Per Nino Grassi, maestro acquerellista nato a Mariotto nel 1949, ma residente da diversi anni in quel di Milano, il ritorno estivo a casa, quasi un londoniano richiamo alle scaturigini del sangue e della terra, rappresenta una sorta di pausa-caffè capace di allentare le tensioni di un anno intero.
Se il ritorno a Mariotto è la sosta, l’arte è per Nino il rifugio (Rifugio di una vita è una delle sue opere maggiori), l’ovattato riparo del talento e delle aspirazioni in cui poter sempre e volentieri ripiegare.
Il capoluogo meneghino è la città d’elezione di Nino; qui si forma artisticamente diplomandosi nel 1975, in Grafica pubblicitaria, presso la Scuola Superiore d’Arte del Castello Sforzesco.
La pittura è una confidenza giovanile che l’artista coltiva sotto la guida del Maestro Vanni Saltarelli, presso l’Associazione culturale per le Arti figurative “Arte 20”; poi Nino conosce i Maestri Dauria e Giudici, che lo iniziano alle incisioni, ed infine il grande salto con il Maestro Angelo Gorlini, grazie al quale Nino toglie il velo dal trasparente mondo degli acquerelli, la sua intramontata passione di ieri e di oggi.
“L’acquerello mi dona la libertà e la disinvoltura di un gesto creativo sciolto con cui fondo i miei colori, creando nel loro amalgama l’effetto sperato; si parte da una nota più intensa per addivenire alla tinta più mite”, sostiene Nino, i cui occhi saputamente sorridenti si accendono di una tenue emozione quando dice: “L’acquerello può condurti ovunque; quando parti, la sua mèta è sempre avvolta nel mistero e alla fine tu riesci a fare sempre nuove, sorprendenti scoperte”.
Da molti anni Nino Grassi è membro dell’AIA (Associazione Italiana Acquerellisti) e partecipa a mostre, concorsi ed eventi artistici, ottenendo riconoscimenti di critica e pubblico. Si devono menzionare, tra i più significativi, il 1° Premio biennale Emilio Gola (Monza Brianza), il 2° Premio nazionale di Acquerello “Agazzi” (2004), la partecipazione a collettive nazionali e internazionali tra le più note (Bellagio, Palazzo Ducale di Genova, Palazzo Navale, Fabriano e altri).
“Nel mio Paesaggio norvegese esposto a Fabriano nel 2013, la mescolanza cromatica crea un incessante scambio di alterazioni e dilatazioni, con l’effetto visivo finale di montagne che fuoriescono da nuvole e una barca in primo piano da cui tiro l’essenziale in un alterno gioco delle tinte” dice Nino, parlando forse del suo acquerello più amato e noto al pubblico.
Gli ultimi e forse più significativi lavori di Grassi sono stati esposti nell’ambito della mostra “Colori d’acqua”, tenutasi nel 2013 al polifunzionale di Bregnano (Co): tra questi, il testé evocato Rifugio di una vita, la baita avvolta nella calda iridescenza domestica che si riverbera all’esterno fin nei colori dell’aria circostante, avvertita come il sereno contorno del proprio habitat sensoriale; e poi l’altro grande acquerello, molto apprezzato anche all’estero, dal titolo Sorvolando la natura, eseguito dipingendo in velatura e “al contrario” il volo di due gabbiani che dal mare si dirigono verso l’entroterra, in un registro artistico nel quale le barriere del sogno sono già cadute e si annunciano nuove frontiere, nuovi mondi pregni di misteriosa vitalità.
“L’insegnamento del Maestro Angelo Gorlini è stato per me cruciale”, spiega Grassi, “grazie a lui ho capito che una pennellata libera e senza ripensamenti può regalarti le sfumature più ricche e variegate, che occorre saper calibrare nella tempistica stringente imposta dall’acquerello”.
Poesia e gesto artistico si fondono in una genealogia del talento le cui ramificazioni s’inscrivono proprio nei regesti di una tecnica che è essa stessa poesia, ed è serenamente arte solo a patto che il dettaglio divenga sfumatura ed il limite sbiadisca in un orlo indefinito che nega ogni certezza di precisione al sentimento, aprendo il varco alla più fervida delle immaginazioni.
Gioacchino Grassi esporrà le sue opere nell’ambito della mostra “La Pausa” che si terrà a Mariotto dall’11 al 15 settembre nei locali di Villa Jannuzzi. Inaugurazione venerdì 11 alle ore 18.