Nel motorismo pugliese c’è
una realtà interessante. È il POLIBA Corse, il Reparto Corse del Politecnico di
Bari. Da diversi anni, difende il “sapere” tecnologico dell’Ateneo nella
Formula SAE (Society of Automotive Engineers), una
competizione automobilistica nella quale si confrontano le università di tutto
il mondo. Questa formula è nata nel 1981 negli Stati Uniti d’America grazie
alla Società degli Ingegneri dell’Automobile ed è stata pensata per offrire
agli studenti un ambiente competitivo dove esaltare le loro abilità nel campo automotive. Organizzata in un campionato
mondiale con otto gare, localizzate in Europa, in Asia e nelle Americhe, non
prevede una classifica finale e questo consente alle squadre di partecipare
solo ad alcuni degli eventi internazionali, confidando nei relativi buoni
piazzamenti. Anche l’Italia ha la sua gara, grazie all’Associazione Tecnica
dell’Automobile in collaborazione con la Dallara, che si svolge a Varano de’
Melegari (PR).
Di tutto questo e di molto
altro ho parlato con Antonio Mancuso e Giovanni Clemente, rispettivamente Team
Leader e Responsabile Tecnico del POLIBA Corse, in quel di Binetto (BA),
all’Autodromo del Levante, il 17 Novembre scorso. Il team ha organizzato un
evento, per ringraziare quanti (sponsor, amici e simpatizzanti) hanno creduto
in esso e sostenuto la sua avventura in questo 2013 che l’ha visto protagonista
sia ad Hockenheim, in Germania, che a Varano de’ Melegari.
Alla gara italiana, in
calendario dal 13 al 16 Settembre 2013, hanno raccontato i due ingegneri,
partecipavano settanta squadre, provenienti dalle università di sedici Paesi
diversi, ed il POLIBA Corse si è classificato ventinovesimo tra quelle che si
sfidavano con veicoli spinti da un motore termico. Un risultato, ho osservato,
che colloca la scuderia nella prima metà della classifica, ma che aumenta il
suo valore, quando lo si confronta con quello della prima squadra italiana
nella specifica graduatoria, quella dell’Università di Roma “La Sapienza”, che
ha conquistato il sedicesimo posto. Sono sembrati lusingati da questa
osservazione. Antonio Mancuso, infatti, ha raccontato che nel progetto della
monoposto (solo questa fase ha richiesto un anno d’impegno) la squadra ha avuto
come obiettivo la ricerca di soluzioni semplici e funzionali capaci di
assicurarne il successo, sia in sede di discussione e valutazione di fronte
alla commissione giudicatrice, che nel confronto su pista, il cui riscontro è
la pura prestazione del veicolo. Il tutto con particolare attenzione ai costi,
la cui copertura ha richiesto molto tempo ed energie alla squadra (un altro
anno) e che l’ha costretta anche ad autofinanziarsi.
Giovanni Clemente ha
aggiunto come non sia neanche da sottovalutare la loro partecipazione
all’ambita gara in Germania. Avendo superato la selezione, hanno voluto
parteciparvi ben consci dei loro limiti, ma sicuri di portare a casa nuove
esperienze da utilizzare nel prossimo progetto.
Da qui
in poi, i ragazzi sono andati “a tutto gas”: dettagli tecnici e capacità
dinamiche della monoposto, dati telemetrici, sembrava di essere nel box di una
squadra di Formula 1. Per riassumere, la PC3–13 (la terza monoposto del POLIBA
Corse, preparata per l’edizione 2013 della Formula SAE) è mossa da un motore di
derivazione motociclistica. Il telaio è un traliccio di tubi di “acciaio nichel-cromo-molibdeno”
con sospensioni “push rod” che muovono quadrilateri deformabili sulle quattro
ruote. In particolare, le “masse non sospese” sono state progettate e
realizzate all’interno del Reparto Corse, senza far ricorso all’acquisto di
componenti sul mercato. Aspetti qualificanti del progetto sono il cambio, anche
questo di derivazione motociclistica, con attuatore elettro-pneumatico e
possibilità di cambiata senza frizione, il circuito di raffreddamento che, pur
utilizzando componenti motociclistiche, è stato dimensionato per lo specifico
impiego agonistico richiesto dalla Formula ed un’elettronica molto sofisticata,
studiata e realizzata all’interno del Politecnico di Bari. Vale la pena citare
nel particolare settore, la ricerca di una mappatura per la gestione del motore
– col fine di privilegiare la regolarità di erogazione della potenza, nonché
l’ottenimento di una buona coppia motrice a basso numero di giri – trovata
grazie alle numerose prove effettuate al banco dinamometrico, il sistema di
partenza assistito (“launch control”) ed il controllo di trazione regolabile in
base ai dati ottenuti dalla telemetria, per adattarlo alle caratteristiche di
ogni circuito di prova, il cui settaggio può essere affinato anche dall’abitacolo.