Oggi e sempre non sarà facile continuare a scrivere di storie di violenza di genere, per quel che ancora accade, affinché possano non registrarsi più e si possa dare voce a chi una voce, purtroppo, non ce l’ha più. Un ruolo fondamentale lo assolve per questo l’arte che è veicolo di messaggi per chi sa osservare e sentirne la più pura essenza. Ed è all’insegna di questo che l’Assessorato alle Pari Opportunità ha dato il via a una rassegna di eventi organizzati in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne che saranno in corso fino al 29 novembre. Oggi, alle ore 19, in scena andrà lo spettacolo “All’alba vincerò” per la regia di Emanuele Porzia che propone una rivisitazione in chiave moderna dell’Antigone di Sofocle. La serata, realizzata in collaborazione con la sezione di Bitonto della FIDAPA BPW ITALY, sarà aperta dai saluti di Luna Sicolo, presidente del Lions Club Bitonto. Grande successo hanno registrato i primi appuntamenti nei giorni scorsi, dalle Fiabe rovesciate presso il Torrione Angioino con Io sono Mia a “Tamara de Lempicka MADAMART”, spettacolo andato in scena ieri, scritto e interpretato da Monica Angiuli per la regia di Lino De Venuto. Il Traetta non è stato teatro solo di questa storia, ma anche di “Perse”, uno spettacolo scritto e diretto da Piergiorgio Meola e con le coreografie di Magda Brown. È stato portato in scena, mercoledì, da Okiko the Drama Company. Una risposta positiva alla sensibilizzazione alla non violenza di genere è stata registrata da parte del pubblico numeroso. «Toccare questi argomenti è sempre più difficile -ha dichiarato il regista-. Ecco perché credo ed ho sempre creduto che l’arte, la musica, la cultura, i libri e ciò che ci è stato tramandato sin dall’antichità sia il mezzo migliore per cercare di essere, donne e uomini, senza nessuna distinzione di genere, delle persone migliori. Persone in grado di comprendere la reale differenza fra amore e ossessione. E, allora, questo spettacolo è una risposta». Le storie di Ade (Davide Ventura) e Persefone (Rosa Masellis), Orfeo (Lorenzo Palmieri) ed Euridice (Angelica Andriani), intrecciate da eteree ninfee (Teresa La Tegola, Carmen Toscano, Giorgia Schiraldi, Noemi Farella, sono state e sono «un modo per ricordarsi di non sbriciolare la propria anima nel nulla, per ricordare che l’Amore è definibile solo in un’unica universale maniera. E non vi è modo di intravedere amore in qualcosa che ci rende briciole, sfumature evanescenti, invisibili». Euridice ha, finalmente, avuto voce in “Perse”, nelle varie versioni del mito pagava passivamente “la colpa” di Orfeo per essersi voltato a guardarla prima di abbandonare l’Ade e tornare nel mondo terreno, per non essersi fidato di lei, per non averla presa per mano, per averla lasciata andare. In “Perse” è Euridice a scegliere per sé, così come Persefone che della sua fragilità ne ha fatto una forza. Delle righe delle due storie mitologiche non vi è stata solo una lettura perché era palpabile anche il dolore di due uomini che hanno perso il loro amore per volere stesso e desiderio di una donna che li ha feriti. Orfeo era pronto a uccidersi per amore della sua Euridice e che Persefone le ha portato via. Lei lo ha fermato, lui si è fermato perché se c’è una cosa che va compresa dell’Amore è che «non puoi impedire a qualcuno che ami di amare anche se il suo amore non ti riguarda… l’importante è sapere che anche solo per un istante possa essere felice e quando tornerà da te sarà meno triste», un messaggio positivo trasmesso da Ade. Persefone, dunque, è tornata a regnare nell’Ade, lasciando la possibilità ad Orfeo di Amare, di essere Felice. Euridice avrebbe voluto ritornare da Orfeo, poi altro Amore l’ha travolta. Quello che è emerso da tutto questo, insomma, è rispetto, libertà, comprensione. «Nei tempi che corrono -ha