«Un centrosinistra diviso con due candidati. Come si è giunti a ciò?».
Se lo chiedevano, nel 2012, i Giovani Democratici in un comunicato stampa in cui spiegavano la loro versione della vicenda del cosiddetto “forum del centrosinistra”.
Una vicenda che, oggi, sembra svanita nel nulla, ma che per diversi anni è stata spesso protagonista delle cronache politiche bitontine. L’inizio avvenne con le elezioni amministrative del 2012, ma le origini di tutta la vicenda si possono rintracciare nel 2008, l’anno della sconfitta storica del centrosinistra, presentatosi estremamente diviso, e la vittoria di una coalizione guidata dal centrodestra di Raffaele Valla, ma con una parte consistente di centrosinistra travestito da liste civiche racchiuse nel Cantiere della Partecipazione.
E così, in attesa delle nuove amministrative del 2013, il centrosinistra aprì un fronte comune per organizzare un’azione politica congiunta e mirata per tornare ad amministrare la città. La via prediletta dal Pd, a detta dei giovani del partito, era quella delle primarie di coalizione per individuare un candidato sindaco unico da supportare al nuovo appuntamento elettorale. Ma l’atteso appuntamento con le urne fu anticipato. Passarono quattro anni e, nel 2012, l’amministrazione Valla cadde un anno prima del previsto. E così, accorciatisi i tempi a disposizione, venne meno l’ipotesi delle primarie.
«Tutte le forze presenti, riconoscendo al PD il ruolo di partito-guida del centrosinistra in quanto partito di maggioranza, chiedono che sia quest’ultimo ad esprimere per primo una rosa di candidati – scrissero i Giovani Democratici nell’aprile 2012 -. A maggioranza si decide inoltre di allargare le trattative anche all’Unione di Centro, che aveva ricoperto un ruolo fondamentale nella caduta di Valla, e a Moderati e Popolari. Alla luce di questa decisione Città Democratica e FdS abbandonano il tavolo. Il Laboratorio e Italia dei Valori, dopo aver capito che si era perso l’obiettivo di sintesi, scelgono anch’essi di disertare gli incontri. Dopo che il Pd propone i nomi di Francesco Paolo Ricci ed Emanuele Sannicandro, si decide concordemente di cassare tutti i nomi già circolati, compresi Abbaticchio e Moschetta, per tornare alla ricerca di un altro valido candidato. Il movimento “La Puglia per Vendola”, invitato al tavolo, pone all’attenzione il nome di Nicola Castro che in quel momento sembra poter rappresentare una candidatura di sintesi. Alla riunione successiva, SEL ripropone il candidato Abbaticchio e i Socialisti chiedono del tempo per discutere al proprio interno ulteriormente del candidato. L’indomani Laboratorio, IDV, SEL, FdS, Città Democratica, Circolo Cultura Democratica, PSI e Il Ponte si riuniscono presso un tavolo diverso da quello ufficiale e trovano la convergenza su Michele Abbaticchio».
Da questo punto in poi le versioni raccontate sulla frattura nel centrosinistra si diversificano a seconda di chi la racconta. Una storia andata avanti per alcuni anni, tra accuse reciproche e scontri tra quelle forze politiche tra cui, inutilmente, si cercava una sintesi verso una nuova unità del centrosinistra cittadino che sembrava sempre più impossibile. Centrale, in tutta la vicenda, fu la figura di Michele Abbaticchio e la sua scelta come candidato sindaco nel 2012. Una figura mai accettata pienamente da tutte le forze del centrosinistra, in primis dal Pd che rivendicava un ruolo di guida del centrosinistra in quanto partito di maggioranza e che nella prima amministrazione Abbaticchio restò all’opposizione, dopo aver supportato il candidato sindaco Paolo Intini nel 2012.
Dopo il fallimentare tentativo del 2012 di riappacificare le parti in campo, l’anno successivo, nel giugno 2013, a Palazzo Gentile, fu attuata una nuova prova di riunificazione con un grande incontro che si tenne nella Sala degli Specchi di palazzo Gentile. Un incontro che nasceva dalla volontà di sanare le lotte intestine della compagine e di invertire la tendenza al calo dei consensi. Il forum era aperto ai partiti e ai movimenti che si riconoscevano nei valori del centrosinistra. Chi non partecipò fu il Movimento 5 Stelle, contrario «ad un forum il cui oggetto sia orientato ad una trattazione ideologica di forze politiche in cerca della propria identità perduta, (sempre se ci sia stata una unità), nel quale si fanno riflessioni, mea culpa, promesse ed esternazione di buoni propositi, tralasciando, spesso, le vere questioni su cui le forze politiche dovrebbero esprimersi».
