Di
buono c’è soltanto il risultato: un pareggio (0-0) che avvicina
tantissimo alla salvezza.
Già,
perché a 90 minuti dal termine della stagione, il Bitonto è davvero
tanto così al raggiungimento dell’obiettivo. Basterà battere,
domenica al “Città degli Ulivi”, il già condannato Ascoli
Satriano, ultimo della classe e già in Promozione.
Paradossalmente,
però, ai neroverdi potrebbe andare bene anche il pareggio o la
sconfitta. Con altri risultati favorevoli dagli altri campi, si
intende.
Tutto
il resto, però, nel soleggiato ma ventoso pomeriggio di Castellaneta
(dolci ricordi per le orecchie, gli occhi e la storia bitontina), è
di colore nero.
Voto
zero alla prestazione di Modesto e compagni, troppo impegnati a non
prenderle piuttosto che a darle. Voto zero alla qualità della contesa, brutta e senza emozioni. L’importante posta in
palio, un campo davvero ridicolo e un vento a tratti davvero
fastidioso non possono giustificare simil pochezza.
La
partita. Privo
ancora di Sangirardi e Piperis, ma recuperato Modesto che sembrava ko
sino a fine stagione, Muzio Di Venere non si schioda dal 4-3-2-1 con
Moschetto; Triozzi, Campanella, Bonasia, Martellotta; Mastrolonardo,
Giallonardo, Caringella; Roselli, Modesto; Terrone.
Nel
primo tempo non c’è niente da raccontare. Il Bitonto sembra avere
più qualità degli avversari (gli unici in Italia, forse, senza tifo
organizzato e senza bandiere), ma non riesce ad imbastire un’azione e
a mettere due passaggi in serie. Il Castellaneta prova a solleticare
con Cecere e Gionaj.
Nulla,
nulla di che. L’unico sussulto è al 45′, quando Modesto riesce
nell’impresa di sporcare i guanti a Robertone.
Nella
ripresa ci si aspetta qualcosa in più. Speranza vana. I neroverdi
pensano soltanto a controllare non attaccando (certo, reclamano per
qualche fuorigioco dubbio o per un rigore non concesso a Ventura), i
padroni di casa provano a spingere. Fino al 70′, in realtà,
l’attenzione di tutti è per le radioline e per quello che accade
sugli altri campi, Locorotondo in primis.
Poi
anche nel tarantino accade qualcosa. I padroni di casa alzano i ritmi
nel finale cercando di conquistare l’intera posta in palio, e in
realtà vanno due volte vicini alla marcatura (calcio piazzato e tiro
dal limite che fa la barba al palo) con Gionaj. Il Bitonto, però,
non si fa sfondare e anzi con Terrone ha la palla buona in pieno
recupero, ma Robertone chiude la saracinesca.
Finisce
a reti bianche, e a sorridere sono gli ospiti.
Un
po’ meno i loro tifosi, che manifestano (pacificamente, si intende)
il loro disappunto per la scialba prestazione. Moschetto li tira su
di morale: «Domenica
ci salveremo, e tutti insieme festeggeremo».
Bagarre
playout. A
una gara della conclusione, in coda alla classifica è un mucchio
selvaggio: Bitonto
31, Locorotondo
31, Castellaneta 30, Taranto 29, Galatina 25, Ostuni 23, Ascoli
Satriano 20.
I
neroverdi, allora, battendo l’Ascoli Satriano (matematicamente
retrocesso) saranno padroni del loro destino. In caso di altri
risultati, invece, lascerà decidere la sua sorte anche agli altri.
L’analisi. C’è
davvero poco da dire: il Bitonto di ieri è bocciato. Perché fin
dall’11 iniziale, si è visto chiaramente come l’obiettivo dei
neroverdi era portare a casa il pareggio, magari senza sudare più di
troppo. Obiettivo
centrato, che vuol dire salvezza quasi acquisita. Era lecito, però,
aspettarsi decisamente di meglio.
Le
pagelle. Moschetto
sv; Triozzi 6, Campanella 6,5, Bonasia 6, Martellotta 6;
Mastrolonardo 5,5, Giallonardo 5, Caringella 6; Roselli 5,5 (Ventura
sv), Modesto 6 (Chisena sv); Terrone 6.
Il
migliore.
Fabio Campanella è un baluardo insuperabile per i timidi attacchi
tarantini. Sempre attento, si dimostra sicuro sia quando sradica la
palla dai piedi degli avversari, sia quando imposta la manovra.
Prezioso.