Legàmi, Lègami. Apparentemente l’unica differenza tra le due parole è l’accento, ma, in realtà, è la prima e più importante su cui bisognerebbe soffermarsi.
I legami non sono lacci, anche se a volte sembrano tali e se stringono troppo possono fare male.
Sono emozioni, sensazioni, equilibri sottili come “Un filo di lana rosso”, di cui ha scritto Raffaella Leone.
Lo hanno dimostrato i bambini della classe IV E della Scuola Primaria “N. Fornelli” e le ragazze dell’Opificio delle Arti – Danza e Musica con le insegnanti di danza Graziana Putignani e Maria Mimosa Torres e di musica e canto Angelita Putignani e Anna De Gennaro che, lo scorso giovedì, nella meravigliosa cornice del Teatro Traetta hanno dato una nuova luce alle parole della scrittrice in “Quel filo che ci unisce”.
«Abbiamo realizzato lo spettacolo in questo primo periodo scolastico e portato in scena il risultato di un progetto di lettura –ha raccontato la maestra Mariella Putignani–. che si rinnova ogni anno con un nuovo libro da leggere. Il mio intento è sempre quello di contaminare in maniera accattivante e piacevole il percorso dei bambini, lettori e scrittori in erba che si sono cimentati anche nell’arte teatrale, seguiti a livello registico da Marzia Colucci».
I libri rendono liberi e permettono di volare sulle ali della fantasia, ma anche e soprattutto di comprendere di più e meglio la realtà di sé stessi.
Infatti, «La lettura del libro di Raffaella Leone ci ha permesso una profonda riflessione sui legami umani fatti di cura, impegno e che oggi sono sostituiti dalle innumerevoli, immediate, ma sterili connessioni. Abbiamo vissuto lo stupore dei piccoli teso tra momenti gioiosi, condivisi, che si intrecciano con i fili rossi degli affetti consolidati e con quelli che stanno per crearsi e diventare sempre più numerosi e importanti».
È nata, nello specifico, un’ottima sinergia tra la Fornelli e l’Opificio delle arti di Bitonto grazie alla quale gli spettatori si sono lasciati travolgere dalla magia di una storia di legami raccontata da una nonna e dai suoi “piccoli nipoti” sfilando la trama di un gomitolo rosso e con una mistione di linguaggi, tra canto, recitazione e danza.
I fili di lana sono sottili come le incomprensioni, ad esempio, e possono spezzarsi se prendono direzioni opposte, ma se c’è l’amore stringono più forte a dispetto di qualsiasi distanza, ostacolo.
È questo il messaggio lanciato dai piccoli attori e dalle ballerine sotto la direzione artistica di Graziana Putignani e musicale di Angelita Putignani.
«Finché si scrive –ha precisato l’autrice Raffaella-, le parole sono di carta. Quando diventano di carne, le emozioni si moltiplicano all’infinito».
«I bambini hanno saputo trattare un argomento delicato con la giusta leggerezza e spontaneità –si è complimentata la vicepreside Annalisa Licinio–che ha toccato i nostri cuori facendoci emozionare e divertire. Sono i frutti di un buon lavoro e di una scuola che fa rete sul territorio, questo è fondamentale».