Prende il via oggi questa nuova rubrica che vuole essere un viaggio, fatto di parole, attraverso strumenti di consapevolezza capaci di nutrire con costanza la relazione di fiducia tra noi e la vita. Troverà spazio sul cartaceo del Da Bitonto e anche sulla versione online del giornale.
“Lo sguardo di Maia” perché Maia è una stella, nella costellazione del Toro, che ancora illumina il firmamento rasserenando chi si sofferma a perdita d’occhio nell’ammirazione della notte e dei suoi sortilegi e alle stelle guarda “per aspera”. E’ lei la Pleiade che diede la vita a Hermes, dio dell’intelletto e delle comunicazioni. Maia soprattutto perché è il sostantivo sanscrito che indica quella potenza creativa che nasce dalla facoltà immaginativa e figurativa della mente, radice di mago e magia. Uno sguardo libero da veli e da veti che spero ci conduca insieme verso una consapevolezza capace anche di piccoli miracoli.
Grazie all’editore del Da Bitonto Alessandro Intini per questa opportunità, grazie al direttore Mario Sicolo, che mi consentono di condividere con voi lettori il mio personale cammino verso la felicità, consapevole del valore d’infinito che c’è in una sola goccia d’oceano o di pioggia che viene a benedire i nostri sensi.
La salute emotiva e la felicità non sono una chimera.
Il principio di un nuovo anno e la fine di uno appena vissuto portano quasi sempre i pensieri a vagare tra le due sponde delimitate dai ricordi e dalle speranze. Si fa il punto del tempo appena trascorso cercando di dare una identità alle esperienze vissute per comprenderne la portata e sentirne il valore e si cerca di visualizzare il futuro in cui speriamo di entrare alleggerendo il cuore.
Questo movimento interiore di osservazione e di sogno crea lo stato d’animo che ci conduce a varcare la soglia di passaggio da un anno finito ad uno nuovo. E lo stato d’animo generato dai pensieri con cui riusciamo a chiamare le realtà vissute e le realtà immaginate diventa la condizione di salute, anche emozionale, che ci traghetta verso il futuro prossimo.
Ma quali strumenti abbiamo a disposizione per condurci in avanti trasformando autenticamente la nostra realtà in senso evolutivo?
Nell’antichità ogni momento di passaggio era vissuto con un forte senso del mistero e del magico e lo strumento per eccellenza di trasformazione era rappresentato dalle parole. Sono parole le formule magiche e conferma il potere delle parole il Vangelo di Giovanni (1, 1-18) che ha questo incipit: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio”.
“Siamo le storie che ci raccontiamo”, per citare Paolo Borzacchiello, abbiamo quindi sempre una possibilità di cambiare ruolo nella storia della nostra esistenza, cui volgiamo i pensieri di fine anno, per ottenere effetti neurologici nuovi e più costruttivi per noi.
In un mondo di ricchezze immaginarie e di debiti colossali il vero tesoro, oggi, sono le parole. Più ne sapremo, più liberi potremo essere. Liberi da noi stessi soprattutto e dal giudice interiore che spesso non ci assolve per mancanza di formule alternative a quelle necessarie ad una condanna. Perché per com-prendere la realtà occorrono parole che colgano sfumature.
Parole di indulgenza con cui poterci perdonare, parole di coraggio con cui poter accettare i nostri limiti per volgere lo sguardo ai doni che dobbiamo far fruttare. Parole di impegno e di costanza nel perseguire obiettivi che non siano solo sogni ma de-sideri. Parole d’amore, con cui accogliere l’altro da noi, soprattutto l’altro da noi che ci abita e che in questo momento dell’anno ci chiede ancora una volta, con tenacia e passione, di poter nascere nello spazio della nostra vita.
Il modo più chiaro per definire, in soli tre punti, il vademecum essenziale di questo cammino, l’ho trovato in un post di Paolo Borzacchiello e lo condivido per lasciare in chi legge il necessario spazio creativo allo splendore:
“1. Descrivere è circoscrivere: la vita è per come la dite. Se non vi piace, dite di più: dite altro, dite oltre.
2. Respirate come se foste felici: quando il cervello va in tilt, sarà il respiro che vi riporterà al qui e ora.
3. Da soli, non funziona: circondatevi di persone all’altezza dei vostri desideri più alti. Amate tutti gli altri, ma scegliete. Scegliete.”
(foto www.freepik.com )