Il 31 ottobre 2018 non sarà ricordato perché la seconda amministrazione targata Michele Abbaticchio ha portato a casa il Piano sociale di zona Bitonto-Palo del Colle 2018-2020, ma per essere stato il primo a essere trasmesso in diretta streaming.
Certo, in via sperimentale, con una telecamera fissa che inquadrava solo i banchi della Giunta comunale e non quelli dei consiglieri, ma è già qualcosa.
Il problema, però è un altro. Nel dì in cui in cui Palazzo Gentile scopre la diretta delle assise comunali, ci si rende conto che con la digitalizzazione degli uffici e delle pratiche c’è più di qualche problemino. Ma non lo scopriamo certamente oggi. E pure nel rendere delle semplici fotocopie a disposizione dei consiglieri comunali.
Commissione paesaggistica e digitalizzazione ko. Che la digitalizzazione sia una cosa dura e selvaggia in corso Vittorio Emanuele lo ha sottolineato subito, in apertura di assise (doveva iniziare alle 8.30, ma è partita alle 9.45), Cosimo Bonasia (Insieme per la città), facendo presente i gravi disservizi della piattaforma che gestisce le pratiche e le questioni edilizie, e tutto questo non giova a rendere più rapida la risoluzione dei problemi. Il consigliere, inoltre, è tornato a sollecitare sulla Commissione paesaggistica, ferma al palo o quasi.
Via libera al Piano sociale di Zona. Il sì solo dalla maggioranza. Il Piano sociale di zona, il provvedimento principe di tutta la manovra sociale del Comune di Bitonto, era il punto più importante all’ordine del giorno.
L’assessore al Welfare, Gaetano De Palma, ne ha tratteggiato alcuni rilievi cromatici, sottolineando come la maggior parte della spesa sarà per assistenza domiciliare e per quella specialistica, e che ci sono alcune titubanze e perplessità sullo Sprar anche alla luce delle novità contenute del Decreto sicurezza in Parlamento in questi giorni.
E poi un annuncio: a brevissimo partirà il Taxi sociale, tre mezzi per garantire sostegno ad anziani e diversamente abili.
L’opposizione, a più voci, non ha lesinato più di qualche critica, e messo in risalto i punti di debolezza non solo del provvedimento ma di un sistema in generale.
Emanuele Sannicandro (Insieme per la città) si è chiesto che fine farà l’immobile del Maria Cristina di Savoia, quelli che svolgevano Servizio civile e dove si svolgeranno tutti i servizi che lì erano svolti, perché non è stato impegnato 1milione e 700mila euro del precedente Piano sociale, maggior coinvolgimento delle agenzie scolastiche e attenzione verso le esigenze di socializzazione per gli anziani che stanno sostanzialmente bene. Ergo, i Centri polivalenti.
Forza Italia, con Carmela Rossiello, ha passato in rassegna tutti quei progetti annunciati in pompa magna anche mesi addietro ma poi scomparsi. Già, che fine hanno fatto? Quello sul bullismo, per esempio, figlio dell’ex assessore alla Pubblica Istruzione Vincenzo Gesualdo, è stato bocciato dalla Regione, e adesso tocca finanziarlo con fondi comunali.
Secondo l’ex grillino Cataldo Ciminiello, invece, ci sarebbero un po’ di lacune sull’ambito di lotta alla criminalità, ma le responsabilità sono da additare anche alla Regione.
Anche l’ex assessore ai Servizi sociali, Francesco Scauro, ha visto più di qualche ombra. La presenza di poche, pochissime assistenti sociali (sono soltanto tre, ma pare debbano arrivarne ben quattro a dicembre ma dovrebbero essere una ogni 5mila abitanti), e tutto questo rende il Piano sociale inadeguato a rispondere alle esigenze del territorio e incapace di entrare in alcune precise dinamiche familiari. Secondo l’esponente socialista, inoltre, proprio in tema di digitalizzazione, mancherebbe anche stretta collaborazione tra Servizi sociali e quelli sanitari della Asl.
Dopo quattro ore di discussione, il provvedimento è licenziato. Disco verde della maggioranza (14 voti favorevoli), astenuti gli otto componenti dell’opposizione.