Quando si dice che il pallone fa perdere la testa a tutti, si ha proprio ragione: con il calcio non c’è diversità, con lo sport non gareggiano differenze.
Ne è una prova la nona edizione del Campionato Regionale itinerante di calcio a sei “Sportivamente… rimettiamoci in gioco” 2018, organizzato dall’Associazione Nazionale Polisportive Dilettantistiche per l’Integrazione Sociale (ANPIS), con la collaborazione tecnica del CSI Puglia.
Si tratta di un cammino comune che ha preso il via lo scorso 13 gennaio, quando si è tenuto il primo incontro del torneo, e che correrà in primavera, fino al mese di maggio, quando poi sarà decretata la vincitrice del campionato. Dodici le squadre pugliesi pronte a indossare la maglia della propria associazione che si sfideranno in due gironi, quello di andata e quello di ritorno. La finale, poi, concederà alla squadra vincitrice di accedere alle finalissime nazionali, organizzate dal Centro Sportivo Italiano.
I ragazzi dell’Associazione Polisportiva Disabili Elos di Bitonto scendono in campo per la loro terza volta, pronti a sfidare l’Anthropos Giovinazzo. E la vittoria, la loro prima nel girone di andata, non ha mai avuto un sapore così dolce: 6 a 4 per i ragazzi della Elos, nella mattinata del 3 febbraio, presso la Cittadella dello Sport. I giovani campioni, con grinta ed energia, sono riusciti a mettere a frutto gli allenamenti settimanali che li vedono impegnarsi dallo scorso ottobre.
Ma il calendario dell’associazione è ricco di progetti e manifestazioni. In contemporanea con il campionato promosso da ANPIS Puglia, a breve prenderà il via, in collaborazione con il Comitato Italiano Paralimpico Puglia, il torneo di calcio a 5 FISDIR (Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettiva Relazionale), organizzato proprio dall’Associazione Polisportiva Disabili Elos, a Bitonto. Un’altra occasione per scendere in campo e per crescere, insieme: il gioco di squadra, se praticato affidandosi alle regole e in maniera continuativa e stabile, favorisce la socializzazione, le relazione, l’integrazione a tutto tondo.
L’entusiasmo dei ragazzi coinvolti, la loro concentrazione nell’affrontare le sfide e la soddisfazione che sfila coi sorrisi dopo un tiro andato in porta spingono a riflettere. Oltre alla necessità di valorizzare e integrare gli individui portatori di disabilità in un contesto ricco di possibilità e stimoli, occorre mutare la percezione, condivisa e collettiva, che si ha della disabilità stessa, in un’ottica del “per noi” e non più del “per loro”. Perché il coinvolgimento di questi ragazzi deve partire dalle piccole cose, dal diritto di godere di quei frangenti che arricchiscono le nostre giornate, con la massima partecipazione dei sensi: una passeggiata nel bosco, un tuffo in mare, un giro in bicicletta, una partita di calcetto la domenica mattina. Accorciando le distanze, senza differenziazioni né distinzioni, ma vicini, tutti, nella passione per lo sport.