Dallo staff dell’onorevole Alberto Losacco riceviamo e pubblichiamo.
“Con ogni probabilità, il
voltafaccia dei senatori grillini sulla Legge Cirinnà, segna il punto più
cinico e spietato del Movimento grillino. E quasi certamente da qui inizia il definitivo declino di un Movimento
giunto in parlamento a furor di popolo. Ma finito miseramente nella sua stessa
incapacità di scegliere, di decidere, di cambiare il Paese.
Il ‘debutto’ di
Cinquestelle lo abbiamo avuto all’inizio della legislatura, con l’ incontro tra
una delegazione grillina e Pierluigi Bersani, allora segretario del Pd, che
tentava un’intesa con i grillini su alcuni punti programmatici per il futuro
governo. Bersani venne umiliato in
diretta streaming, grazie all’ aggressività dei parlamentari grillini, che
tutto fecero tranne che provare a trovare un minimo di intesa che potesse
garantire al Paese un governo di cambiamento.
Nel corso di questi anni, i
parlamentari grillini hanno invaso le Camere delle loro urla fatte di insulti,
senza mai portare nulla di serio e di concreto agli italiani.
Quello che è successo ieri
al senato ha profondamente colpito gli osservatori e la grande maggioranza dei
cittadini, che in rete hanno fatto sentire tutta la loro indignazione per il
voltafaccia grillino sulla legge delle Unioni Civili.
I grillini si sono così
intestati il probabile fallimento della Legge sulle Unioni Civili nella
versione che conosciamo, in piena intesa con la parte più arretrata del
parlamento in tema di diritti civili, soprattutto leghisti e berlusconiani.
Il M5S ha dimostrato di
essere del tutto inutile, profondamente incapace di favorire un processo di rinnovamento sociale e culturale.
Avevano dimostrato la loro totale inadeguatezza
nell’affrontare la loro prima vera crisi: quando è scoppiata la vicenda del
comune di Quarto. Stanno dimostrandosi deboli e mediocri nella tornata
amministrativa 2016, quando con una loro senatrice arrivano a sostenere che c’è
un complotto per far loro vincere il comune di Roma! E intanto loro stanno
facendo di tutto per non classificarsi nemmeno nelle grandi città come Milano,
Torino, Napoli. In sostanza hanno paura
di governare, di affrontare i problemi, di dare risposte.
Sui tetti dei Palazzi del
potere è facile e comodo salire. Ma quello che conta è stare dentro i Palazzi,
impegnandosi concretamente per il governo dei problemi. A questo non tutti sono capaci”.