Pasquale Castellano (Officina Partecipata) si è dimesso dalla carica di presidente della I Commissione, quella che si occupa di Personale, Pari opportunità, Decentramento e frazioni, Istituti di partecipazione alla vita amministrativa, Contratti ed appalti, Contenzioso, Servizi demografici, Relazioni con gli altri Enti Locali e con l’Unione Europea.
Dimissioni che, come ha spiegato nell’ultima seduta del consiglio comunale, rispondendo alla consigliera di opposizione che ne chiedeva le motivazioni, sono dettate da tre motivi.
Motivi personali. I più classici, quelli che se da un lato, possono essere dettati da «impegni professionali e personali che impediscono di svolgere al meglio il ruolo di presidente della Commissione. Niente di Politico!», come spiega Castellano, dall’altro lato, ed è accaduto di frequente a Bitonto, sono un facile escamotage per non dover dare troppe spiegazioni della propria scelta.
Motivi legati al raggiungimento degli obiettivi istituzionali prefissati. È questa la seconda causa della scelta di Castellano di porre fine al suo ruolo in Commissione. Un traguardo per cui il consigliere ha ringraziato tutti gli altri componenti.
Motivi legati al mancato riconoscimento del ruolo del consigliere comunale e delle commissioni stesse. Illustrando la terza delle motivazioni, Castellano ha dunque polemizzato, pur senza la volontà di accusare la maggioranza e la giunta, perché, a suo dire, il lavoro svolto in commissione non riceve la giusta importanza: «Resto in attesa che il presidente del Consiglio comunale metta all’ordine del giorno una cosa approvata 3 anni fa in Commissione, come il regolamento degli organismi di partecipazione. Ad oggi non lo vedo ancora in Consiglio. Capisco la pandemia, capisco tutte le difficoltà e le priorità, ma non capisco come possa succedere che un lavoro fatto in Commissione non arrivi poi in Consiglio comunale. Mi è stato detto da più parti che non è per problemi di natura politica. Ne prendo atto, ma non riesco comunque a comprendere perché non arrivino in quest’assise lavori giù chiusi in sede di Commissione. E ci sono stati anche altri precedenti».
Polemiche non nuove nella sala consiliare di Palazzo Gentile. Già nel febbraio 2020, in occasione della richiesta di sfiducia (poi fallita) verso il presidente del Consiglio comunale Vito Labianca, da parte dello stesso Castellano, era stata mossa l’accusa di aver sottovalutato il ruolo delle commissioni e dei consiglieri comunali che vi partecipano, dimostrando mancanza di sintesi istituzionale e non inserendo, puntualmente, tra gli argomenti da trattare in consiglio, le proposte scaturite da esse. Un’accusa mossa, allora, anche da altri consiglieri comunali, da Emanuele Sannicandro (Iniziativa Democratica) a Dino Ciminiello (Italia in Comune), passando per Antonella Vaccaro (Pd).
Le motivazioni addotte da Pasquale Castellano non hanno convinto la consigliera di opposizione Carmela Rossiello (Forza Italia): «Dovrebbe avere il coraggio di dire che è la maggioranza che non rispetta il ruolo delle Commissioni e dei consiglieri. Riconosco che la prima commissione non sta lavorando ed è un peccato, dal momento che le commissioni svolgono un ruolo importante per la città».
Al posto del dimissionario Castellano, dunque, è stato eletto Giuseppe Maiorano (Italia in Comune).