Che strano paese è l’Italia, si parla ormai da anni di spending review ma la sua
attuazione viene costantemente rinviata a data da destinarsi. Per fortuna non
mancano le isole felici.
È di qualche mese fa la notizia che il Ministero della Difesa risparmierà dai 26
ai 29 milioni di euro grazie all’oculata scelta di adottare il software libero, nello
specifico la suite per ufficio LibreOffice, nei computer della sue infrastrutture;
l’operazione è stata chiamata LibreDifesa e trattasi della più grande
migrazione verso il software libero in Italia e seconda in Europa con oltre
150.000 di postazioni coinvolte.
Il progetto è frutto del lavoro dell’associazione no-profit LibreItalia che ogni
giorno lavora per spiegare alle pubbliche amministrazioni i vantaggi che si
ottengono nell’adozione del software libero (un lavoro molto meno semplice di
quanto si possa immaginare) che lo scorso settembre ha comunicato il buon
esito dell’accordo con i vertici del sistema informatico della Difesa.
Come ci spiega il coordinatore del progetto, generale Camillo Sileo, in una
intervista pubblicata su www.techeconomy.it: «Le ragioni che hanno portato il
Ministero della Difesa a fare questa scelta sono molteplici. La prima è
indubbiamente quella del rispetto della normativa che impone alle Pubbliche
Amministrazioni, attraverso l’art. 68 del Codice di Amministrazione Digitale,
l’obbligo di preferire, a parità di qualità, software di tipo open source o in riuso
rispetto a quello proprietario.La seconda motivazione è che, adottando il formato standard aperto ODF,
abbiamo guardato anche all’esigenza di garantire interoperabilità, leggibilità
nel tempo di documenti digitali oltre che rendere l’Amministrazione
indipendente da fornitore e da software. Attraverso l’adozione di LibreOffice
avremo finalmente tutti gli enti della Difesa con una versione uniforme di
software che porterà nel medio e lungo termine un aumento di produttività.
Motivazione non di secondaria importanza il grande risparmio economico in
funzione della scadenza del supporto Microsoft attualmente disponibili in Difesa
e che può essere stimato sui 26 – 29 milioni di euro per l’intero parco
macchine della Difesa».
E lo stesso Sileo conclude con queste parole «Ci
auguriamo che LibreDifesa possa portare, anche attraverso attività di
comunicazione e condivisione del progetto, un forte messaggio per i cittadini di
attenzione alla legalità, al risparmio e all’etica. La stretta collaborazione con la
comunità LibreOffice, la valorizzazione della contribuzione volontaria, la
trasparenza del progetto e la volontà di rilasciare materiali in riuso a favore
della collettività costituiranno un esempio prezioso per altre PA».
Per quanto l’argomento possa sembrare squisitamente tecnico, l’adozione di
software libero ed open source nella pubblica amministrazione significa per
l’appunto fare un grande passo avanti in direzione tanto della trasparenza
quanto del risparmio. Quindi il lavoro svolto da LibreItalia è fondamentale ed
imprescindibile.
Possiamo concludere che la migrazione verso il software libero è possibile
creando i presupposti affinché tutto ciò diventi un esempio non solo per le altre
amministrazioni pubbliche italiane ma anche a livelli internazionali.
Sperando di avervi fatto cosa gradita, vi ricordo che potete contattarmi al
seguente indirizzo e-mail: michele.savino.51@gmail.com.