I
numeri, si sa, sono l’essenza del calcio. E sono quelli che contano
più delle chiacchiere da bar e delle polemiche. E sono i propri numeri che vanno a omaggiare l’U.S. Bitonto capoclassifica, campione
d’inverno e dominatrice del campionato di Promozione.
Su
17 partite giocate, infatti, i neroverdi ne hanno vinte 15 (8 in casa
e 7 in trasferta), pareggiate 1 e perse altrettante, e sono reduci da
ben sei successi consecutivi. Hanno conquistato 46 punti su un totale
di 51, con 7 punti di vantaggio sulla seconda e 11 sulla terza. Hanno
il miglior attacco del torneo con 41 gol fatti (di cui 15 di Nando
Terrone) e soltanto 9 subiti, miglior difesa del campionato, di cui 2 soltanto nel fortino del “Città degli Ulivi”.
Cifre
impressionanti, non molto dissimili a quelli mostruosi della Juventus
di Antonio Conte.
Cifre
che
in primis hanno il volto di Muzio di Venere, l’allenatore. Il sergente
di ferro. Tornato all’ombra dell’olivo dopo oltre 12 anni (aveva guidato
i
leoni neroverdi dal 1998 al 2001), e dopo aver condotto il Real
Modugno nella passata stagione a vincere imbattuto il campionato di
Prima categoria (proprio davanti all’U.S. Bitonto), l’uomo di
Carbonara non si è smentito. Si è presentato subito con scelte
all’apparenza discutibili, mettendo a bordo campo giocatori come
Vitucci, Ruggero, Papeo, Milella, De Palo e Vastano, ma ha subito
imposto la sua filosofia di gioco: poco spazio all’immagine, ma tanta
concretezza, cinicità, lavoro, umiltà e sacrificio. E il campo gli
sta dando ragione.
La
seconda faccia della cavalcata trionfale è quella dei giocatori, i
veri artefici dei successi.
Porta
e difesa blindata. Si
parte con Gaetano Lattanzi, il miglior portiere del campionato
(soltanto otto le reti al passivo) che, sotto la guida attenta,
severa e scrupolosa del preparatore Filippo Colamorea, è diventato
una sicurezza.
C’è
poi il quartetto difensivo: Michele Roselli, giovane andriese di
belle speranze, quantità e qualità sulla fascia destra; Michele Zaccaro, il “vecchietto” della retroguardia, grande esperienza da
vendere e gran piede caldo nelle punizioni dal limite; Matteo Naglieri, giovanissimo bitontino di belle speranze con grande
esplosività fisica unità ad altrettanta attenzione, gran forza di
volontà e grande tenacia; Oronzo Bonasia, il terzino sinistro
arrivato a Bitonto rinunciando ai quattrini della serie C dopo un
lungo infortunio. Accanto a loro, non sfigurano Giovanni Cifaratti e
Filippo Pazienza, i classici rincalzi che fanno il tesoro di ogni
allenatore.
Centrocampo
di quantità e qualità. Ma una
difesa di ferro fa rima con sistema difensivo di ferro. E perciò,
oltre a chi difende, c’è bisogno di chi fa filtro a centrocampo e
tra Elio Foggetti, imprendibile folletto tuttofare, Giuseppe Sangirardi e Michele Piperis, sempre più qualità e quantità, si
dormono sogni tranquilli. Poi c’è l’abbondanza di piedi buoni,
con Nicola Roselli, Vincenzo Modesto e Massimo Tommaso Aloisio, tre
“geni” che fanno della qualità il loro asso nella manica.
Attacco
stellare. E poi c’è l’attacco, il più prolifico del
campionato. Sugli scudi certamente il capocannoniere Nando Terrone,
punto di riferimento imprescindibile della corazzata bitontina e
spina nel fianco di tutte le retroguardie avversarie. A fargli da
spalla Vito Ricciardi e le giovani leve Davide Belviso e
Lazzaro Lomuscio, tecnica da vendere e futuro roseo in divenire. E,
infine, l’ultimo arrivato: Francesco Capriati, classe 1984,
attaccante di razza e di categoria, che in coppia con Terrone ha già
fatto scintille qualche anno fa a Trani.
Insomma,
gli ingredienti per sognare e far divertire una città ci sono tutti.
E domenica, in casa contro il Celle San Vito, ricomincia la danza.