“Una sentenza della Corte costituzionale molto innovativa che dice che io quanto magistrato in aspettativa non posso essere iscritto a un partito, però posso continuare a sostenerlo e a lavorare con questo partito”, è il commento del Governatore della Puglia, Michele Emiliano, che da 12 anni a questa parte è in aspettativa dal suo ruolo di Pm ed è accusato di aver violato il divieto per i magistrati di iscriversi o partecipare in modo “sistematico e continuativo” alle attività dei partiti.
Per questo non potrà rinnovare la sua tessera al Partito Democratico anche se “Io sono il capo politico del centro-sinistra in Puglia e il Pd l’ho fondato io: è una sentenza un po’ strana da questo punto di vista però la sentenza anche quando sono strane, si applicano punto e basta – aggiunge -. Adesso mi trovo in un’altra condizione, però se non fai il comandante non significa che non puoi attaccare i manifesti”.
E aggiunge, simpaticamente: “Ora attaccherò manifesti e distribuirò volantini”.
La procura generale della Cassazione ha chiesto per lui la condanna all’ammonimento, la sanzione più lieve. Ma il Csm ha sospeso il processo sollevando una questione di legittimità costituzionale. La Corte, ora, dovrà decidere se sia in contrasto con la Costituzione la norma che non esclude dal divieto i magistrati che, come Emiliano, sono fuori ruolo, cioè in aspettativa per ragioni elettorali. Slitta così al prossimo gennaio, a quanto si apprende, l’udienza del processo davanti alla sezione disciplinare del Consiglio Superiore della magistratura.