Di MICHELA RUBINO
Le campane hanno risuonato forte e chiaro nel cuore di Bitonto, annunciando l’apertura del giubileo per celebrare i 500 anni dalla fondazione del Monastero delle Vergini. Era il 1525 quando il nostro centro storico si arricchì di questa straordinaria testimonianza di fede e dedizione. Proprio in occasione della festa della Madonna dell’Arco, il monastero non è solo un simbolo di storia, ma un ponte vivo tra passato, presente e futuro.
Il momento di raccoglimento è stato guidato dal Mons. Enrico D’Abbicco, che ha saputo toccare le corde più profonde dei cuori dei presenti. “Condivido con voi qualche suggestione che ci viene dalla parola che abbiamo ascoltato”, ha esordito durante l’omelia, introducendo due immagini potenti: l’arco e Maria, la Madonna dell’Arco. “L’arcobaleno unisce terra e cielo, segno di una nuova alleanza tra Dio e l’umanità. Maria, come Arca dell’Alleanza, porta in sé la presenza di Dio”, ha spiegato, intrecciando la forza del simbolo biblico con il senso spirituale della festa. Le sue parole hanno richiamato le immagini devastanti giunte da Valencia e dall’Emilia Romagna, esempi di una natura che si ribella all’incuria e all’azione sconsiderata dell’uomo. “Non è una punizione divina, ma la conseguenza dell’opera dell’uomo. Dio sa solo dare vita, non morte”. Questo monito ha riecheggiato come un appello a custodire la creazione, a costruire ponti e non barriere.
La metafora dell’arcobaleno, “segno di speranza e luogo in cui si trova un tesoro”, ha assunto una forza particolare: “Sarebbe bello pensare che lì, dove l’arcobaleno tocca terra, ci sia un uomo o una donna che si fida di Dio, generando armonia tra cielo e terra”. È questo il messaggio che la festa della Madonna dell’Arco vuole trasmettere: la fiducia in Dio è l’elemento che trasforma le vite, rendendole templi viventi della Sua presenza.
A coronare la preghiera è stata suor Maria Carmela Modugno, madre badessa del monastero, che con voce emozionata ha rivolto il suo ringraziamento a tutti i presenti: “Con la vostra presenza testimoniate affetto e vicinanza. Questi 500 anni non vogliono essere una commemorazione nostalgica, ma un segno che rimanda a una realtà e a una Persona per la quale vale la pena perdere la vita”.
Così in questo giorno speciale, nel Monastero delle Vergini, terra e cielo si sono incontrati, la storia si è fusa con la spiritualità e la comunità di Bitonto ha ritrovato la sua anima più autentica, rinnovata e proiettata verso il futuro.