Teheran. Una città le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Testimone
di importanti avvenimenti storici, negli ultimi decenni, la capitale dell’Iran
ha subito, negli ultimi decenni, diverse trasformazioni dal punto di vista
politico: dalla cacciata dell’ultimo Sciah di Persia, nel 1979, in seguito alla
rivoluzione islamica, all’istituzione, nello stesso anno della Repubblica Islamica,
che diede vita ad un regime teocratico ancora oggi in vigore.
E’ in questo contesto che si sviluppa la storia narrata ne “L’albero dei fiori
viola”, presentato a Bitonto dall’autrice iraniana Sahar Delijani.
“Il racconto parte da una base storica,
da esperienze di vita reali vissute da me e dalla mia famiglia, e aggiunge
elementi di fantasia” introduce la scrittrice, intervistata da Raffaella
Pice, moderatrice dell’evento: “La mia
famiglia fu vittima della repressione attuata dal governo, negli anni ’80, verso
gli oppositori politici. Mia madre fu arrestata e mio zio giustiziato”.
Ed è dedicato proprio al carcere parte del romanzo. Quel carcere dove La
madre diede alla luce Sahar.
“Un’esperienza terribile, vissuta da
gente rinchiusa non per aver commesso crimini, ma per aver manifestato il
proprio pensiero. Un’esperienza in cui, tuttavia, c’è spazio anche per la
speranza. Essa non nasce in prigione. Sono i detenuti che la portano con se
come autodifesa, per mantenere la propria dignità e rimanere umani”.
Sullo sfondo anche le proteste che, nonostante la repressioni ci sono state
negli anni ’80 prima e nel 2009. “Abbiamo
avuto anni di propaganda. Gli iraniani hanno, dunque, manifestato perché non
volevano più una politica fatta di slogan. Desideravano far sapere che ci
tenevano ad avere libere elezioni. Quelle manifestazioni mi hanno portato a
vedere Teheran in modo diverso, perché mentre negli anni ’80 eravamo solo una
piccola minoranza a protestare, in quei giorni le persone in strada erano
tante. Tra queste anche molti figli dei persecutori”.
E sul rapporto con l’Occidente l’autrice conclude: “L’Occidente non ci ha dato ne tolto nulla. Pace, libertà, famiglia non
sono valori occidentali, ma umani. Si, è vero, ha un grado di democrazia più
elevato e più maturo, ma per raggiungerlo ci sono volute tante guerre. L’Italia,
per esempio ha attraversato due guerre mondiali e una civile. L’Iran deve ancora
attraversare tutto questo”.