Il calcio che
diventa racconto e narrazione, la passione e la fede per il Bari che si fondano
con la professionalità e la serietà dell’uomo.
Tutto questo, e
altro ancora, è Michele Salomone,
noto giornalista barese e radiocronista per le partite del Bari, giunto ieri
sera a Bitonto per presentare il suo libro, “La mia voce in biancorosso”, Adda Editore.
Nella serata,
tenutasi presso l’Auditorium Degennaro della Basilica dei S.S. Medici, sono
stati ripercorsi brevemente i quasi 39 anni di carriera radiofonica di Salomone
accanto al Bari, tra episodi ed aneddoti, uniti dalla grande professionalità
del giornalista barese, tifoso biancorosso doc, che con la sua voce ed il suo
appassionato racconto è riuscito a coinvolgere ed emozionare decine e decine di
tifosi del Bari negli anni. Un autentico baluardo, un’icona per chi segue ed
ama la squadra biancorossa.
Alla presentazione,
organizzata dall’ASSO.C.A.L.,
Associazione dei Consulenti Aziendali e del Lavoro, presenti il padrone di
casa, Don Ciccio Savino, rettore
della Basilica dei S.S. Medici; il presidente dell’Assocal, Peter Acquafredda; il presidente dell’Ordine
dei Giornalisti di Puglia, Valentino
Losito; e lo stesso Michele Salomone. Nel corso della serata sono
intervenuti anche Marcello Danisi e Gianvito Giannelli, i due curatori
protagonisti del fallimento della società biancorossa nella scorsa stagione. A
moderare il tutto, il commercialista Arcangelo
Perrini, che nel suo intervento ha voluto porre l’attenzione su alcuni
personaggi raccontati dal libro, appartenenti alla storia più o meno recente
del Bari: «Michele Salomone nel libro
parla di umanità, che rivede nel presidente prof. Angelo De Palo, uomo dal
profondo rispetto verso gli altri. E poi l’attaccamento al lavoro del
segretario Filippo Nitti. Ed ancora, Gianvito Giannelli e Marcello Danisi, che
con la loro carica umana ci hanno fatto sognare nella scorsa stagione ma anche
creato dei guai, con le code infinite per acquistare i biglietti per la
semifinale playoff Bari-Latina, tanto da rendere necessario l’intervento delle
forze dell’ordine per mettere ordine».
Don
Ciccio Savino, che ha ricordato la sua esperienza
calcistica da sedicenne nella Modugnese, delinea un ritratto dell’amico Michele
Salomone.
«Quando
penso a Michele condivido due sentimenti, di gratitudine ed emozionale. Oggi abbiamo
smarrito il senso della riconoscenza, tutto ci è dovuto, non diciamo più a
nessuno “grazie”. E quando penso al calcio a Bari e nella sua Area
Metropolitana, non si può non pensare a dire grazie a Michele Salomone, che è
narrazione, che è uomo dal cuore generoso, sensibile, attento, testimone del
calcio e metafora del calcio del Bari».
Nel ricordo dei
protagonisti del passato, le parole di Peter
Acquafredda. «L’Assocal ha promosso l’iniziativa
per condividere la testimonianza delle emozioni suscitate da Salomone nei suoi quasi
40 anni di radiocronache. Ricordo il Bari degli anni ’80, il Bari dei baresi di
Catuzzi, i vari Marcello Iorio, Pietro Maiellaro, Antonio Cassano, tutti
protagonisti della storia del club».
Valentino
Losito traccia un ritratto di Michele Salomone e si sofferma
sulle potenzialità del calcio raccontato attraverso il mezzo radiofonico.
«È
una persona di genuina veemenza e passione, dovrebbe iscriversi al WWF perché appartiene
ad una razza in via di estinzione, quella dei radiocronisti. Il calcio
raccontato alla radio è stato una delle più grandi narrazioni popolari. Oggi,
questo calcio ci arriva sempre, ha fatto perdere lo stupore e l’attesa. La radio
invece ci predispone all’ascolto, ci fa lavorare con la fantasia».
