Quando penso alle narrazioni dei portieri, quelli che
hanno fatto la storia senza i social e “il-full-hd” un po’ per rispetto alla
fede calcistica, un po’ per rispetto del mestiere, non può che venirmi in mente
il racconto che Vladimiro Caminiti faceva di Roberto Anzolin, storico
portiere della Vecchia Signora negli anni ’60.
Un angelo – giocando in l’assonanza vernacolare con il suo cognome –
piccolino nel fisico che volteggiava tra i pali schizzando tra essi come un
gatto, con guizzi felini.
Domenico Martinelli, invece, il bambino in foto (per
ora) è piccolino solo nell’età (8 anni) ma i suoi voli tra i pali sono già
meravigliosi.
Il 2 ottobre scorso Domenico ha avuto l’onore di
incontrare l’idolo della squadra del suo cuore Stephan El Shaarawy grazie ad un provino fatto lo scorso gennaio
presso il Milan Club di Bari: il
piccolo bitontino è stato l’unico selezionato di tutta Puglia su 400
partecipanti.
Rincorrere un sogno, calciare un pallone e con la Ringo “Do you Ringo Academy“, si vola a Milano nello stadio Giuseppe Meazza (S. Siro): «Siamo arrivati in
città e tutto già sembrava strano, emozionante – ci racconta il piccolo
portiere -. Eravamo 23 bambini da tutta
Italia e ho stretto amicizia con molti di loro».
Dei 23 fanciulli, c’erano altri due pugliesi: un
ragazzo di Lecce che, come un moderno Charlie Bucket, attraverso i codici Ringo
è riuscito a guadagnarsi un posto all’allenamento da campioni e un altro
ragazzo di Palo del Colle che è stato giudicato miglior giocatore under 18 e
ora è nella primavera dell’Inter.
«È
passato tutto così in fretta – ricorda emozionato
Domenico – ma non potrò mai dimenticare l’emozione
degli allenamenti con Stephan (El Shaarawy, ndr), il suoi tiri in porta,
la sua grande amicizia nel firmare la mia maglietta, le mie figurine: ma il più
grande autografo l’ha fatto nella mia vita. Dopo aver trascorso un’ora assieme
abbiamo anche avuto la possibilità di fare una gara guidati da Chistian Brocchi (tecnico della
Primavera del Milan, ndr): sono loro i miei miti e li avevo tutti
insieme così vicini».
Una bella esperienza che sicuramente lo accompagnerà
nella sua passione: «Gioco a calcio già
da 4 anni e mezzo con la “U.s.d. Città di Bitonto” – conclude il bimbo –: darò tanta importanza alla mia istruzione,
ma la passione non l’abbandonerò mai».
Auguriamo a Domenico – citando ancora Caminiti – di essere un “portiere con la fatica degli uomini semplici” che è il “destino dei portieri di ieri, di domani e
di sempre”.