aggiunto Meola- siamo abituati a guardare il nostro riflesso in uno schermo senza accorgerci di ciò che ci circonda, non sopportiamo il tempo e, peggio, non dedichiamo tempo a nessuno se non a noi stessi. E le storie altrui ci annoiano. Se si tratta di accusare o trovare un carnefice li siamo imbattibili. Ma se si tratta di essere eroi di una storia che non sia la nostra, li non ci importa apparire. Non è un nostro problema finché non ci riguarda. Ecco perché allora interviene e dovrebbe intervenire maggiormente l’Arte, la cultura e il sociale». Si è vittime dell’egocentrismo, del perbenismo, della superficialità, dell’omertà, della cultura patriarcale. «Il problema non è alla radice -ha concluso Meola- Le radici di un albero potranno anche non essere forti ma è come verrà trattato quell’albero che alimenterà il suo fiorire. Dipenderà da quali acque verrà nutrito, da quanti raggi di sole verrà scaldato e da quanti abbracci avrà ricevuto».
Oggi e sempre non sarà facile continuare a scrivere di storie di violenza di genere, per quel che ancora accade, affinché possano non registrarsi più e si possa dare voce a chi una voce, purtroppo, non ce l’ha più. Un ruolo fondamentale lo assolve per questo l’arte che è veicolo di messaggi per chi sa osservare e sentirne la più pura essenza. Ed è all’insegna di questo che l’Assessorato alle Pari Opportunità ha dato il via a una rassegna di eventi organizzati in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne che saranno in corso fino al 29 novembre. Oggi, alle ore 19, in scena andrà lo spettacolo “All’alba vincerò” per la regia di Emanuele Porzia che propone una rivisitazione in chiave moderna dell’Antigone di Sofocle. La serata, realizzata in collaborazione con la sezione di Bitonto della FIDAPA BPW ITALY, sarà aperta dai saluti di Luna Sicolo, presidente del Lions Club Bitonto. Grande successo hanno registrato i primi appuntamenti nei giorni scorsi, dalle Fiabe rovesciate presso il Torrione Angioino con Io sono Mia a “Tamara de Lempicka MADAMART”, spettacolo andato in scena ieri, scritto e interpretato da Monica Angiuli per la regia di Lino De Venuto. Il Traetta non è stato teatro solo di questa storia, ma anche di “Perse”, uno spettacolo scritto e diretto da Piergiorgio Meola e con le coreografie di Magda Brown. È stato portato in scena, mercoledì, da Okiko the Drama Company. Una risposta positiva alla sensibilizzazione alla non violenza di genere è stata registrata da parte del pubblico numeroso. «Toccare questi argomenti è sempre più difficile -ha dichiarato il regista-. Ecco perché credo ed ho sempre creduto che l’arte, la musica, la cultura, i libri e ciò che ci è stato tramandato sin dall’antichità sia il mezzo migliore per cercare di essere, donne e uomini, senza nessuna distinzione di genere, delle persone migliori. Persone in grado di comprendere la reale differenza fra amore e ossessione. E, allora, questo spettacolo è una risposta». Le storie di Ade (Davide Ventura) e Persefone (Rosa Masellis), Orfeo (Lorenzo Palmieri) ed Euridice (Angelica Andriani), intrecciate da eteree ninfee (Teresa La Tegola, Carmen Toscano, Giorgia Schiraldi, Noemi Farella, sono state e sono «un modo per ricordarsi di non sbriciolare la propria anima nel nulla, per ricordare che l’Amore è definibile solo in un’unica universale maniera. E non vi è modo di intravedere amore in qualcosa che ci rende briciole, sfumature evanescenti, invisibili». Euridice ha, finalmente, avuto voce in “Perse”, nelle varie versioni del mito pagava passivamente “la colpa” di Orfeo per essersi voltato a guardarla prima di abbandonare l’Ade e tornare nel mondo terreno, per non essersi fidato di lei, per non averla presa per mano, per averla lasciata andare. In “Perse” è Euridice a scegliere per sé, così come Persefone che della sua fragilità