La sua vittoria era stata annunciata già a settembre, durante il Festival del Medioevo di Gubbio. Parliamo del giornalista Marino Pagano, a cui, sabato 27 novembre, è stato consegnato ufficialmente il premio Italia Medievale 2021, per il suo libro “Chiara Da Montefalco. Una monaca medievale con il cuore aperto al mondo“, edito nel 2020 da Fede e Cultura. Istituito nel 2004 e giunto quest’anno alla sua XVIII edizione, “Italia Medievale” è un riconoscimento prestigioso che vuole promuovere le opere di ricerca storica sul Medioevo.
La consegna è avvenuta in un luogo che è Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, la Sacrestia del Bramante nella basilica di Santa Maria delle Grazie, voluta da Ludovico il Moro come spazio “sacro” per gli Sforza. Un luogo dove l’arte è di casa. Basti pensare che, a pochi metri, nel vicino refettorio, c’è l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci.
«Un premio che mi rende felice. Un premio inatteso, insperato, visto anche chi si giocava, con me, la vittoria nella fase finale» dice il giornalista, riferendosi al famoso storico torinese Alessandro Barbero, tra i concorrenti in lizza con uno dei suoi ultimi libri, sulla figura di Dante Alighieri: «Il Medioevo per me è da sempre un tema di ricerca, in virtù di viaggi familiari nei borghi medievali umbri. Una passione che ho sin dalla tenera età e che si è poi concretizzata attraverso studi e con una formazione continua».
Pagano dedica il premio a diverse figure, tra cui Raffaele Licinio, suo docente di storia medievale all’Università di Bari, la Régine Pernoud, «la storica che più mi ha introdotto all’argomento» e al professor Franco Cardini, «che mi onore della sua conoscenza e che rientra tra i miei autori di riferimento».
Il libro, ricordiamo, racconta la mistica umbra Chiara da Montefalco (1268-1308), monaca agostiniana, venerata in Umbria e nel Centro Italia. E racconta, attraverso la sua figura, l’Umbria medievale: «Chiara rientra tra le grandi donne medievali. Io ho provato a darne un profilo, una mia lettura nel solco del grande afflato spirituale delle donne medievali. Donne che, al di qua delle grate, riuscivano a trasmettere un messaggio di tipo spirituale ma anche culturale, civile e sociale. Queste figure erano chiamate a dirimere anche le diatribe politiche, come successe con Chiara, chiamata in causa in una diatriba tra podestà».
Un riconoscimento importante, dunque, che per Pagano è uno stimolo a proseguire nella ricerca: «Ora andiamo avanti. Questo un libro del 2020, di cui si è sicuramente parlato ma che ha potuto godere di poche presentazioni in presenza. Nel frattempo, abbiamo ovviamente fatto tanto altro. Tra pochissimi mesi una novità editoriale a mia cura, con la collaborazione di altri studiosi, su un tema che ho molto a cuore».