Come curare la depressione post-partum
Se necessario, se cioè i sintomi riscontrati sono di
entità allarmante o comunque persistono nella durata oltre due settimane, se si
ha la sensazione di poter fare del male a se stesse o al proprio bambino e se i
sintomi di ansietà, paura e panico si manifestano con grande frequenza
nell’arco della giornata, allora bisogna intervenire tempestivamente. La
depressione post-partum può essere
affrontata in ambito medico, in modo differente a seconda del tipo e della
gravità dei sintomi. Le cure possono consistere nell’assunzione di ansiolitici e antidepressivi (sotto controllo medico e sospendendo l’eventuale
allattamento), nella psicoterapia e nella partecipazione a terapiedi gruppo con donne che manifestano la stessa
sintomatologia. Per quanto
riguarda la consulenza, può essere d’aiuto parlare del proprio malessere con
uno psichiatra, uno psicologo od un’altra figura che svolga una
professione nel campo della salute mentale. Attraverso la consulenza dello specialista, si può trovare un modo migliore per
far fronte ai propri sentimenti, risolvere problemi e raggiungere traguardi
realistici.
Strategie di
supporto
Il marito e i familiari in genere possono fare molto per
aiutare la neomamma affetta da depressione
nel post-partum a superare il periodo critico. In primo luogo, dal
momento che il sonno ha un’influenza notevole sul tono dell’umore, si dovrà
organizzare l’accudimentodel
bambino in modo che la mamma possa dormire tranquilla per almeno 6-8 ore
ogni notte. Quindi, dovranno essere il marito o una persona di supporto ad
alzarsi per dare da mangiare al bambino o calmarlo se piange durante la notte.
Anche di giorno, poi, la mamma andrà aiutata, cercando di alleviarle il carico
di lavoro e lo stressassociato alla cura del bambino o alla gestione della
casa ed evitando di farla stancare eccessivamente. Un altro aspetto importante
è mantenere un atteggiamento sereno e non farle pesare gli effetti che la sua
condizione può avere sul menage familiare.
Per quanto possa sembrare strano, almeno in una prima fase, la donna con depressione nel post-partum (come
tutti i pazienti depressi) non deve essere stimolata a dedicarsi ad attività
generalmente ritenute piacevoli, come per esempio passeggiare, fare shopping o
andare al cinema. Finché l’effetto dei farmaciantidepressivi non si è
consolidato e l’umore non migliora, la persona depressa non è in grado di
reagire in modo positivo alle sollecitazioni: spronandola a impegnarsi in una
qualsiasi attività, non si fa altro che peggiorare la situazione, facendola
sentire ancora più inadeguata.
Purtroppo, molte donne
colpite dal disturbo sono restie a chiedere aiuto perché temono di essere giudicate male, di essere considerate
un fallimento come genitori. Ma è importante sottolineare che soffrire del
disagio non significa essere cattive madri né tanto meno ‘pazze’. È però
necessario che la depressione post partum venga affrontata seriamente perché
può interferire in modo negativo con il rapporto madre e figlio e favorire
l’insorgere di una condizione depressiva cronica.
Per questo, è bene rivolgersi a strutture specializzate, in grado, cioè, di
affrontare in modo corretto il problema, così come è opportuno essere informate
su questa forma depressiva per saperla riconoscere in tempo.