Una piccola “Alice nel Paese delle meraviglie” in cerca della felicità, di una vita serena migliore. Non certo la sua.
Una chiamata, anzi due. Ed ecco che tre amiche del liceo Marisa, Carlotta, Angela si ritrovano dopo tanto tempo.
Anna Galiena, nei panni di Marisa, interpreta la parte di una presentatrice tv con una casa meravigliosa, un corpo meraviglioso – rifatto – e una vita devastata.
L’interno della sua casa, unica fonte di scenografia, è tinta ovunque di rosso nel divano a forma di labbra, nei bicchieri, nel poster che la raffigura, nelle luci, ma anche nei suoi abiti, scarpe e orecchini.
È questa apparenza che inganna Amanda Sandrelli, Angela, che è convinta che la sua amica-star viva circondata da ciò che più ama; ma “la notte sei sola come tutti gli altri e questo non fa la felicità…”.
E giù che scende la vodka insieme alla veritas del racconto.
Giunge anche Marina Massironi, Carlotta, cambiata rispetto ai tempi del liceo.
Un brutto anatroccolo grassottello e impacciato diventato dopo l’abbandono da parte del marito un delizioso cigno: magra, affascinante e piena di sé, l’alter ego dell’amica Marisa.
Si ritrovano così tre donne dalle vite complicate ad avere le stesse paure di quand’erano bambine: “ho paura della solitudine, di provare emozioni, di non essere amata e di non essere abbastanza buona”.
Ma la vita non è una tavola pitagorica. È follia e bisogna lasciarsi andare.
Angela, Marisa e Carlotta decidono così di avere qualcosa in più in comune che tanti rimpianti: un figlio per una dallo stesso padre, una vera famiglia.
La risposta è Alberto Pastor, il figlio del bidello.
“Alto, moro, buono, bello, sexy, carismatico, ben dotato, intelligente” queste le caratteristiche che le tre donne trovano in Sergio Muniz, protagonista maschile del triangolo dell’isterica e ironica disperazione.
Ma in amore “i tempi e le coniugazioni verbali sono importanti” e Alberto diventa il loro verbo al presente: che importanza avrà l’origine del seme?
L’essenziale in tutta la commedia sarà disposto sui cardini della famiglia fatta di chi si protegge e ha un progetto di vita comune.
La comunione delle donne con la nuova vita nel loro grembo diventa un modo per combattere le soglie della prostituzione, anche maschile, quella dell’usare il corpo come oggetto e non come scrigno di sogni e magie.
Il sogno di Angela, in fondo, era quello di avere tanti bimbi, una macchina piena di sedie pieghevoli e di cestini per il picnic.
Una vita normale…