La lotta alla mafia, a cui negli
ultimi anni si è stati particolarmente sensibilizzati, è per molti una scelta
di vita. Nel 2006, dall’iniziativa di Don Luigi Ciotti nasce “Libero cinema in
libera terra”, con lo scopo di strappare alla delinquenza e alla malavita
territori e beni, poi riqualificati attraverso l’organizzazione di eventi
culturali e di proiezioni cinematografiche.
Una scommessa, dunque, quella in
cui si impegnano Ettore Scola, presidente onorario di Cinemovel Foundation, e Don Ciotti, già fondatore nel 1995
dell’Associazione Libera: non
combattere la mafia con le armi ma con la forza della cultura. Non a caso
questo progetto nasce in Sicilia, una terra afflitta più di altre dalla
minaccia mafiosa, ma si estende in tutti i territori che avvertono la necessità
di un cambiamento e di una costruttiva ribellione allo status quo.
Anche la città di Bitonto ha
raccolto questa sfida, ormai da cinque anni. «Quando sono arrivata qui per la prima volta, ho trovato una città
spenta; ora, questo nostro festival si inserisce in un movimento culturale più
ampio e strutturato e trova spazio in una realtà che sfrutta la sua bellezza».
Così ha aperto l’appuntamento di ieri Elisabetta
Antognoni, presidente di Cinemovel, sostenendo quanto affermato dal sindaco Michele
Abbaticchio: «In questa
Amministrazione abbiamo concentrato l’intervento politico sulle scuole, luoghi
deputati alla formazione dei bambini e degli adulti di domani; questa scuola
materna, in cui è stato spostato l’evento – che doveva tenersi in Piazza Caduti
del terrorismo – è stata ristrutturata e vi è stato creato all’esterno un orto sociale,
in modo che i bambini potessero capire come nascono i prodotti della terra,
venduti poi con il marchio della legalità».
Quello auspicato è dunque un
percorso che prevede due linee di azione complementari: da un lato la lotta
alla mafia; dall’altro la riscoperta della cultura come mezzo primario di
educazione della società, ma soprattutto come strumento di opposizione ai
soprusi e alla prepotenza della criminalità organizzata. Più avanzerà la
bellezza, più arretrerà la cattiveria. Ma questo è possibile soltanto se si è
uniti, se – come insisteva Don Ciotti – si mette al centro il “noi”.
Dall’unione di energie propulsive
e di obiettivi comuni ha origine infatti Cinemovel, il cui staff gira per le
piazze italiane (e non solo) con un furgone, allestisce spettacoli
cinematografici, non di rado caratterizzati dall’alternanza di proiezioni e
recitazioni di poesie, come nel caso di “Magia libera”. L’idea del festival
itinerante nasce in un garage e si fonda sull’incontro con le scuole e i
territori; un incontro fatto di sorpresa, di colori, di magia, di conoscenza,
di riflessione. Questi pure gli aspetti fondanti dell’incontro tenutosi ieri
sera a Bitonto, in cui Vito Baronciniha allestito uno spettacolo intitolato “Mafia liquida”, composizione di cinema,
fumetto e lavagna luminosa su cui ha disegnato al contrario, offrendo anche
spunti sulla storia del cinema; l’elaborazione musicale è stata curata da Andrea Vasti.
Quest’anno la carovana – così
come la stessa Antognoni l’ha definita – è partita dalla città natale di Scola,
Trevico, è giunta in Calabria, poi in Sicilia, in Puglia – ieri a Bitonto, oggi
a Cerignola e domani a Mesagne, tornerà in Campania, proseguirà verso l’Umbria,
la Lombardia e chiuderà il suo lungo giro il 15 ottobre in un luogo
estremamente significativo nella cronaca attuale: Parigi, poiché si sappia che
la mafia conosce molteplici manifestazioni e non si concentra solo in Italia.
A trasmettere questo messaggio è
stato orientato il film di Andrea D’Ambrosio Due euro l’ora, proiettato subito dopo lo spettacolo di Baroncini,
già noto poiché presentato quest’anno al Bifest e riprodotto varie volte durante
festival ed eventi privati. Sullo sfondo di una relazione amicale forte che si
crea fra Rosa e Gladys, è una cittadina campana del sud, in cui i rapporti
umani – e prevalentemente quelli lavorativi – sono condotti all’insegna dello
sfruttamento e dell’omertà.
La mafia si nutre del silenzio e
della paura e sulle debolezze degli uomini costruisce castelli. Non è utile
combatterla con “armi di distruzione di massa”, ma con un’unica “arma di
costruzione di massa”: la cultura.