Navigando sul web e leggendo i giornali è possibile trovare
centinaia di progetti che si occupano di disabilità. La disabilità è affrontata
in tutte le sue sfumature, da quelle pratiche, come ad esempio l’abbattimento delle barriere
architettoniche o l’integrazione scolastica, a quelle più emotive, la
sessualità e la gestione delle emozioni.
Decine sono i progetti, che, nello specifico, si occupano di segnalare la
presenza di barriere architettoniche nei luoghi pubblici e privati. Questi
progetti si occupano di fare “da tramite” tra i cittadini e gli enti
competenti; purtroppo però le amministrazioni non possono intervenire, non per
negligenza o palese disinteresse, ma semplicemente perché non ci sono i fondi
necessari.
I soldi per l’abbattimento delle barriere architettoniche però non ci sono.
Incredibile, ma vero! C’è un
progetto per abbattere realmente le barriere, anche quelle del “non si può
fare” e “non ci sono i soldi”.
Il progetto nasce grazie al Comitato Il
Nobel per i Disabili, l’organizzazione non lucrativa fondata dalla famiglia
Fo nel 1998, dopo l’assegnazione del Nobel per la Letteratura a Dario
Fo.
Un Comitato e una responsabile del
progetto si occuperanno della realizzaione di sviluppare il progetto pilota
nel territorio dei Comuni dell’Appennino Reggiano.
Abbattere le barriere architettoniche è fondamentale per
tutti, non solo per i disabili, ma per tutta la società civile. Un paese
accessibile migliora la vita delle mamme con passeggino, degli anziani con
deambulatore, delle signore con borse da spesa a ruote, di chi usa mezzi
meccanici per muoversi, di una società che sta vedendo sempre più allungarsi
l’aspettativa di vita.
Abbattere le barriere potrebbe anche andare a favore di quelli che ora pensano
“Ma a me non serve!”.
Questa iniziativa è solo una piccola
goccia in un oceano di cose che andrebbero fatte per migliorare i servizi nel territorio.
IL PROGETTO
Il progetto si pone l’obiettivo di abbattere le barriere architettoniche sul
suolo e negli edifici pubblici.
“Adotta una barriera e abbattila” si
divide in cinque fasi: la prima è, ovviamente, quella della segnalazione della
presenza di barriere architettoniche. I cittadini e le associazioni potranno
mandare una mail a info@comitatonobeldisabili.it. Al momento non è presente
alcun Comune pugliese che ha aderito all’iniziativa.
Chi farà la segnalazione dovrà descrivere con precisione la barriera e indicare
una stima reale del costo dell’opera corredata da documentazione fotografica.
Inoltre, lo stesso dovrà rendersi disponibile per controllare il corretto
svolgimento dei lavori durante la fase di realizzazione dell’opera. Una volta
pervenute le segnalazioni il comitato di decisione del progetto le valuterà
secondo precisi criteri e saranno scelte le opere da realizzare. In questa fase
è fondamentale la collaborazione degli enti territoriali competenti per la
gestione delle pratiche tecniche e burocratiche, che per legge possono essere
eseguite solo ed esclusivamente dagli enti pubblici. Diciamo che questa è la
fase più complicata, perché prima di poter avviare il processo di adozione è
necessario adempiere a tutti gli obblighi di legge in materia urbanistica.
Una volta ottenuti tutti i permessi e identificata l’azienda che realizzerà i
lavori si attiva la fase dell’adozione. Tramite un sistema di donazioni
informatiche, sarà possibile sostenere i vari progetti, e grazie ai canali di
cui la famiglia Fo dispone e grazie all’impegno dei volontari del Comitato la raccolta fondi sarà fatta
anche a livello nazionale.
Una volta raggiunta la somma necessaria per realizzare il progetto si attiverà
la quarta fase, ossia la realizzazione concreta dell’opera. Terminati i lavori,
vi sarà il collaudo da parte dei tecnici competenti e sarà presentato agli
utenti il rendiconto finale delle spese.
Sarebbe il caso che i
nostri Comuni aderiscano a questa iniziativa.
“Un popolo che ha senso della solidarietà è sicuramente un popolo che va
avanti nella storia. È un popolo che produce umanità”.