ne ha fatto una forza. Delle righe delle due storie mitologiche non vi è stata solo una lettura perché era palpabile anche il dolore di due uomini che hanno perso il loro amore per volere stesso e desiderio di una donna che li ha feriti. Orfeo era pronto a uccidersi per amore della sua Euridice e che Persefone le ha portato via. Lei lo ha fermato, lui si è fermato perché se c’è una cosa che va compresa dell’Amore è che «non puoi impedire a qualcuno che ami di amare anche se il suo amore non ti riguarda… l’importante è sapere che anche solo per un istante possa essere felice e quando tornerà da te sarà meno triste», un messaggio positivo trasmesso da Ade. Persefone, dunque, è tornata a regnare nell’Ade, lasciando la possibilità ad Orfeo di Amare, di essere Felice. Euridice avrebbe voluto ritornare da Orfeo, poi altro Amore l’ha travolta. Quello che è emerso da tutto questo, insomma, è rispetto, libertà, comprensione. «Nei tempi che corrono -ha aggiunto Meola- siamo abituati a guardare il nostro riflesso in uno schermo senza accorgerci di ciò che ci circonda, non sopportiamo il tempo e, peggio, non dedichiamo tempo a nessuno se non a noi stessi. E le storie altrui ci annoiano. Se si tratta di accusare o trovare un carnefice li siamo imbattibili. Ma se si tratta di essere eroi di una storia che non sia la nostra, li non ci importa apparire. Non è un nostro problema finché non ci riguarda. Ecco perché allora interviene e dovrebbe intervenire maggiormente l’Arte, la cultura e il sociale». Si è vittime dell’egocentrismo, del perbenismo, della superficialità, dell’omertà, della cultura patriarcale. «Il problema non è alla radice -ha concluso Meola- Le radici di un albero potranno anche non essere forti ma è come verrà trattato quell’albero che alimenterà il suo fiorire. Dipenderà da quali acque verrà nutrito, da quanti raggi di sole verrà scaldato e da quanti abbracci avrà ricevuto».
Oggi e sempre non sarà facile continuare a scrivere di storie di violenza di genere, per quel che ancora accade, affinché possano non registrarsi più e si possa dare voce a chi una voce, purtroppo, non ce l’ha più. Un ruolo fondamentale lo assolve per questo l’arte che è veicolo di messaggi per chi sa osservare e sentirne la più pura essenza. Ed è all’insegna di questo che l’Assessorato alle Pari Opportunità ha dato il via a una rassegna di eventi organizzati in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne che saranno in corso fino al 29 novembre. Oggi, alle ore 19, in scena andrà lo spettacolo “All’alba vincerò” per la regia di Emanuele Porzia che propone una rivisitazione in chiave moderna dell’Antigone di Sofocle. La serata, realizzata in collaborazione con la sezione di Bitonto della FIDAPA BPW ITALY, sarà aperta dai saluti di Luna Sicolo, presidente del Lions Club Bitonto. Grande successo hanno registrato i primi appuntamenti nei giorni scorsi, dalle Fiabe rovesciate presso il Torrione Angioino con Io sono Mia a “Tamara de Lempicka MADAMART”, spettacolo andato in scena ieri, scritto e interpretato da Monica Angiuli per la regia di Lino De Venuto. Il Traetta non è stato teatro solo di questa storia, ma anche di “Perse”, uno spettacolo scritto e diretto da Piergiorgio Meola e con le coreografie di Magda Brown. È stato portato in scena, mercoledì, da Okiko the Drama Company. Una risposta positiva alla sensibilizzazione alla non violenza di genere è stata registrata da parte del pubblico numeroso. «Toccare questi argomenti è sempre più difficile -ha dichiarato il regista-. Ecco perché credo ed ho sempre creduto che l’arte, la musica, la cultura, i libri e ciò che ci è stato tramandato sin dall’antichità sia il mezzo migliore per cercare di essere, donne e uomini, senza nessuna distinzione di genere, delle persone migliori. Persone in grado di comprendere la reale