«Si proceda quanto prima a liberare la “Pescara della corriera” dalla presenza del Partito democratico e a non utilizzarlo più per fini politici. Così come è stato stabilito un anno e mezzo fa».
Il disco verde dall’ultimo Consiglio comunale alla modifica del regolamento sugli immobili comunali fa (ri)piombare in aula destino e sorti della storica struttura al civico 23 di corso Vittorio Emanuele, sede prima del Partito comunista, poi del Democratici di sinistra e adesso del Pd, nonostante il contratto di locazione sia terminato. Domenico Damascelli (Fratelli d’Italia) ha chiesto direttamente al sindaco Francesco Paolo Ricci quale sarà il futuro dell’immobile, partendo dal presupposto che l’amministrazione comunale idee su cosa farne le ha messe nero su bianco a inizio 2023. C’è un atto di indirizzo, infatti, dove si legge chiaramente che da Palazzo di città intendono adibirlo a «un punto di primo intervento prossimo al centro storico, una delle aree maggiormente interessate da episodi di criminalità e che quindi consentirebbe interventi tempestivi e un più efficace contrasto alla criminalità urbana». Tradotto: una nuova casa per gli uomini della polizia locale. E non è tutto, perché già a marzo 2021 era stato lo stesso segretario del circolo cittadino, Francesco Brandi, ad annunciare che di lì a qualche giorno, i democratici erano pronti a uscirne (clicca qui per articolo urly.it/3ay08). «Nei prossimi giorni – annunciava l’attuale assessore al Bilancio – il tempo di portar via arredi di proprietà, il Partito democratico restituirà l’immobile della “Pescara” al Comune di Bitonto che ne pretende la restituzione in forza di una delibera di Giunta del 2016, che pare non si possa in nessun modo rettificare, nonostante la mutata volontà politica. Noi non rimarremo abbarbicati alle sedie di quella sede».
Tre anni e quattro mesi dopo, gli inquilini sono ancora lì e «si continua a fare riunioni – ha sottolineato ancora Damascelli – si fa campagna elettorale, si usa per tornate elettorali ed è un qualcosa che non mi sembra regolare». «L’Atto di indirizzo che abbiamo fatto – ha spiegato il primo cittadino – non lo rinneghiamo affatto e abbiamo demandato all’ufficio tecnico affinchè si proceda al più presto con gli atti di verifica della vulnerabilità sismica e alla ristrutturazione del locale (lavori al solaio e barriere architettoniche, ndr) per la fruibilità a uso pubblico. Il mio timore è che, liberando adesso l’immobile possa essere occupato in altri modi».