Il popolo delle primarie ha scelto. È Elly Schlein il nuovo segretario del Partito Democratico. Anzi, la nuova segretaria, perché per la prima volta la segreteria del partito sarà retta da una donna. A lei, il 53,8% delle preferenze nazionali.
Pro-Bonaccini, invece, si è rivelata Bitonto, confermando il dato già emerso in fase congressuale, in cui il governatore dell’Emilia-Romagna si era affermato come primo candidato, seguito da Cuperlo e, appunto, Schlein (non pervenuta De Micheli con zero preferenze). Ieri, dei 529 cittadini che si sono recati nel circolo culturale “Gaetano Salvemini”, in corso Vittorio Emanuele II, per votare, in 288 hanno optato per Bonaccini, mentre 231 hanno sostenuto Schlein. Dieci, infine, le schede nulle. Bonaccini era sostenuto da gran parte della classe dirigente del circolo bitontino.
Molti tra i militanti più giovani erano, invece, per Schlein. Che in Puglia era sostenuto anche da Francesco Boccia.
Ma torniamo al dato complessivo. Perché, quello che emerge è un dato inaspettato. Stefano Bonaccini era dato ampiamente per vincente e al congresso aveva ampiamente sorpassato la sua sfidante. Ma le primarie hanno ribaltato inaspettatamente la situazione. Primarie libere, a cui hanno partecipato iscritti e simpatizzanti del Pd e del centrosinistra. Anche non tesserati (del resto, la stessa Schlein fino a poco tempo fa non lo era, dopo essersi allontanata in polemica contro il Pd di Renzi). Ed è stato il loro voto, quello della galassia indefinita e in parte disimpegnata del popolo delle primarie, ad aver deciso il futuro prossimo del partito. In barba alle volontà espresse dalla maggioranza di chi il partito lo vive attivamente e della sua classe dirigente.
Poche parole da parte del segretario cittadino Francesco Brandi (che due settimane fa sostenne Cuperlo), sul dato nazionale e locale. Preferisce puntare l’attenzione sull’attualità e su quel che, a suo dire, il Pd dovrà fare per affrontare una tragica emergenza tornata drammaticamente alla ribalta questi giorni: «Come si sa, il risultato su scala nazionale è stato diverso. Ma oggi il nostro pensiero non può che fissarsi sulla catastrofe avvenuta sulle coste ioniche. Il naufragio di Crotone, “col suo carico speciale di speciale disperazione” relega in secondo piano le nostre cerimonie democratiche. Oggi non si dovrebbe parlare di politica, perché essa stessa è morta nel Mediterraneo, mare cimitero di migliaia di morti. Oggi si dovrebbe osservare lutto nazionale, europeo, mondiale, mentre tutti i governanti dovrebbero dimettersi, vergognarsi e sparire dalla circolazione per il senso di colpa».
«La neoeletta segretaria del Partito Democratico – continua – farà bene a propugnare la costituzione di un corridoio umanitario permanente verso le principali destinazioni europee, dando a tal fine immediatamente la disponibilità di tutti i porti e gli aeroporti d’Italia, della Marina e dell’Aeronautica italiana per gestire i trasbordi con mezzi e spese proprie. Non ci si può assolutamente più macchiare di questi crimini contro l’umanità. Non serve dispiacersi, dolersi, trovare scuse per chiamarsi fuori: l’Italia è colpevole, siamo tutti colpevoli».