Forse
non tutti sanno che il MIUR (Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca)
ha pubblicato un sito dal titolo «La Buona Scuola».
Come potete notare, se seguite il
link sopra, è proposta una consultazione pubblica con la seguente motivazione:
«Tutto ciò che è proposto in
questo Rapporto lo abbiamo studiato, vagliato, incubato negli ultimi mesi. Oggi
lo offriamo perché sia oggetto di dibattito e confronto fino a novembre, nel
quadro di quella che vogliamo diventi la più grande consultazione –
trasparente, pubblica, diffusa, online e offline – che l’Italia abbia mai
conosciuto finora.
Lo offriamo ai
cittadini italiani: ai genitori e ai nonni che ogni mattina accompagnano i loro
figli e nipoti a scuola; ai fratelli e alle sorelle maggiori che sono già
all’università; a chi lavora nella scuola o a chi sogna di farlo un giorno; ai
sindaci e a chi investe sul territorio. Lo offriamo a tutti gli innovatori
d’Italia.
Perché non
esistono soluzioni semplici a problemi così complessi.
Perché ci aiutino
a migliorare le proposte, a capire cosa manca, a decidere cosa sia più urgente
cambiare e attuare.
Perché per fare la
Buona Scuola non basta solo un Governo.
Ci vuole un Paese
intero».
Sinceramente
credo che queste parole siano più propaganda che altro, ma le comunità che si
riconoscono nello spirito partecipativo e alternativo del FOSS (Free and Open Source
Software) ha già dato una risposta proponendo questo sito a cura dell’Italian
Linux Societydal titolo: «Per
essere buona, la scuola, deve essere libera».
L’incipit
di questo sito recita testualmente:
«Oggi
viviamo l’Era del Digitale, della Tecnologia, dell’Innovazione.
Ma
anche del loro rispettivo abuso, della sistematica violazione dell’elementare
diritto alla privacy perpetrata da chi controlla tali canali, dello sperpero di
risorse umane ed economiche attuato in nome di prodotti commerciali spacciati
per “progresso”.
Proponiamo
allora un modello diverso, che sappia cogliere le opportunità offerte dalla
tecnologia ma lo faccia in modo consapevole. Che sia aperto e condiviso,
partecipato ed accessibile. Fondato non sugli strumenti, ma sui metodi.
Partiamo
dalla scuola di oggi per partire dalla generazione di domani».
Qui
di seguito sono riportate le richieste che sono state inviate al ministero
tramite il portale «La Buona Scuola» e che consiglio a tutti i lettori
di questa rubrica di sostenere seguendo il link ad ognuna delle proposte:
1. una linea di indirizzo
che promuova l’adozione di libri di testo liberi, che possono essere personalizzati
dai docenti, divisi in fascicoli secondo i criteri per ciascuno più opportuni,
e stampati a basso costo dalle famiglie;
2. il coinvolgimento
degli studenti delle università nello sviluppo degli applicativi software distribuiti in licenza libera da
usare a scuola, per mezzo di stage formativi pre-laurea o sessioni pratiche
incluse nei corsi;
3. la pubblicazione di un
catalogo di applicativi liberi certificati dal Ministero per l’Istruzione che serva da riferimento e guida
per i docenti delle scuole di ogni grado;
4. l‘utilizzo di documenti
in formato strettamente aperto per i rapporti tra Ministero per l’Istruzione –
e suoi collaboratori – e le scuole,
che non discrimini o metta in difficoltà gli istituti che hanno adottato
piattaforme libere;
5. l’inclusione del
requisito di compatibilità coi sistemi operativi liberi, e meglio ancora sull’assenza di
licenze di software proprietario preinstallato, nei bandi destinati
all’acquisto di nuovo hardware e di nuovo software per i laboratori informatici
e le segreterie didattiche.
Per contattarmi scrivete a michele.savino.51@gmail.com