Dal portavoce pro-tempore del movimento politico “Liberi”, Mininni Vincenzo, riceviamo e pubblichiamo.
Egregio direttore,siamo qui,diversamente dal solito, a significarle il nostro proposito belligerante avverso un tentativo di racconto tutto rose e fiori da parte di taluni protagonisti affini ai soliti partiti che da sempre governano Bitonto, in un tentativo subdolo di risvegliare coscienze addormentate onde riproporre un racconto ripulito di quei disastri amministrativi di un tempo passato ma ancora visibili.
Come non ricordare la Bitonto che accoglieva con soddisfazione le grandi quantita’ di rifiuti, provenienti da Bari, nelle proprie cave attrezzate a discariche? Come non ricordare i mancati interramenti dei binari della Ferrovia nord Barese che hanno rinchiuso questa citta’ in un recinto dal quale e’ difficile uscirne? Come non ricordare le zone dormitorio frutto di un fantastico modo di intendere lo sviluppo urbanistico? Come non ricordare gli strani e pericolosi svincoli d’uscita della citta’(231, via Palo del Colle, Terlizzi ecc,. ecc)? Come non ricordare l’isolamento di alcune zone periferiche trasformate magari in aree mercatali, ancora prive di quei servizi anche igienici che ne avevano caratterizzato la tipizzazione? Erano i tempi in cui i signori della politica viaggiavano per vie che portavano a Roma e Bruxelles, alla Regione ed in Provincia con un continuo dedicarsi insieme a Sindaci, portati in carrozza, a rappresentare nel tempo una sorta di continuita’ politica e/o amministrativa con gli allora partiti di riferimento DS E MARGHERITA. Erano anni di vacche grasse, in cui lo spazio amministrativo non era negato a nessuno, se è vero come e’ vero che furono diverse decine gli assessori dimissionati e rimpiazzati nello spazio di qualche anno e di 3 consigliature, quella di Kuthz ne ebbe il primato (22 assessori dimissionati). Questo quadro desolante con anche la parentesi di destra(Valla) dette la stura a che vi fosse la necessità di un nuovo ordine, con a capo un condottiero a liberarci dell’incallito strapotere di quelle famiglie politiche, che puntualmente furono messe in un angolo. Al novello Napoleone la citta’ dette fiducia, i nuovi collaboratori
di fresca nomina subitamente si misero all’opera, con un piglio rigeneratore che ne caratterizzo’ una intera consiliatura. Una spinta rigeneratrice che duro’ lo spazio di un lustro per il disimpegno del giovane Napoleone, invogliato anch’esso a percorrere quelle strade Romane ed Europee con anche una riconsegna ai nemici di sempre(famiglie politiche, Partito Democratico) dello scettro del comando(Ricci) che a molti sembro’ essere una sorta di “Sindrome di Stoccolma” per l’essersi abbracciato ai propri carnefici con relativo giustificato depotenziamento politico amministrativo. Un racconto, caro direttore, necessario per fondatezza d’informazione, in quanto, ultimamente, girano per giornali, anche il suo, opinioni contrastanti, a far brillare questo o quel periodo con relativo “tirarsi le pietre”. Noi di Liberi, riteniamo, invece, questo modo di porsi, uno spettacolo poco edificante per una citta’ che a detta di molti, necessita di personalita’ politiche tutte impegnate alla soluzione dei tanti problemi, che nulla hanno a che fare con le fortune(politiche) dei singoli.