L’associazione Scacciapensieri registra un altro successo con “La penziòne nan z’attòcche”, una commedia scritta e diretta da Alfonso Giammarelli, nell’Auditorium De Gennaro dei SS. Medici.
È stato trattato un tema sociale, sfortunatamente, molto attuale quale quello di anziani che vengono derubati della pensione da chi sfrutta la loro ingenuità e agisce anche alla luce del sole.
La storia che hanno raccontato gli attori di Scacciapensieri ha visto come protagonista il nonno Benito (Alfonso Giammarelli) ed è stata ambientata nella sua casa, curata nel dettaglio a livello scenografico da Angela Lovero, Francesco Labianca Marrone, Cosimo Mattia e Franco Alesio.
A prendersi cura quotidianamente di nonno Benito è una delle sue figlie, Sabellina (Giulia Vitariello). La gratuità del suo gesto, spinto da un affetto incommensurabile e puro, viene dimostrata per via di un episodio spiacevole che la coinvolge, ma soprattutto vede come vittima il suo papà.
Un via vai di persone in un solo giorno all’interno della casa di Benito. Vengono a fargli visita: il medico Michele (Franco Alesio), per curarlo da una brutta influenza; il figlio di Sabellina, Ciccio (Pasquale Giampalmo), agli arresti domiciliari con l’accusa di riciclaggio di banconote false; la figlia Margherita (Filomena Misciagna), un po’ distante da suo padre perché si sente poco amata, ed il nipote Federico (Donato Romito), protagonista di una gag molto comica con il parroco don Peppino (Vito Carnicelli).
Quest’ultimo va da nonno Benito con i suoi tre chirichetti (Giulio Bellomo, Antonio Mattia, Leonardo Di Mundo) per confessarlo e perché è stato chiamato da Margherita.
Dopo l’arrivo della postina Filina (Carmela Bonasia) che consegna la pensione al suo amato Benito raccomandandogli di far molta attenzione, entrano in scena due personaggi alquanto strani la Bella Bernarda (Valentina Maggio) che cerca di sedurlo con chiari loschi intenti, condivisi dalla sua mamma Nevena (Vincenzo Bellomo), e il mendicante Yuri (Vito Carnicelli) con lo scopo di ricavare o denaro o cibo per vivere.
A destare sospetto negli spettatori è stato il continuo voler accedere al bagno di tutti i personaggi. Di fatti, è proprio lì che Benito nasconde la sua pensione e la perde. Tra i suoi indiziati il nipote Ciccio, che riesce a dimostrare la sua innocenza e ad aiutare il nonno a smascherare tra tutti gli altri sospettati le colpevoli, la Bella Bernarda e Nevena che vengono arrestate da un maresciallo (Giulia Vitariello) e i suoi brigadieri (Giuseppe Mattia, Giuseppe Bonasia), protagonisti di un’altra gag abbastanza comica.
Ne esce pulito, per questo, Ciccio che viene anche scagionato dall’accusa che lo ha tenuto agli arresti domiciliari.
Insomma, un finale lieto con una morale toccante che «sono contento sia arrivata al pubblico –commenta Vito Carnicelli, presidente dell’associazione- che ha risposto positivamente nelle quattro giornate dedicate alla commedia, 23, 24, 30 e 31 Marzo».
«Eravamo coscienti di portare in scena un prodotto particolare agli occhi di chi ha nutrito delle aspettative probabilmente alte nei nostri confronti. L’ansia è stata tanta, ma ce l’abbiamo fatta. Siamo riusciti ancora una volta a scacciare pensieri negativi, a far ridere, ma soprattutto riflettere su un tema che sfortunatamente è spesso al centro di notizie di cronaca nera».