Il presidente dell’Ordine
dei Giornalisti di Puglia elenca, pertanto, una serie di figure che hanno fatto
la storia dello sport raccontato alla radio, come Sandro Ciotti, Niccolò
Carosio, Mario Ferretti, celebre per la sua frase “C’è un uomo solo al comando”,
in riferimento al “Campionissimo”, Fausto Coppi. Non solo, perché ricorda ancheMario
Gismondi, tra i primi radiocronisti del Bari e “padre” di tantissimi
giornalisti baresi, e quanto lo sport ed il calcio siano cose serissime nel
nostro Paese, tanto da spingere Winston Churchill a battezzare la
celebre frase: “Gli italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le
partite di calcio come se fossero guerre”.
«Ho
avuto sempre la sensazione che Salomone fosse il tredicesimo uomo in campo,
soprattutto quando la squadra giocava male – ha continuato
Losito –. Si capisce la sua fede
biancorossa ma la riesce a mantenere nei limiti della professionalità. Il
calcio riesce ad esprimere umanità, è un racconto palpitante ma che non va
sottovalutato, bisogna fare attenzione al linguaggio: chi racconta calcio deve
saperlo maneggiare con cura, il linguaggio sportivo non è quello di una curva.
Bisogna informare formando, attraverso lo sport passano messaggi importanti e
chi lo racconta deve far passare educazione e buon senso».
Michele
Salomone passa a presentare il suo libro.
«Ho
iniziato a scrivere questo libro nel 1986, un anno dopo la morte di mio padre,
a cui volevo dedicarglielo. La spinta decisiva poi è arrivata dalla mia
famiglia, mia moglie e mio figlio, dopo una serata di ricordi, e con gli eventi
societari dell’ultimo anno. È un libro scritto parlando al presente, per far
rivivere ai lettori quello che sto raccontando. Mi soffermo su situazioni,
episodi, personaggi legati al mondo del calco, descritti sotto il profilo
umano, condizione necessaria per essere professionisti. E l’ho fatto senza peli
sulla lingua, non ho fatto calcoli, per non prendere in giro ne me stesso ne i
lettori. Ho raccontato le mie verità, seguendo più l’istinto del cuore che
quello della testa. Preferisco la radio alla TV, la radio è la vera amante
della mia vita».
Salomone poi si
sofferma sull’ultima incredibile stagione del Bari: quella del fallimento e del
miracolo di una squadra che ha sfiorato la promozione in Serie A.
«Oggi
se il Bari gioca in Serie B lo deve a Marcello Danisi e Gianvito Giannelli. Il
Bari fallisce, vengono nominati i due curatori fallimentari che hanno un lavoro
complesso, sarebbe stato facile far saltare tutto. Ed invece, se all’asta del
20 maggio si presentano quattro attori è perché il Bari in quel momento era una
squadra ed era appetibile, i due curatori non hanno sbagliato nulla, hanno dato
quella serenità e quella credibilità che hanno consentito di compattare l’ambiente
e lo spogliatoio».
E nelle parole di Marcello Danisi e Gianvito Giannelli si evince la soddisfazione per una straordinaria
avventura. «È un’esperienza che ci ha
arricchito tantissimo. Noi abbiamo cercato di dare tranquillità alla squadra,
dicendo loro “Voi pensate a giocare, al resto ci pensiamo noi!”».
A chiusura della
serata, anche l’intervento di Domenico Nacci,
assessore allo Sport, che ha voluto rimarcare quanto proprio a Bitonto si stia
muovendo lo sport per la crescita dei più piccoli («in arrivo un finanziamento per portare lo sport nelle scuole primarie»),
quanto sia attivo il panorama calcistico cittadino («il Bitonto in Eccellenza e l’Omnia Bitonto in Prima Categoria»), dilettantistico
e sociale («su tutti, il progetto dell’Omnia
Bitonto “Diamo luce al centro storico” per ragazzi a rischio devianza della
parte antica della città»). Ed un invito a Salomone a tornare a Bitonto,
anche per seguire una partita dei leoncelli neroverdi.