Non ci dilunghiamo nell’illustrare le posizioni delle varie forze che vi parteciparono. Sarebbe un’operazione tanto lunga e complessa quanto inutile, dal momento che anche l’esperimento di giugno 2013 fallì e l’unità del centrosinistra tanto auspicata non arrivò.
Passarono, dunque, gli anni della prima giunta Abbaticchio e, con l’avvicinarsi delle elezioni del 2017, ci furono nuovi tentativi di riconciliare le parti in conflitto. Nel frattempo, gli equilibri in campo erano cambiati, con i socialisti che si erano ormai allontanati da Abbaticchio e dalle forze che lo sostenevano.
Il sindaco uscente si presentò per un secondo mandato, ovviamente, e ancora una volta, non fu possibile alcuna riconciliazione. All’appuntamento elettorale del 2017 ancora una volta si presentarono più coalizioni di centrosinistra: una a sostegno del sindaco uscente Abbaticchio, l’altra guidata da Emanuele Sannicandro. In quest’ultima c’erano il Partito Socialista e il Partito Democratico.
L’avvicinarsi delle urne diede nuova linfa agli scontri tra le parti. Una linfa sempre generata dalla figura del sindaco uscente. A difendere Abbaticchio e il suo operato intervenne il movimento civico Città Democratica: «Il Partito Democratico si comporta come se il centrosinistra non esistesse al di fuori del proprio circolo. senza minimamente ammettere che, invece, il centrosinistra è vivo e vegeto, sta mettendo casa altrove, ben governa la città e semplicemente non si sente rappresentato dalla segreteria locale del Pd. Noi di Città Democratica abbiamo sempre creduto in una sintesi politica, riunificazione, che non cancellasse le conquiste avvenute nel frattempo, ma che anzi le assimilasse fino a farne nuovo lievito. Assumendo la posizione esterna al Partito di riferimento del CS intendevamo rendere evidente quest’obbligo di rinnovamento. A chi volesse vederlo. Il germe ha attecchito e ha germogliato prima con l’elezione, poi con il buon governo targato Abbaticchio, del quale ci sentiamo pienamente corresponsabili e che riproponiamo per una giusta riconferma dal 2017».
«Ad un cammino diverso, serio e progettuale siamo disponibili. Lo diciamo chiaramente: l’alternativa a questo Partito Democratico è un Nuovo Partito Democratico» fu la chiosa finale del movimento civico. Nonchè l’anticipazione di quel che sarebbe avvenuto più in là, con l’avvicinamento del Pd alla squadra di Abbaticchio. Un avvicinamento a cui seguì il cambio di segreteria, andata a Francesco Brandi, che era stato esponente di Città Democratica. Una nomina che segnò la fine di quest’ultima, confluita nel Pd.
Le carte in tavola erano dunque cambiate. Anche se i socialisti continuarono a rimanere fuori e a rappresentare un centrosinistra alternativo. Ma i tentativi di riunione non si fermarono. Nei mesi successivi, il Psi, insieme ad alcune forze politiche (le liste Governare il Futuro, Iniziativa Democratica), formarono la Federazione Pares, per cercare «nuove convergenze nel centrosinistra per arginare l’antipolitica». Seguirono nuovi incontri tra le forze politiche, ma le fratture erano troppo ampie per sanarsi. Anzi, finirono per ampliarsi e spaccare la stessa Federazione Pares, dopo l’avvicinamento di Iniziativa Democratica e di Sannicandro a quello stesso Abbaticchio che era stato in precedenza avversato. Ancora una volta era la figura di Abbaticchio a rappresentare l’ostacolo alla riunificazione della compagine.
Nel frattempo, passano gli anni e, con l’avvicinarsi delle elezioni 2012, il tema si ripresenta, nonostante Abbaticchio non fosse più tra i candidati in gioco. Ma la sua influenza su alcune delle forze politiche in campo era ancora ben presente e portò ad un’ulteriore spaccatura che fu alla base dell’alleanza tra alcune forze politiche di centrosinistra con la coalizione di centrodestra. Un’alleanza generata dall’accusa di continuità con Abbaticchio rivolta alla coalizione e al suo candidato sindaco. Il resto è storia nota e recente, su cui evitiamo di dilungarci.
La campagna elettorale del 2022 fu l’ultima occasione in cui tornò alla ribalta la questione del cosiddetto “forum del centrosinistra”. Ancora una volta la riconciliazione non ci fu, nonostante di frequente, dalla coalizione a sostegno di Ricci, si rivendicasse il merito di aver finalmente riunito il centrosinistra. Ma è davvero così?
Sull’argomento sembra ormai calato un silenzio definitivo oggi che la figura di Abbaticchio è passata in secondo piano. Sono passati in secondo piano anche gli attriti del passato?
È ancora presto per azzardare supposizioni e previsioni.