La
data può sembrare casuale ma non lo è: 17 marzo. Già, proprio la
vigilia del dì in cui, nel 1957, se ne andava per sempre.
PerciòGiovanni Modugno, cercatore di Cristo e uno dei maestri di vita più
influenti del Novecento bitontino e pugliese, non poteva che essere
ricordato in questa circostanza. Il “grazie” lo si deve a “Città
dell’uomo”, la scuola di formazione politica bitontina giunta ormai
a sei anni di età e di attività, e nata proprio per seguire le orme
e l’insegnamento del pedagogista.
Gli
studenti (su idea di Anna Grande, e grazie al lavoro instancabile diCecilia Petta, due docenti della scuola) hanno presentato al teatro
Traetta lo spettacolo “La bella battaglia”, ovviamente nel
senso pedagogico del termine. Perché in una scuola che non riesce
più a educare, a esprimere il valore della vita, della memoria e
della storia e fa fatica a formare gli uomini di domani, suonano
davvero come un mantra gli insegnamenti dell’educatore nostrano. La
sua idea di rapporto alunno-docente, basato innanzitutto sulla
fiducia, ascolto reciproco e ubbidienza. La cultura intesa come un
qualcosa che deve partire dalla famiglia e smuovere le coscienze di
tutti, ma davvero tutti perché deve combattere una ignoranza che fa
gola ai più. La sua stima incondizionata per i giovani. E poi il
socialismo, visto come elemento per creare una società senza
privilegi.
Ad
applaudire docenti, dirigenti scolastici, appassionati, curiosi,
studiosi della figura di Giovanni Modugno.
«Ha
operato – ha sottolineato
Filippo Rucci, preside della scuola “Città dell’uomo” – in
un periodo in cui la libertà di pensiero era fortemente condizionata
e l’analfabetismo galoppava, e nonostante questo è riuscito a
trasmettere il suo pensiero e insegnamento».
Indimenticabile,
poi, la sua idea di formazione, «che – ha ricordato
Giovanni Procacci, uno dei padri fondatori della scuola di formazione
e già senatore – riesce a produrre storia perché lavora sulle
frontiere della coscienza. Anche verso chi non credeva, ha proposto
un diverso tipo di umanesimo e una cultura diversa da quella di
oggi».
Il
sindaco Abbaticchio, invece, è da amarcord. Ha enfatizzato come
anche Aldo Moro abbia avuto tanto di Giovanni Modugno, «perché
ha saputo distinguere l’azione politica da quella religiosa. Il
nostro concittadino è stato messaggero di pace e soldato civile».
Anche
per questo, forse, è in corso il processo di beatificazione.