Dal Real Sibillano al Real Modugno, passando per Gioia e Altamura. Dalla Prima categoria alla Promozione. Da Ezio Forziati a Muzio di Venere in panchina. Da Pierfrancesco Santoruvo a Francesco Morgese come direttore sportivo.
È stato un 2013 ricco di soddisfazioni e di emozioni quello dell’U.S. Bitonto, che lentamente si sta lasciando alle spalle gli anni nefasti del calcio giocato tra la polvere tornando alle dimensioni che più le competono. I 12 mesi appena trascorsi, però, sono stati davvero importanti per i risultati globalmente raggiunti. Sono 85, infatti, i punti che i neroverdi hanno realizzato nelle 33 partite disputate nell’anno solare, frutto di 27 vittorie (17 in casa e 10 in trasferta), 4 pareggi e 2 sconfitte. Battute d’arresto entrambe prese in trasferta (Modugno e Altamura), mentre a domicilio è stato filotto completo e stillicidio per gli avversari: 17 vittorie in altrettanti incontri disputati (il più delle volte vinti in goleada e con punteggi tennistici) e soltanto 6 reti subite, con le ultime a novembre. Numeri che hanno portato l’U.S. Bitonto dapprima a vincere la finale play -off del campionato di Prima categoria con il conseguente ripescaggio in Promozione, e poi a dominare la prima parte della “serie B” pugliese.
Il testa a testa con il Modugno. Il 2013 inizia con il risicato ma fondamentale successo casalingo contro il Real Sibillano (2 – 1 in pieno recupero) che consente alla banda di mister Forziati di restare in scia alla lepre Real Modugno. È un testa a testa che va avanti per tutto il campionato, dove le prime due fanno il vuoto in classifica a suon di vittorie e di goleade. Si arriva allo scontro diretto del 24 marzo con i ragazzi di mister Di Venere avanti di 3 punti (66 punti contro 63). I neroverdi escono sconfitti 3 – 2 al termine di una partita incredibile condizionata anche dal direttore di gara. E la sconfitta non è indolore, perchè la società decide di sollevare Ezio Forziati dall’incarico e di affidare la squadra a Gino D’Addabbo, vecchia gloria del calcio nostrano. Lascia anche il patron Francesco Paolo Noviello, che comunica l’abbandono della presidenza a fine stagione a Vincenzo Cariello tornando a chiedere però l’aiuto di imprenditori. Sul campo, però, la squadra non si lascia distrarre, riprende la corsa e conclude la stagione regolare al 2° posto, con 74 punti in cascina, miglior attacco e miglior difesa. 2° posto che, per uno strano scherzo del regolamento, significa finale play – off contro il Real Gioia. È il 19 maggio e il Bitonto trionfa 3 – 1 con le reti di Papeo, Terrone e Modesto. Per la Promozione si attende il ripescaggio.
L’estate bollente. Anche l’estate 2013 vede, purtroppo, un film già visto negli anni precedenti. La dirigenza sarebbe disposta a fare un passo indietro se arrivassero capitali freschi e uomini nuovi che garantiscano il proseguimento del calcio bitontino. E allora ecco svolazzare le tante ipotesi: fusione con altre società, fallimento della squadra, cessione del titolo in mano a nuovi imprenditori. In effetti, qualcuno si fa avanti e dice di avere un progetto ambizioso e concreto. Il passaggio di consegne sembra ormai a un passo ma al momento delle firme Cariello e Noviello desistono e tutto salta. A fine giugno, in una bollente mattinata, a palazzo di città davanti ai tifosi la dirigenza neroverde promette il massimo impegno per iscrivere la squadra in Promozione e che, con le loro sole forze economiche, allestiranno una squadra competitiva.
E così succede, perchè l’U.S. Bitonto, ad agosto, è ripescato in Promozione, per il quarto salto di categoria consecutivo.
Il dominio in Promozione. Ottenuto il ripescaggio, il nuovo direttore sportivo, Francesco Morgese (che ha preso il posto di Pierfrancesco Santoruvo) si mette subito a lavoro creare una squadra all’altezza delle aspettative ripartendo da una ossatura già consolidata.
Al posto di Gino D’Addabbo, inizialmente confermato ma poi costretto a lasciare per gravi motivi di famiglia, ecco arrivare in panchina proprio Muzio di Venere, qualche mese prima a Modugno ma già allenatore del Bitonto dal 1998 al 2001. Il tecnico di Carbonara decide di smantellare parte della squadra che bene ha fatto fino a qualche mese prima (via Vitucci, Ruggero, Papeo, Milella, De Palo e Vastano) e di affidarsi ad un mix di “vecchietti” (restano Zaccaro, Sangirardi, Modesto, Piperis, Roselli, Ricciardi e Terrone) e di giovani speranze e promesse (Lattanzi, Michele Roselli, Cifaratti, Naglieri, Bonasia, Pazienza, Foggetti, Aloisio, Lomuscio e Belviso). Scelte che inizialmente fanno discutere ma che sul campo si rivelano vincenti, perchè fin dalle prime battute si capisce che l’U.S. Bitonto non sarà semplice spettatore del campionato. Inizia a macinare vittorie (cinque nelle prime cinque partite), poi arriva il pareggio di Bisceglie, quindi altre vittorie e l’inopinata sconfitta di Altamura (24 novembre), la seconda e ultima del 2013. Brutto colpo salutare però, perchè seguito da cinque vittorie consecutive, tutte senza subire reti, che permettono ai neroverdi di conquistare il titolo di campione d’inverno con due giornate d’anticipo e di mangiare il panettone a + 7 sullo Sporting Altamura, con miglior attacco e miglior difesa.
«E’ stato un anno certamente molto molto positivo – commentano Francesco Paolo Noviello e Vincenzo Cariello – perchè abbiamo raggiunto e vinto una finale play -off e siamo saldamente in testa nel campionato di Promozione. L’obiettivo per il 2014 è di portare la squadra in Eccellenza».
Juniores e Usd Città di Bitonto. Oltre alle brillanti avventure della prima squadra, sono due le grandi novità che il 2013 ha portato ai colori neroverdi. La prima è la squadra Under 18 che, guidata da Agostino Piperis, è impegnata nel campionato regionale di categoria, con risultati purtroppo poco esaltanti, e la seconda è l’avvio delle attività della scuola calcio “Usd Città di Bitonto”, la palestra di calcio e di vita per i più piccini che hanno già la passione del pallone. Fautore di entrambi i progetti 5 ragazzi bitontini: Alessio Gaudimundo, Matteo Caracciolo, Pasquale Morea, Antonio Liso e Giuseppe Santoruvo, coadiuvati da Nicola Tarantino e Giuseppe Ruggiero.