“Santa Maria, donna feriale, forse tu sola puoi capire che questa nostra follia di ricondurti entro i confini dell’esperienza terra terra, che noi pure viviamo, non è il segno di mode dissacratorie. Se per un attimo osiamo toglierti l’aureola, è perché vogliamo vedere quanto sei bella a capo scoperto”.
Dalle parole di don Tonino Bello emerge la sua volontà di umanizzare la Madonna, liberandola da tutto il fasto che la circonda per conoscerla come donna dell’attesa, senza retorica, sensuale, vanitosa, innamorata di Giuseppe, feriale, gestante, accogliente e la cui umiltà l’ha resa degna di ricevere la grazia di Dio.
La Vergine Maria è variamente ritratta iconograficamente nell’arte, nella letteratura e nella musica. È stato questo il focus dell’incontro che si è tenuto, ieri, presso il Centro Culturale Mariarte.
Grazie alle parole di don Tonino Bello, tratte dal suo libro “Maria donna dei giorni nostri” e letto in alcuni suoi passi dalla moderatrice Giuseppina Cucinella, vi è nata una riflessione spiritual-culturale sulla sua figura tra i presenti e don Ciccio Acquafredda, parroco della Cattedrale di Bitonto.
Nel Vangelo due volte Maria da Gesù viene chiamata donna: alle nozze di Cana e sotto alla croce quando è lì con San Giovanni.
Don Tonino Bello è stato oggetto di molte critiche dai vescovi, come ha sottolineato don Ciccio: «eppure, il cosiddetto folle poeta di Dio, ha voluto solo esaltare la bellezza spirituale e morale di Maria. Siamo noi ad aver coperto il suo capo con l’aureola, ma non dobbiamo dimenticare che era semplicemente una donna da cui oggi traiamo esempio di fede».
Infatti, anche nel decreto del Concilio Vaticano II sull’Apostolato dei Laici si legge: “Maria viveva sulla terra una vita comune a tutti, piena di sollecitudini familiari e di lavoro”.
È questo quello a cui si dovrebbe pensare anche davanti ad innumerevoli opere artistiche in cui è ritratta, da Giotto ad Antonello da Messina a Dalì o Jacques Canonico. Un’attenta analisi in tal campo è stata curata da Angela Ubaldino, membro di Okiko The Drama Company insieme all’attore Giuseppe Visaggi che, invece, ha letto ed interpretato la preghiera di San Bernardo alla Vergine inserita nell’ultimo canto del Paradiso di Dante Alighieri.
«Ho fortemente voluto questo incontro –ha dichiarato Giuseppina Cucinella– perché potesse offrire un importante lascito spiritual-culturale, lo stesso che ho colto io dopo la lettura del libro di don Tonino Bello. Non vi era momento migliore per condividere il suo pensiero. Quest’anno è ricorso il 25° anniversario dalla sua morte. Tra le sue diverse definizioni, alcune di esse anche comuni, della Vergine mi ha colpito quella di donna dell’attesa, intesa come amore».
Don Tonino Bello è stato un uomo che ha lasciato un’importante lezione non solo a chi lo ha conosciuto. Lo ha testimoniato don Ciccio, ma soprattutto un video che è stato realizzato da Michele D’Amore, membro di Okiko The Drama Company, in cui sono emersi suoi interventi a proposito della paura, della pace, della fratellanza, accoglienza, uguaglianza.