Si è conclusa la prima parte del torneo “Sportivamente… rimettiamoci in gioco”. campionato di calcio a sei itinerante che lascia in panchina la disabilità. Il progetto, avviatosi lo scorso 13 gennaio, ha permesso alle dodici squadre coinvolte di giocare sfidandosi a turno in due gironi. In ogni partita i ragazzi con bisogni speciali hanno dimostrato concretamente che lo sport è capace di unire, oltre ogni confine e limite, permettendo a chiunque di potersi approcciare liberamente a un universo così stimolante e ricco di potenzialità. Integrazione, sana competizione, divertimento e arricchimento sono le parole chiave del torneo regionale organizzato dal CSI e dall’ANPIS Puglia.
L’Associazione Polisportiva Disabili Elos “Michele Cioce” aderisce in maniera totale ai sani valori che il campionato intende promuovere, assicurando ai propri ragazzi la possibilità di intraprendere un percorso di formazione, prima umana che sportiva, totale e totalizzante. La conferma della loro voglia di crescere la si trova, in secondo luogo, nei risultati che passo dopo passo stanno ottenendo, con grinta e dedizione: è proprio grazie allo spirito entusiasta dei ragazzi della Polisportiva Disabili Elos e alla professionalità di Vito Sasanelli, Giuseppe De Napoli, Salvatore Cioce, Nico Murgolo e Nicola De Napoli, rispettivamente direttore tecnico, allenatore, vice allenatore ed educatori, la squadra bitontina ha conquistato la semifinale.
La mattina dello scorso 28 aprile presso i campi “Gio Sport”, a Palombaio, la Elos è scesa in campo assieme all’associazione Gargano 2000 di Giovinazzo, portandosi a casa i quarti di finale. Tra tifo, energia, concentrazione e gioco di squadra, i ragazzi della polisportiva imparano a confrontarsi volta per volta con squadre e contesti diversi, sviluppando capacità e valori propri solo dello sport sano ed educativo.
Lo step successivo? Le semifinali del torneo, a un passo, poi, dal titolo di vincente regionale e dalla qualificazione alle finali a livello nazionale. Giocare a calcio è una cosa seria, si sa, dalle stradine di provincia alla professionalità della Serie A. Ma quando, poi, l’attività sportiva si configura come strada madre da seguire per superare le proprie barriere, fisiche e mentali, e per imparare a crescere nel proprio rapportarsi con gli altri, le classifiche si fanno da parte, lasciando che siano tutti a vincere.