Il
16 Marzo 2014 resterà una data importante negli annali dell’automobilismo
sportivo. Non per l’inizio del Mondiale 2014 di Formula 1, ma perché il nuovo
campionato si è presentato con il regolamento tecnico più innovativo degli
ultimi vent’anni, se non di sempre.
Le
novità riguardano tutto l’insieme della monoposto: motore, cambio, consumi di
carburante, telaio, freni ed aerodinamica. Sono state volute, per rendere la
massima formula un banco di prova su cui sperimentare soluzioni da proporre,
successivamente, sulle auto di serie, oltre che per ridurre i consumi (leggi
maggiore efficienza delle unità propulsive) e migliorare la sicurezza.
L’aspetto più evidente è il ritorno del turbocompressore tra i componenti del
motore termico. Non vorrei frenare gli entusiasmi, ma non dovete pensare ai
miracoli motoristici della Formula 1 degli anni ’80, quando le potenze dei
motori superavano i 1000 cavalli: è tutta un’altra filosofia. Il concetto
stesso di motore diventa riduttivo, dovendo parlare di “power unit”. L’insieme
propulsivo è formato, infatti, dal motore termico – un sei cilindri a “V” di
1,6 litri, con iniezione diretta di benzina, sovralimentato mediante un solo
turbocompressore – e due motori elettrici. Se tali cambiamenti hanno destato la
curiosità di chi considera le auto poco più che oggetti utili a portare persone
e cose dal punto “A” al punto “B”, pensate cosa hanno provocato in chi “vive”
di motori e vapori di benzina.
Con
questo stato d’animo, ho affrontato la Domenica automobilistica: sveglia
all’alba, riti propiziatori ed attesa del “via”. Bene, la sorpresa, l’emozione,
se volete, è durata il tempo di pochi giri del circuito di Albert Park,
Melbourne, Australia. Dopo la bella partenza di Rosberg e di Hülkenberg, il “meteorite” Kobayashi precipitato sull’incolpevole Massa ed
il ritiro di due campioni del mondo (Hamilton e Vettel), il nulla o quasi.
Scrivo “quasi” per far onore a Valtteri Bottas che con la sua Williams
ha fatto di tutto per andare forte, compreso toccare un muro: succede, quando
cerchi di accelerare il prima possibile, per avvicinare chi ti precede.
L’argomento
Ferrari è amaro da affrontare. Alonso ha terminato la gara ad oltre 35 secondi
dal vincitore Nico Rosberg ed il suo sorpasso ad Hülkenberg, su Force India, è riuscito solo grazie alla sosta ai
box. Spero che sia solo un inizio stentato in attesa di una definitiva messa a
punto.
Il podio, per la cronaca, ha accolto
nell’ordine Nico Rosberg (Mercedes), Daniel Ricciardo (Red Bull Racing –
Renault) e Kevin Magnussen (McLaren – Mercedes). La comprensibile gioia di
Ricciardo (correva in casa) è durata poco: è stato squalificato, per un consumo
di carburante eccessivo rispetto ai parametri fissati e controllati dalla FIA (Federazione
Internazionale dell’Automobile). La Red Bull ha già comunicato l’intenzione di
fare appello e quindi tutto rimane “sub iudice”. L’ultima emozione del Gran
Premio d’Australia.