Quale
futuro per Forza Italia? Quale
futuro per l’Italia? In vista delle prossime consultazioni elettorali primarie “sì”, primarie “no”?
Questi
sono i dubbi, le domande a cui i big del partito di centrodestra hanno cercato
di dare risposta durante tre giorni di intensi ed accesi dibattiti che hanno
coinvolto più di 500 ragazzi – senza contare i non accreditati – giunti da tutto il Paese (dalla Sicilia al Friuli)
per la manifestazione “Everest”, che
giunta al suo secondo anno di vita, si è tenuta dal 5 al 7 settembre presso l’Hotel Riva del Sole di Giovinazzo.
Forte
il contributo di Domenico Damascelli,
vice coordinatore vicario provinciale del partito: «Abbiamo
più di 500 giovani che scalano la vetta della militanza e della passione –
apre il consigliere forzista -. Dobbiamo
difendere i nostri sogni, la nostra dignità, i nostri valori scalando la Puglia
e restituendola ai suoi cittadini. Questa
esperienza ha costituitoper tutti una grande opportunità per
confrontarsi, maturare una più profonda consapevolezza del ruolo di ognuno di
noi nel territorio d’appartenenza e avviare il giusto percorso per iniziare la
sfida per le prossime elezioni regionali».
È, per
il capogruppo regionale Ignazio Zullo,«Il momento di prendere in mano la nostra
regione e far prevalere il nostro sentire: ci lamentiamo della sinistra che
illude e delude e per questo dobbiamo restare uniti avviando uno scambio
generazionale necessario nelle istituzioni».
«Più che sul futuro del partito, penserei a
chiedermi se ce n’è uno per l’Italia – ha aperto il vice Presidente del
Consiglio regionale del Lazio, Francesco
Storace -. Vorrei vivere in un paese
dove c’è rispetto per la famiglia e per i nostri diritti e prima di pensare
alle primarie bisogna pensare alla nostra comunità».
«Abbiamo il dovere di indicare
una rotta chiara sapendo che potrà di nuovo coincidere con il futuro del Paese
– ha concluso
Storace -. Voglio da Everest che i
giovani possano scrivere un manifesto che ci possa di nuovo unire e ci possa
far ripartire per le regionali».
Dello
stesso parere è il vice Presidente del Senato Maurizio Gasparri: «Bisogna tornare
ad avere grande umiltà ed evitare di creare micro partiti che andrebbero solo a
ledere la nostra originaria unità».
Il neo
parlamentare azzurro, consigliere politico di Silvio Berlusconi, Giovanni Toti rallenta la corsa verso
le primarie del centro destra pugliese: «Io
non sono particolarmente affezionato alle primarie – apre Toti -: sono
uno strumento non sono il fine.
Mettersi insieme per fare le primarie è un fine francamente modesto. Se ci
saranno candidati condivisi senza bisogno delle primarie non vedo la ragione di
farle. Se non ci saranno candidati condivisi, nulla osta a farle».
“Prima l’unità della
coalizione, poi la scelta dei candidati”, anche il senatore Altero Matteoli, coordinatore della commissione nominata da
Berlusconi, in vista delle regionali, mette un freno: «Io appartengo a coloro che non sono entusiasti delle primarie –
confessa – perché i partiti devono ritrovare la loro autorevolezza ed essere messi in
condizione di poter decidere. Bisogna vedere se la coalizione riusciamo a
ricostituirla, la commissione che Berlusconi ha insediato come prima cosa deve
far questo: dopo la ricostruzione, se si
trova un candidato condiviso, le
primarie non sono assolutamente necessarie».
Ma la
Puglia ha già fissato la data delle primarie al 23 novembre prossimo ma «al momento non c’è un candidato condiviso– spiega il senatore Francesco Amoruso,
coordinatore regionale del partito -. Il
messaggio che Toti ha lanciato riguarda il quadro nazionale, e lì un tavolo di
tutti i partiti di centro destra è un fatto molto positivo che deve servire a
unire tutta la coalizione. Nella specificità delle varie regioni, vedremo il da
farsi».
Favorevole
con riserva l’onorevole Laura Ravettoche per il partito ha messo a punto il regolamento sulla consultazione
popolare: «Le primarie devono essere
utilizzate con intelligenza – spiega -: se il centro destra unito dovesse avere
già un candidato molto forte su cui tutti concordano che è già vincente è
inutle mettersi a fare le primarie, distruggersi uno con l’altro e separarsi i
voti. Si fa l’accordo e si corre con quel candidato».
Il
vice presidente del Senato, Maurizio
Gasparri, getta acqua sul fuoco nel dibattito sulle alleanze per le
prossime elezioni regionali: «Noi vogliamo
colmare un’ampia coalizione di centro destra, da Everest parte una spinta, per
la Puglia e, per tutto il Paese con tutti coloro che uscendo dall’ambiguità
vogliono creare una alternativa alla sinistra. Vedremo poi il metodo: se ci
sarà convergenza su dei candidati alle presidenze o se sarà necessario
ricorrere a delle primarie che possono essere uno strumento possibile».
Difende
invece la sua linea Raffaele Fitto: «Se l’alternativa a quella di riunioni
nazionali tra pochi per scegliere un candidato sono frutto di un braccio di
ferro di coalizione da scegliere a pochi giorni dalla presentazione delle liste
mi sembra sia un’alternativa sbagliata. La
mia posizione è quella di continuare sulla strada delle primarie perché penso
sia un modo migliore per poter aprire una fase di coinvolgimento del nostro
elettorato».
Ma il
coinvolgimento di Silvio Berlusconi,
leader indiscusso del gruppo forzista, non lascia spazio solo al coinvolgimento
ma diventa un vero appello ai tanti giovani:«Siamo all’opposizione con senso di responsabilità – ha spiegato l’ex premier –
contrastiamo le misure economiche di questo governo Renzi, ma sosteniamo le
riforme istituzionale: le stesse che noi avevamo proposto in passato per
garantire la governabilità».
Poi l’appello ai giovani: «Resto in campo, ma adesso tocca a voi.
Bisogna presentarci agli italiani con facce nuove che vengono dalla trincea del
lavoro, delle professioni, dall’Università e non solo dal mestiere della
politica».
Apre
quindi, alla società civile per il rinnovamento del partito. Speriamo di
vederli un po’ di volti nuovi che agiscano davvero per il bene dell’Italia,
della regione ma soprattutto della comunità.