Il numero da tenere bene a mente è zero. Zero come le conclusioni arrivate nello specchio della porta da parte del Bitonto verso quella del Casarano.
Zero che indica la pochezza neroverde della partita di ieri pomeriggio giù nel profondo Salento, in quello che era uno dei match di cartello della 29esima giornata di una Eccellenza portata a casa dal Fasano con un turno di anticipo.
Zero (o comunque ridotte al lumicino) come le speranze dei neroverdi di centrare i playoff, da dove al momento sono fuori per la prima volta dall’inizio della stagione, e per di più nel momento più importante di tutto.
Per potervi rientrare, infatti, bisogna fare i conti con sé stessi e affidare il destino agli altri. Si deve battere il Corato a domicilio domenica prossima e sperare che il Gallipoli – una lunghezza sopra, 49 punti, quinto in Classifica – non faccia lo stesso sempre in casa contro l’Avetrana, seconda forza della serie A pugliese.
In una delle partite più importanti dell’anno, dunque, al cospetto di una realtà consolidata da anni nella Premier League del tacco d’Italia, Modesto e compagni sono mancati, facendo nulla o quasi per portare a casa qualcosa di positivo. Certo, grinta, volontà, cuore e voglia di fare hanno fatto capolino come sempre, ma quando devono scontrarsi con alcuni limiti strutturali evidenti e una non eccelsa presenza di qualità complessiva, capisci che devi alzare soltanto bandiera bianca.
E serve a poco giustificarsi, magari, diffondendo il verbo che gli avversari, i leccesi di mister Sportillo, hanno fatto poco per vincere. Soltanto l’essenziale: centrare la porta e gonfiarla. Con Palma, di testa, al minuto 25 del primo tempo. È inutile aggrapparsi se si fa meno degli altri.
Nell’ultima trasferta ufficiale dell’anno, dunque (bilancio pessimo fuori casa, con solo tre acuti, sei pareggi e sei sconfitte, nove goal fatti e 12 subiti), va in scena il riassunto di quella che è stata la seconda parte di stagione della banda Zinfollino. Al passo del gambero – 19 punti racimolati in 14 partite – e difficoltà a fare tutto: gioco, azioni degne di tal nome, e segnare. Sono emerse a 360 gradi, insomma, tutte le difficoltà che erano state nascoste bene da settembre a gennaio. Per tutto il girone di andata. E che qualcuno si era illuso non ci fossero nemmeno. Che errore: ci sono sempre state. Fin dal derby di esordio in casa contro l’Omnia.
La parola che rimbomba, invece, è rimpianto. Ma rimpianto di cosa? Ne parleremo nella prossima puntata, se le cose dovessero concludersi nel peggiore dei modi.
Ma come è andata, ieri, quindi? Al cospetto della terza forza dell’Eccellenza, il Bitonto si presenta quasi al completo, eccezion fatta per lo squalificato De Santis e l’infortunato Giangaspero, e si affida ad Addario; Pagone, Camasta, Elia; Terrevoli, Sisalli, Piperis, Bonasia; Moscelli; Manzari, Rana.
Il taccuino è assolutamente povero di azioni salienti. Fatta eccezione per la capocciata vincente di Palma da azione di calcio piazzato, e i tentativi nella ripresa di Terrevoli e Bonasia.
Prima degli ultimi 90′ dell’anno, la situazione sarà questa: Fasano 58, Casarano e Avetrana 53, Omnia 50, Gallipoli 49, Bitonto e Corato 48.
Un finale che più thrilling non si può…