La vita, le emozioni possono essere racchiuse in un clic quasi a voler catturare il momento. “Carpe diem”, scriveva Orazio. Proprio come una foto può ritrarre quell’istante della realtà e può legare le persone a un ricordo, così la scrittrice bitontina Mariella Cuoccio ha fatto con le sue poesie in “Scatti di versi”, libro presentato martedì nella Casa delle Arti “Mariarte” e illustrato da Michele Condrò. A fare gli onori, appunto, di casa la presidente Maria Cucinella che ha introdotto la poetessa invitando i presenti a fermarsi, ad osservare e a lasciarsi pervadere dai colori, dalle forme, dalle vibrazioni che i suoi componimenti trasmettono, ciascuno dei quali è accompagnato da una foto. “Scatti di versi” rappresenta un viaggio, nell’arco temporale degli ultimi 4 anni, nella vita di Mariella che «è colorata -ha sottolineato Maria Cucinella- dalla passione per la musica, il teatro, dalla bellezza di luoghi, incontri». Colpisce anche quasi un rimando agli anni dei grandi poeti della letteratura con la scrittura di alcuni componimenti su commissione, ma soprattutto a Dante con l’amore per eccellenza di Paolo e Francesca. Questo viaggio tra le pagine di Cuoccio è stato accompagnato dalla recitazione di alcuni suoi versi, come “Flor de Jade”, da parte di Piergiorgio Meola, regista di Okiko The Drama Company. «L’autrice -ha aggiunto Cucinella – lancia ai lettori diversi messaggi come quello nella poesia “A passi lenti” per cui l’umanità nel cambiamento incontra la sua salvezza». «Tutte le prove che stiamo affrontando -ha detto Mariella Cuoccio- anche se dure ci stanno insegnando molto, com’è stato ad esempio con la pandemia del Coronavirus. Bisogna cercare di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno e come scrivo in “A passi lenti” non restare indifferenti all’altro, ma cercare di riscoprire la bellezza del donarsi , dell’unirsi per camminare in un’unica direzione». Sigmund Freud diceva: “Se davvero la sofferenza impartisse lezioni, il mondo sarebbe popolato da soli saggi. E invece il dolore non ha nulla da insegnare a chi non trova il coraggio e la forza di starlo ad ascoltare”. Ecco, anche quello che più spaventa e tormenta l’uomo può portare alla salvezza, “a passi lenti”. Da qui, la citazione filosofica fatta da Maria Cucinella e che ha coinvolto i presenti alla presentazione del libro in un confronto e condivisione di riflessioni. Ognuno si rispecchiava nei versi della poetessa che d’altronde «ha la capacità di immedesimarsi nell’altro -ha fatto notare la professoressa Giuseppina Cucinella-. Tutto acquisisce una voce nei suoi versi, anche pietre e alberi che diventano quasi esseri viventi come in “Bitonto un fiore tra ulivi”. Sono presenti anche la dimensione dell’eternità e una forte spiritualità nella sua poesia». La professoressa ha voluto concludere questo incontro letterario con la lettura di “Il teatro della vita” che racchiude il desiderio dell’autenticità espresso dalla poetessa. Lo stesso che i lettori potrebbero ritrovare tra le righe degli altri cinque libri pubblicati: “Mille farfalle…mille fiori” (2008), “La vita oltre la vita” (2013), “Rivelazione – togliere il velo” (2015), “Nuovo Mondo” (2017) e “Sorsi di poesia” (2018).