Nel pomeriggio di ieri, uno dei miei collaboratori più seri e preparati-ne ho tanti, per fortuna, ma questo in particolare è un autentico appassionato di pedivella -preoccupato mi avvisava del fatto che nel mattino s’era tenuta in quel di Bari la conferenza stampa di presentazione della tappa del Giro d’Italia 2014, che transiterà dalla nostra città.
Noi non c’eravamo, ma non perché non eravamo stati avvisati, ma, fatto ben più grave, perché ci era stato comunicato con un sms fugacissimo, venti minuti prima prevista per l’incontro con gli organi d’informazione, tempo neppur sufficiente per raggiungere il capoluogo, consideratone il traffico caotico.
Ora, non so quale ratio abbia guidato la mano degli amministratori in questa decisione, ma mi pare che meritassimo più rispetto.
Non credo che tutti i giornalisti di questa città, pur amanti dell’anticavallo breriano, sappiano la storia del Velo Club del Dott. Angelo Vacca e dei fratelli Masci-uno, Leonardo, ha fondato una corrente pittorica a Pordenone, il drogaismo, ma quanti lo sanno?-, addetto stampa il grande Tonino Cardone.
Oppure abbiano ascoltato la voce rotta dall’emozione e ammirato le mani piagate di Michele Paparella, lo sprinter che arrivava sempre secondo, allenato da quell’Igino Italia che guardava negli occhi gli avversari e ne capiva lo stato di salute?
Oppure sanno chi è Giovanni Franzin, che quarant’anni e passa fa sbaragliava tutti?
Oppure, ancora, sanno perché c’era quella lingua di spartitraffico dinanzi alla statua di Traetta, oggi sostituita da un obbrobrio di cordoli gialloneri, annunciati come provvisori, ma tristemente eterni?
Noi in quanto Da Bitonto, nel nostro piccolo, ogni giorno ci battiamo per preservare l’identità bitontina, salvaguardando storia e memoria.
Quella che è mancata agli amministratori al momento di avvisare le testate il giorno della conferenza, strano per chi ama brillare soprattutto per la comunicazione.
Che tristezza…
Credo che meritassimo più rispetto.
Punto.