Da Dionigi Tafuto, segretario Rifondazione comunista di Bitonto, riceviamo e pubblichiamo.
“Direttore carissimo, oggi proviamo ad argomentare su quanto potrebbe accadere nei prossimi mesi a Palazzo Gentile dopo un periodo di relativa apprensione della tenuta di una maggioranza bucherellata per minacce (di sfiducia) più o meno velate rivenienti da protagonisti anche occulti della politica Bitontina impegnati a rimodulare incarichi e/o situazioni gestionali condizionati da accordi pregressi.
Non le sarà sfuggito a questo proposito la posizione del segretario locale del PD nonche’ assessore del tutto, il quale, senza peli sulla lingua riassume guardandosi indietro i termini di una accordo politico ad ampio spettro (con la benedizione dei maggiorenti Baresi del partito) che ha visto protagonisti Ricci eletto (in quota PD) mentre all’ex Sindaco fu data la possibilita’ di correre per il Parlamento.
Naturalmente il Pd locale oltre al Sindaco pretese nell’occasione una maggiore visibilità gestionale a compensazione della del peso politico di una candidatura alla Camera dei Deputati.
Evidentemente qualcuno ha mal digerito che il Pd abbia fatto incetta di tutte quelle deleghe con annessa Presidenza del Consiglio come candidamente ammesso da Brandi.
Per quanto ci riguarda, noi di Rifondazione Comunista abbiamo sempre osteggiato questo tipo di accordo che ha visto la sua gestazione all’incirca a meta’ secondo mandato Abbaticchio che vedeva l’ingresso in maggioranza (con relativo assessore) del partito democratico guidato dall’enfant prodige Brandi che nel frattempo si congedava da citta’ democratica
Ora, risulta evidente che non stiamo parlando di una città che si svuota ma alza sempre piu’ i propri palazzi o di una città che rende non vivibili le proprie piazze o del vecchietto che reclama una carta d’identità cartacea o di un certificato urbanistico da tempi biblici, o di un centro storico sporco, svuotato e invivibile, o del fatto che ormai e’ ormai impossibile circolare per una citta’ occupata da mezzi silenziosi che ti sfrecciano intorno. Stiamo parlando, direttore, di un modus operandi tutto locale di questi ignavi protagonisti della cosa pubblica impegnati ormai da anni in tutt’altre faccende”.