Accesa conferenza stampa, ieri
mattina, nella Sala degli Specchi tra il sindaco Michele Abbaticchio, alcuni medici
di base di Medicina Generale, rappresentati dal Responsabile dell’Ufficio
Distrettuale, il dott. Gaetano Bufano, ed esponenti delle categorie sociali della città, sul tema della realizzazione del “Progetto Nardino”, un servizio rivolto
ad introdurre la figura dell’infermiere Care
Manager con l’obiettivo di prendersi in carico le persone
fragili e affette da patologie croniche, nelle forme evolute
dell’associazionismo medico e nel servizio infermieristico del distretto.
Presenti anche i membri della Consulta del Volontariato, della Consulta degli Anziani
e del Comitato Consultivo Misto del Distretto Sociosanitario n.3 della Asl Bari
Il confronto ha fatto emergere unasituazione di conflittualità tra i
medici di base di medicina generale e le associazioni, col sindaco
Abbaticchio costretto a fare più volte da mediatore. Pomo della discordia, infatti, la
valutazione e le modifiche del “Progetto Nardino”, arrivate dopo la conferenza di servizi dello scorso 3 aprile:
un progetto non significativo per Bitonto, secondo i medici; da non rifiutare
in alcun modo per le categorie sociali.
L’intervento del sindaco
Abbaticchio prova a trovare la giusta quadra in un equilibrio assai precario.
«Di
fronte ad un presente ed un futuro che vedo sempre più nero, è necessario che
le parti sociali e la parte medica facciano necessariamente squadra nel
rispetto delle istituzioni – è l’invito alla collaborazione reciproca del sindaco
– Se c’è qualcuno a cui fa comodo una
eventuale frattura tra le parti sociali e le parti mediche è proprio quel qualcuno
che ha tutto l’interesse a sminuire continuamente il nostro nosocomio. Litigando
tra noi ci condanniamo definitivamente».
Entrando più nel merito del “Progetto
Nardino”, «non è la panacea di tutti i
mali ma c’è una novità che ci ha comunicato l’ARES nella conferenza dei servizi– spiega – è da intendersi non più
come progetto sperimentale ma, qualora parta, come progetto permanente. C’è
stata una modifica del progetto ed io, da ufficiale di governo, istituzionalmente
non posso rifiutare il progetto, pur condividendo le perplessità dei medici, ma
devo certificare la presenza di quanto di nuovo stabilito nella conferenza di
servizi».
«Siamo
in un periodo di crisi, c’è un discorso di progetto permanente, siamo di fronte
a cinque operatori che hanno avuto una promessa di lavoro a tempo indeterminato – aggiunge il
primo cittadino – allora bisogna lasciare
liberi i medici e l’ARES di valutare le misure applicative ed esecutive del “Progetto
Nardino” e aprire una comunicazione che non sminuisca i rapporti con i
sindacati e che non trascuri di attuare un progetto permanente. Io non mi
prendo la responsabilità di dire di no ai medici e alle associazioni a questa
conversione del progetto vista la situazione attuale della sanità in tutta la
regione».
Abbaticchio guarda anche a
possibili risvolti possibili da un punto di vista occupazionale, oltre che
capire meglio le modalità di funzionamento del progetto.
«La
parte sociale è fortemente preoccupata nel dire di no al progetto Nardino. Qui
l’Ares consente a cinque persone, in modo permanente, di mettersi a
disposizione dei medici e di coordinarsi con loro per lo svolgimento migliore
delle loro prestazioni. Io concordo con le posizioni dei medici ma dobbiamo
considerare quanto detto dall’ARES e soprattutto capire che c’è il rischio,
oggi, che questi operatori non lavorino più a Bitonto».
Abbaticchio passa, così, alle
soluzioni e alle richieste.
«Siccome
viviamo un periodo delicato, chiedo una risposta a queste ultime dichiarazioni
della conferenza di servizi per creare un ultimo tentativo di coordinamento tra
questa apertura dell’ARES e i medici. Io lavorerò soprattutto per andare tutti
uniti su questo discorso. Per questo chiederò un incontro al direttore generale
dell’ASL e, uniti, redigeremo un documento con tutte le nostre condizioni, in
concertazione tra medici, categorie sociali e istituzioni, per far sì che ci
rispondano chiaramente dicendoci o si o no. È necessaria questa concertazione
altrimenti non faremmo una bella figura dinanzi alla Regione, ed io questa
soddisfazione non gliela voglio dare. Dobbiamo provare a dire sì al “Progetto
Nardino”, con tutti i suoi limiti, pur di non rifiutare un minimo di aiuto».
Medici e associazioni delle
categorie sociali si vedranno la prossima settimana per un incontro che servirà
ad elaborare e far partire la richiesta al direttore generale dell’ASL,Domenico Colasanto. La proposta dovrà avere anche dei margini di approvazione
da parte del Comitato aziendale dei medici: questi, infatti, potrebbero
rifiutare il progetto qualora il Comitato rifiutasse la proposta che sarà
presentata, pure in caso di approvazione del direttore generale, per non
opporsi così ad un loro organo superiore.