differenza fra amore e ossessione. E, allora, questo spettacolo è una risposta». Le storie di Ade (Davide Ventura) e Persefone (Rosa Masellis), Orfeo (Lorenzo Palmieri) ed Euridice (Angelica Andriani), intrecciate da eteree ninfee (Teresa La Tegola, Carmen Toscano, Giorgia Schiraldi, Noemi Farella, sono state e sono «un modo per ricordarsi di non sbriciolare la propria anima nel nulla, per ricordare che l’Amore è definibile solo in un’unica universale maniera. E non vi è modo di intravedere amore in qualcosa che ci rende briciole, sfumature evanescenti, invisibili». Euridice ha, finalmente, avuto voce in “Perse”, nelle varie versioni del mito pagava passivamente “la colpa” di Orfeo per essersi voltato a guardarla prima di abbandonare l’Ade e tornare nel mondo terreno, per non essersi fidato di lei, per non averla presa per mano, per averla lasciata andare. In “Perse” è Euridice a scegliere per sé, così come Persefone che della sua fragilità ne ha fatto una forza. Delle righe delle due storie mitologiche non vi è stata solo una lettura perché era palpabile anche il dolore di due uomini che hanno perso il loro amore per volere stesso e desiderio di una donna che li ha feriti. Orfeo era pronto a uccidersi per amore della sua Euridice e che Persefone le ha portato via. Lei lo ha fermato, lui si è fermato perché se c’è una cosa che va compresa dell’Amore è che «non puoi impedire a qualcuno che ami di amare anche se il suo amore non ti riguarda… l’importante è sapere che anche solo per un istante possa essere felice e quando tornerà da te sarà meno triste», un messaggio positivo trasmesso da Ade. Persefone, dunque, è tornata a regnare nell’Ade, lasciando la possibilità ad Orfeo di Amare, di essere Felice. Euridice avrebbe voluto ritornare da Orfeo, poi altro Amore l’ha travolta. Quello che è emerso da tutto questo, insomma, è rispetto, libertà, comprensione. «Nei tempi che corrono -ha aggiunto Meola- siamo abituati a guardare il nostro riflesso in uno schermo senza accorgerci di ciò che ci circonda, non sopportiamo il tempo e, peggio, non dedichiamo tempo a nessuno se non a noi stessi. E le storie altrui ci annoiano. Se si tratta di accusare o trovare un carnefice li siamo imbattibili. Ma se si tratta di essere eroi di una storia che non sia la nostra, li non ci importa apparire. Non è un nostro problema finché non ci riguarda. Ecco perché allora interviene e dovrebbe intervenire maggiormente l’Arte, la cultura e il sociale». Si è vittime dell’egocentrismo, del perbenismo, della superficialità, dell’omertà, della cultura patriarcale. «Il problema non è alla radice -ha concluso Meola- Le radici di un albero potranno anche non essere forti ma è come verrà trattato quell’albero che alimenterà il suo fiorire. Dipenderà da quali acque verrà nutrito, da quanti raggi di sole verrà scaldato e da quanti abbracci avrà ricevuto».
Oggi e sempre non sarà facile continuare a scrivere di storie di violenza di genere, per quel che ancora accade, affinché possano non registrarsi più e si possa dare voce a chi una voce, purtroppo, non ce l’ha più. Un ruolo fondamentale lo assolve per questo l’arte che è veicolo di messaggi per chi sa osservare e sentirne la più pura essenza. Ed è all’insegna di questo che l’Assessorato alle Pari Opportunità ha dato il via a una rassegna di eventi organizzati in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne che saranno in corso fino al 29 novembre. Oggi, alle ore 19, in scena andrà lo spettacolo “All’alba vincerò” per la regia di Emanuele Porzia che propone una rivisitazione in chiave moderna dell’Antigone di Sofocle. La serata, realizzata in collaborazione con la sezione di Bitonto della FIDAPA BPW ITALY, sarà aperta dai saluti di Luna Sicolo, presidente del Lions Club Bitonto. Grande successo hanno registrato i primi appuntamenti