Sculture e volti, zoomorfi e antropomorfi, raffigurazioni di animali realmente esistenti o inesistenti, maschere apotropaiche, volti umani raffiguranti diverse espressioni e sentimenti, raffigurazioni bibliche. Sono solo alcuni dei particolari della nostra Cattedrale abilmente notati dall’occhio di Vincenzo Parisi e immortalati dalla sua macchina fotografica. Le foto sono in mostra fino al 15 marzo nella chiesa di San Gaetano. Ieri si è tenuta l’inaugurazione.
Parisi, docente di professione e fotografo per hobby, ha da sempre nutrito un grande amore per Bitonto e per le sue ricchezze. Le sue foto ritraggono spesso i tesori racchiusi nel centro storico. Per la prima volta ha deciso di mettere in mostra i suoi scatti, che immortalano particolari che all’occhio nudo sfuggono, a causa della loro posizione in angoli non in vista. Aspetti poco o non conosciuti della città e del suo patrimonio storico artistico, come ha sottolineato Stefano Milillo, presidente del Centro Ricerche che, quest’anno, compie il cinquantesimo anniversario.
«La nostra cattedrale è il monumento dei monumenti, un’enciclopedia di pietra. L’ho fotografata centinaia di volte, scoprendo sempre nuovi particolari. In queste sculture possiamo notare tutta la simbologia medievale, possiamo notare la commistione tra sacro e profano tipica dell’epoca. Ogni animale, ogni figura ibrida aveva un significato. Con questa mostra ho voluto fare un dono a tutti i cittadini» spiega Parisi.
«Dobbiamo ringraziare Parisi e il Centro Ricerche che, in tanti anni, hanno studiato e raccontato le ricchezze di Bitonto» sottolinea l’assessore Rocco Mangini, mentre il sindaco Michele Abbaticchio, ricordando l’imminente chiusura del cantiere della chiesa di San Gaetano e la prossima apertura del museo diocesano (si spera ad aprile), evidenzia che spesso la scarsa conoscenza delle nostre peculiarità rischia di promuovere un turismo troppo veloce.
«L’antico è sempre materia viva e, in molte sculture, troviamo la memoria di esso. Gli scatti sono un’occasione per leggere e rileggere un monumento e per scoprire i significati dietro ogni raffigurazione. Sono sculture che riportano le caratteristiche dell’arte medievale, come ad esempio le raffigurazioni che sconfinano nel comico, nel grottesco e persino nell’osceno. Gli animali erano molto presenti. Anche animali mitici. Avevano un preciso significato, tanto che poi li ritroveremo nell’araldica. Dovevano sintetizzare in modo chiaro e forte il carattere della famiglia» conclude Rosanna Bianco, docente di Storia dell’Arte Medievale all’Università di Bari, che ricorda le figure di Carmine Gallo e Felice Moretti, che hanno sempre contribuito a far ricordare Bitonto come una città «viva e libera».