Originario di Andria, pratica svariati sport soprattutto all’aria aperta, ventisette anni, lunghi riccioli biondi incorniciano il suo volto fiero, sin da ragazzino ha mostrato un grande trasporto verso un mestiere antico che, pensate, affonda le sue radici nel lontano medioevo, quello del calzolaio.
Mi sto riferendo a
Francesco Pierini, un giovane brillante che ha appreso tutti i segreti dell’arte della calzoleria osservando attentamente, ogni giorno, suo padre Vito mentre era a lavoro con tanta pazienza, dedizione ed il capo chino sui banchi da lavoro, in una zona centrale di
Andria, lì dove tutt’oggi è ubicata la
bottega Pierini.
Una storia fatta di arte tramandata di padre in figlio poiché, ancor prima di papa’ Vito, c’era il nonno Francesco scomparso circa due anni fa.
Mi ha colpito molto l’entusiasmo con cui questo giovane svolge un lavoro insolito soprattutto se rapportato alla modernità dei nostri tempi e all’andamento della società in cui viviamo.
Lo ama profondamente, tra i suoi progetti c’è sicuramente l’obiettivo di aprire altre botteghe in Puglia , regione che adora e di sensibilizzare le nuove generazioni indirizzandole verso professioni come questa che rischiano di andare perdute.
Al momento ne ha aperta un’altra di bottega, a Minervino Murge, un comune in gran parte incluso entro il bellissimo parco nazionale dell’Alta Murgia. Secondo una leggenda Minervino fu fondata da legionari romani scampati alla battaglia di Canne nel 216 a.C.
Francesco si è innamorato subito di Minervino, una sorta di colpo di fulmine, la trova autentica, genuina, una realtà unica, originale, caratterizzata da un paesaggio suggestivo intriso di una storia antica, una storia che gli abitanti amano raccontare anche per strada, casualmente o davanti ad un avvolgente tramonto, cosa che accade spesso anche a lui che mentre lavora utilizzando tutti i suoi vari attrezzi, riparando e ideando calzature, dialoga amabilmente con i suoi clienti piuttosto che con anziani signori del posto che vedono in lui un simbolo di bellezza, di luce proiettata nel futuro e scelgono di restargli accanto.
Un quadretto decisamente originale anche perché il più delle volte il nostro giovane artigiano crea a piedi nudi, inevitabilmente prende forma una dimensione che profuma di valori d’altri tempi.
Mi ha raccontato come si crea una scarpa,
il processo creativo e quanto si capisce della personalità, del carattere di una persona osservando le calzature che sceglie di indossare, forme, colori, materiali, dettagli, un insieme di particolarità che assemblate danno forma ad un qualcosa di esclusivo perché a lavorarli ci sono mani, mani di uomini che sognano e credono profondamente in quello fanno, si chiamano artigiani.