Nato
nel 2006, Libero Cinema in Libera Terra è un festival di cinema itinerante che porta i film nei beni confiscati alle
mafie e restituiti alla legalità, promosso da Cinemovel Foundation con la presidenza onoraria di Ettore Scola e Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie, fondata da don Luigi Ciotti.
“Occupare”,
simbolicamente, anche per un solo giorno, luoghi e paesi come Corleone, Cinisi,
Portella della Ginestra, Polistena e Castel Volturno acquista un valore
particolare e l’obiettivo principale è quello di creare, attorno al cinema,
“piazze universali” di confronto e aprire spazi di discussione per
sostenere quelle realtà produttive che, col loro lavoro quotidiano,
costituiscono una risposta concreta e una alternativa alla criminalità
organizzata.
Questa
realtà è giunta, lo scorso sabato 26 luglio, anche a Bitonto.
«Siamo felici di
accogliere in città il Festival – ha aperto l’assessore al Marketing Territoriale
Rino Mangini -. È uno degli eventi
collaterali che porta cultura, cinematografia e questo ci onora».
«La metafora del cinema itinerante – ha commentato il vicesindaco Rosa Calò– spero possa divenire una spinta per metterci in cammino verso un impegno forte».
È
la 9 edizione per “Libero Cinema in Libera Terra” che non ha toccato solo l’Italia
ma anche altri Paesi esteri: «Siamo stati
nel continente africano – ha affermato Elisabetta
Antognoni, presidente di Cinemovel – dove hanno visto la nostra carovana arrivare
con vari mezzi di trasporto passare per Marocco, Etiopia, Senegal dove abbiamo
parlato, attraverso le immagini, di istruzione per le bambine, la mutilazione
dei genitali e molti altri argomenti per cui le parole non bastano».
A
stupire l’Auditorium della Fondazione Santi Medici – purtroppo non colmo come
avremmo tutti desiderato, decimato sia dal maltempo che dal cambio di location
operato soltanto quattro ore prima dell’inizio e con una distanza notevole (1
km e trecento metri) dall’originaria piazza Cattedrale – c’era l’arte grandiosa
di Vito Baroncini che con la sua lavagna luminosa ha incantato con inchiostri,
lucidi e video.
Presente
in sala anche un ospite d’eccezione, Daniele Gaglianone autore del film “La
mia classe”, un piccolo gioiello di cui ha spiegato le fattezze.
«È un film
nato da un’idea molto semplice – ha commentato il regista – di mettere insieme un attore di finzione (uno splendido e mai deludente Valerio Mastandrea, ndr) e una classe autentica di studenti adulti, incontrati in giro
per Roma che stava imparando l’italiano in maniera diversa».
Il film è il risultato di un percorso: «Racconta la complessità dello stare insieme– conclude sorridendo -. È un piccolo
miracolo».
Un
film che diventa quasi un piccolo documentario dove in scena ci entra il
regista, i fonici, gli assistenti di regia tutti per uno stesso fine:
raccontare uno spicchio di verità che continuamente ignoriamo.
Gli
extracomunitari nelle nostre città sono tanti, aumentano forse ad ogni nuovo
sbarco ma tutto è racchiuso in quella trovatissima canzone di Daniele Silvestri“La gente che passa ci guarda e prosegue
veloce, ci osserva e prosegue veloce, magari sorride, ma sempre prosegue veloce”.
E
salgono i sentimenti di solitudine, malinconia.
Come la pioggia di un uggioso sabato sera
estivo.