nei giorni scorsi, dalle Fiabe rovesciate presso il Torrione Angioino con Io sono Mia a “Tamara de Lempicka MADAMART”, spettacolo andato in scena ieri, scritto e interpretato da Monica Angiuli per la regia di Lino De Venuto. Il Traetta non è stato teatro solo di questa storia, ma anche di “Perse”, uno spettacolo scritto e diretto da Piergiorgio Meola e con le coreografie di Magda Brown. È stato portato in scena, mercoledì, da Okiko the Drama Company. Una risposta positiva alla sensibilizzazione alla non violenza di genere è stata registrata da parte del pubblico numeroso. «Toccare questi argomenti è sempre più difficile -ha dichiarato il regista-. Ecco perché credo ed ho sempre creduto che l’arte, la musica, la cultura, i libri e ciò che ci è stato tramandato sin dall’antichità sia il mezzo migliore per cercare di essere, donne e uomini, senza nessuna distinzione di genere, delle persone migliori. Persone in grado di comprendere la reale differenza fra amore e ossessione. E, allora, questo spettacolo è una risposta». Le storie di Ade (Davide Ventura) e Persefone (Rosa Masellis), Orfeo (Lorenzo Palmieri) ed Euridice (Angelica Andriani), intrecciate da eteree ninfee (Teresa La Tegola, Carmen Toscano, Giorgia Schiraldi, Noemi Farella, sono state e sono «un modo per ricordarsi di non sbriciolare la propria anima nel nulla, per ricordare che l’Amore è definibile solo in un’unica universale maniera. E non vi è modo di intravedere amore in qualcosa che ci rende briciole, sfumature evanescenti, invisibili». Euridice ha, finalmente, avuto voce in “Perse”, nelle varie versioni del mito pagava passivamente “la colpa” di Orfeo per essersi voltato a guardarla prima di abbandonare l’Ade e tornare nel mondo terreno, per non essersi fidato di lei, per non averla presa per mano, per averla lasciata andare. In “Perse” è Euridice a scegliere per sé, così come Persefone che della sua fragilità ne ha fatto una forza. Delle righe delle due storie mitologiche non vi è stata solo una lettura perché era palpabile anche il dolore di due uomini che hanno perso il loro amore per volere stesso e desiderio di una donna che li ha feriti. Orfeo era pronto a uccidersi per amore della sua Euridice e che Persefone le ha portato via. Lei lo ha fermato, lui si è fermato perché se c’è una cosa che va compresa dell’Amore è che «non puoi impedire a qualcuno che ami di amare anche se il suo amore non ti riguarda… l’importante è sapere che anche solo per un istante possa essere felice e quando tornerà da te sarà meno triste», un messaggio positivo trasmesso da Ade. Persefone, dunque, è tornata a regnare nell’Ade, lasciando la possibilità ad Orfeo di Amare, di essere Felice. Euridice avrebbe voluto ritornare da Orfeo, poi altro Amore l’ha travolta. Quello che è emerso da tutto questo, insomma, è rispetto, libertà, comprensione. «Nei tempi che corrono -ha aggiunto Meola- siamo abituati a guardare il nostro riflesso in uno schermo senza accorgerci di ciò che ci circonda, non sopportiamo il tempo e, peggio, non dedichiamo tempo a nessuno se non a noi stessi. E le storie altrui ci annoiano. Se si tratta di accusare o trovare un carnefice li siamo imbattibili. Ma se si tratta di essere eroi di una storia che non sia la nostra, li non ci importa apparire. Non è un nostro problema finché non ci riguarda. Ecco perché allora interviene e dovrebbe intervenire maggiormente l’Arte, la cultura e il sociale». Si è vittime dell’egocentrismo, del perbenismo, della superficialità, dell’omertà, della cultura patriarcale. «Il problema non è alla radice -ha concluso Meola- Le radici di un albero potranno anche non essere forti ma è come verrà trattato quell’albero che alimenterà il suo fiorire. Dipenderà da quali acque verrà nutrito, da quanti raggi di sole verrà scaldato e da quanti abbracci avrà ricevuto».