Secondo appuntamento, ieri, per “Historia Magistra”, il ciclo
di incontri sulla storia del nostro territorio e non solo, organizzato
nell’ambito del Parco delle Arti. Tema del secondo incontro è stato la presenza
di insediamenti umani, in agro bitontino, in terra di Bari e in Puglia, dal
Paleolitico all’Età del Bronzo. Argomento su cui non esistono molti dati a
disposizione.
A spiegare quanto emerso dai diversi scavi effettuati è
intervenuto Michele Sicolo, archeologo e collaboratore della Sovrintendenza ai beni
archeologici della Puglia.
«L’uomo, soprattutto in epoca preistorica, si è adattato al
territorio su cui si è insediato. La lama Balice è stata fondamentale per la
sua diffusione, anche perché è presumibile che all’epoca avesse un corso
d’acqua costante e l’acqua era una delle risorse fondamentali per insediarsi in
un luogo. La presenza di canne indica ancora oggi che nel sottosuolo c’è acqua»
introduce Sicolo elencando vari siti dove sono state ritrovate importanti
tracce di insediamenti umani: Località Reginella, «dove ci sono grotte che
potrebbero essere teatro di scavi», Località Pozzo Cupo e Località Selva di
Città.
Delle tracce del Paleolitico ci sono stati diversi
ritrovamenti, tra cui oggetti, punte di lance usate per cacciare, ma per
trovare tracce di insediamenti abitativi bisogna aspettare il Neolitico.
«In quest’epoca accade un vero e proprio sconvolgimento.
Anche grazie alle tecniche importate dall’Oriente, l’uomo comincia a coltivare– spiega il relatore – Quindi si inizia a costruire non più accampamenti
precari tipici di una popolazione nomade, ma strutture abitative destinate ad
ospitare l’uomo per più tempo. È in questa epoca che si comincia a modificare
il territorio per adattarlo alle esigenze umane. Si inventano i primi strumenti
per dissodare il terreno, mietere il grano, abbattere gli alberi. Gli antichi
boschi vengono tagliati per far posto alle coltivazioni di grano (gli ulivi
ancora saranno importati da Oriente successivamente, ndr). Nascono i primi
pozzi, canali per captare l’acqua. E non solo. L’uomo comincia anche a solcare
corsi d’acqua e mari, come testimoniano ritrovamenti di antiche piroghe. Anche
l’organizzazione sociale diventa più complessa».
In terra di Bari ritrovamenti importanti sono stati fatti a
Bitonto, Molfetta, Bisceglie, Terlizzi, Ruvo nel quartiere San Paolo di Bari,
dove nei pressi di una fermata della Ferrotramviaria, sono venuti alla luce
resti di una capanna, con tanto di piano di calpestio, forni, statuine
religiosi raffiguranti la Dea Madre, venerata dai contadini: «Il tutto in
pietra calcarea, essendo il materiale che gli uomini hanno trovato qui».
La relazione di Sicolo termina con l’Età del Bronzo, quando «l’aumento
della temperatura provoca la diminuzione delle coltivazioni di grano. L’uomo
diventa pastore e si hanno i primi tessuti in lana. Importanti testimonianze di
questa epoca sono state ritrovate nei pressi delle grotte di Chiancariello».
A concludere la serie di slide che hanno accompagnato l’intervento
di Michele Sicolo è una foto, scattata recentemente, che ritrae un pastore che
fa pascolare le proprie pecore proprio nelle suddette zone: «Fa un certo
effetto vedere l’uomo, a distanza di migliaia di anni ma nella stessa zona, dedito
alla stessa attività».