa processione che ha attraversato le strade della città dall’alba alla sera, i portatori hanno posato le statue dei Santi Medici Cosma e Damiano dinanzi all’ingresso della Basilica a loro dedicata, con lo sguardo rivolto verso i bitontini.
Era il momento della messa conclusiva della Festa. A celebrarla, monsignor Francesco Cacucci, arcivescovo della diocesi Bari-Bitonto.
“Tutti noi che fissiamo lo sguardo sull’immagine dei Santi abbiamo presento le reliquie e in questo santuario, ogni 26 del mese, vengono messe a disposizione di quanti partecipano all’Eucaristia. Di fatto, entrando nel santuario, trovate sotto l’altare le sacre reliquie di Cosma e Damiano. Perché? Perché c’è un legame stretto tra i martiri e l’eucarestia. Concludiamo, ora, il percorso per le vie di Bitonto con l’eucarestia, che è la forza dei martiri. E quelle testimonianze miracolose sempre sotto l’altare della eucarestia si conservano. Perché tra i martiri Cosma e Damiano e l’eucarestia c’è una sorta di identificazione”, ha principato l’alto prelato, abbracciando come sempre dottrina e saggezza popolare.
“Cristo ha dato il suo corpo, il suo corpo per noi ed è il nostro cibo, la nostra bevanda. I santi, come Medici, hanno messo a disposizione tutta la loro vita per i fratelli ammalati. E questo è il frutto nella loro fede nel Signore“, ha proseguito.
“Anche la loro vita è stata pane spezzato e quando sono stati martirizzati, hanno versato anche il loro sangue. Questo spiega perché questo deve essere sempre un santuario eucaristico, perché voi venite in questo santuario per vivere l’eucaristia, un amore senza confini nei confronti dei più deboli, soprattutto dei malati. Questo manifesta, anche nel nostro cuore, che l’eucarestia deve diventare per ognuno di noi capacità di offerta“, è stato il monito profondo dell’arcivescovo.
Che così ha chiudo la sua segnante omelia: “Poniamo sull’altare le richieste di salvezza dalle malattie. Ma non solo le malattie del corpo, ma anche quelle del cuore. Poniamole sull’altare, facciamo sì che anche il nostro sacrificio venga colto da Gesù“.