Il
Gran Premio delle Americhe, secondo appuntamento della MotoGP, corso la scorsa Domenica
ad Austin (Texas), è cominciato con “distrazione Lorenzo” partito dallo schieramento
con largo anticipo sul “verde”, mandando in confusione, credo, più di qualcuno
sulla griglia di partenza.
Non
avevo mai assistito ad una cosa simile e non avrei neppure immaginato che un
campione del valore di Lorenzo potesse commettere un tale errore. Un pilota
capace di lavorare sulle emozioni per contenerle, di limitare gli effetti della
pressione che inevitabilmente si genera nel contesto molto competitivo del Motomondiale
non può destabilizzarsi alla seconda gara di campionato.
L’ovvia
penalità, il passaggio a velocità controllata nella corsia box, gli ha precluso
ogni possibilità di confrontarsi con il gruppo dei primi. Ha dovuto rimontare
per tutti i 21 giri della gara ed accontentarsi del 10° posto finale.
Chi
non ha avuto problemi, invece, è stato il “funambolo” Marquez. Scattato dalla
pole position con la sua Honda, ha tenuto la testa della corsa fino al
traguardo.
Pedrosa,
con la moto gemella, è stato l’unico che ha provato a tenergli testa, per poi
finirgli dietro a poco più di 4 secondi.
La
vera battaglia è stata quella per il terzo gradino del podio.
Andrea
Iannone (Ducati – Pramac), partito bene dalla nona posizione in griglia, si è
trovato subito dietro a Pedrosa ed ha difeso la posizione strenuamente, fino a
6 giri dalla fine. Anche Rossi, in rimonta dopo la brutta partenza (la sua
Yamaha ha pattinato vistosamente), ha insidiato il ducatista, ma il degrado
della gomma anteriore della sua moto gli ha impedito di completare l’attacco e
superarlo. Il “Dottore” ha dovuto rallentare, accontentandosi di portare la
moto al traguardo in ottava posizione.
Iannone,
anche lui in difficoltà a causa del calo di rendimento degli pneumatici, viene
superato al 15° giro da Bradl (LCR Honda) e subito dopo da Dovizioso, sempre su
Ducati. È il pilota italiano ad avere, infine, la meglio. Dopo una corsa molto
accorta, ha ancora risorse utili a piegare la resistenza di Bradl e difendere
la terza posizione.
Fa
piacere rivedere la “Rossa” delle due ruote occupare un posto sul podio ed è
bello che accada con un pilota italiano.
Arrivare
terzo, dopo essere partito decimo con una moto che non ha la velocità delle
Honda e che continua ad essere difficile da “far girare”, è un merito non da
poco ed i quasi 21 secondi di distacco dal primo sono uno stimolo per tutta la
squadra a lavorare ancora meglio.
La
Domenica non è stata solo MotoGP, anche la Moto3 ha visto
un pilota italiano sul podio. Romano Fenati, in una gara sempre all’attacco,
dall’ottavo posto in griglia di partenza è arrivato a 69 millesimi dal
vincitore, mostrando una galleria di sorpassi – in staccata, all’esterno e fin
sui cordoli – da far saltare gli spettatori dalla poltrona.
Un
vero spettacolo conclusosi in volata con Miller (KTM), Fenati (KTM) e Vazquez
(Honda) rispettivamente sui tre gradini del podio.