Forse, Alessandro Ghostbuster Potenza ce la sta facendo. Sta portando a compimento, cioè, la sua improba caccia personale ai fantasmi che da un po’ troppo tempo aleggiavano inquietanti nello spogliatoio del Bitonto. Sì, perché già dal big match del Monterisi pareva essere passata una mano taumaturgica sulle inquietudini del gruppo, che, da allora, ha preso a vincere con buona, convincente continuità. Stavolta, a soccombere è stata la Virtus Matino di mister Giuseppe Branà, fanalino di coda, certo, ma ultimamente pure ammazzagrandi. L’ex campione europeo under 21 sceglie ancora l’usato 3-5-2 e conferma Cannizzaro tra i pali; la maginot sarà formata da Biason, Lanzolla e Petta; nel mezzo, Stasi e D’Anna sulle fasce più vespigni che mai, al centro il monumentale Addae con i vassalli indomiti Piarulli e Riccardi; in attacco, capitan Lattanzio a duettare con Santoro. Stesso schema tattico per i salentini, con Leuci in porta; Patronelli, Rantucho e Meola ad innervare il reparto arretrato; in mediana Gramegna, Inguscio e Tarantino, con le scorribande esterne di Monopoli e D’Andria. Morra e Stauciuc le punte.
Avviso ai naviganti. Sul prato del Comunale di Ugento presto si abbatterà grandine neroverde. Primo chicco al terzo, D’Anna scodella da sinistra, Santoro incorna e Leuci fa rotolare tremebondo la sfera in rete. Sei minuti e il Matino reagisce con un piazzato di Monopoli che la barriera devia nel deserto retrostante la porta dei leoncelli. Al 18′ Lattanzio lavora bene il cuoio per Addae che sferza dal limite in corsa e raddoppia. Due occasioni per gli ospiti dopo il ventesimo, prima una punizione venefica di D’Anna neutralizzata a fatica da Leuci, poi un’altra percussione di D’Anna per Stasi: piatto d’incontro stoppato da D’Andria.
Poco prima della mezza, l’immarcabile D’Anna spedisce al bar mezza difesa di casa, pennella a giro nell’angolo e triplica.
Al 35′ ci prova Piarulli: alto ma neppur tanto sopra la traversa. Quattro minuti e Cannizzaro si oppone a Stauciuc, che aveva superato Biason e Lanzolla. Ancora il tracimante ex Fermana al 41′ irrompe in area dal lato manco e calcia: una deviazione e il palo evitano l’ennesima capitolazione. Sugli sviluppi dell’angolo, Addae si inventa un campanile perfido: fuori di poco.
Allo scadere, geometrico dialogo fra Riccardi e Stasi con quest’ultimo che trafigge l’estremo difensore di casa con un secco diagonale. Si riprende e al
Minuto 28: la Virtus accorcia con lirrefrenabile attaccare rumeno, imbeccato dall’ex Palmisano, che si destreggia bene in area e beffa Cannizzaro non del tutto incolpevole. Dopo la mezz’ora, rasoterra in scivolata del capitano, si stende e blocca Leuci. Centottanta secondi e ancora il puntero andriese artiglia la sfera ma manca il bersaglio grosso.
Ad un sospiro dallo scadere, il penalty che sigilla il match trionfale e condanna alla retrocessione i biancazzurri: l’imberbe ed esordiente Ferrante viene abbattuto da Maxime, dal dischetto Ricky finalmente torna a segnare.