Abbiamo già parlato nei precedenti
articoli delle disavventure del musicista Philip Trajetta, figlio del più famoso
Tommaso.
Scappò dalle carceri borboniche in terra napoletana e con passaporto tedesco, imbarcatosi
su una nave statunitense, si rifugiò in America.
Non si sa per certo se abbia
avuto un figlio o se adottò una figlia. Il nome, a seconda del sesso, fu Francesco o
Francesca.
Trajetta non poté rimpatriare perché il
mandato di cattura non gli fu revocato dopo l’Unità d’Italia e il divieto fu pure
esteso alla discendenza.
Di certo, per rivedere il suolo che aveva dato i natali al padre e al celebnre nonno, il figlio (o la figlia) fu costretto a cambiare il cognome
in Draetta.
Nella prima metà dell’Ottocento gli italiani residenti negli Stati
Uniti erano poco più di 400. Erano per lo più patrioti rivoluzionari che si
erano rifugiati per sfuggire alla cattura. Doloroso il destino dei nostri
emigranti in America. Anche quando non si trasferivano a causa della povertà…
Dopo il 1861, gli italiani
sono stati protagonisti del più grande esodo migratorio della storia moderna.
Nell’arco di poco più di un secolo sono state registrate più di ventiquattro
milioni di partenze, un numero quasi equivalente all’ammontare della popolazione
al momento dell’Unità.
Si trattò di un esodo che, a differenza di quanto si
crede comunemente, toccò tutte le regioni italiane, con una priorità dell’esodo
settentrionale tra il 1876 e il 1900 con tre regioni che fornirono da sole il
47 per cento del contingente migratorio: il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e
il Piemonte.
La situazione si capovolse nei due decenni successivi quando il
primato migratorio passò alle regioni meridionali con la Sicilia che dette il
maggior contributo, seguita dalla Campania.
Per Giustino Fortunato il Meridione, anche a causa dell’impoverimento umano, era “una zona condannata dalla geografia e dalla storia alla miseria economica e morale”.
Ma pure al Nord non se la passavano bene, se è vero, com’è vero, che il Prefetto di Vicenza sosteva che i suoi concittadini partissero alla volta dell’America perché qui proprio non riuscivano a campare, non (o non solo) perchè spinti dalla speranza di lavorare e arricchirsi.