MariArte si conferma una vera e propria casa delle arti con “ExPoetryTion, versi su tela”. Poesia e pittura, due forme di bellezza diverse ma che dai tempi dei tempi si attraversano tra parole e colori e regalano all’uomo voce degna ad ogni suo pensiero e sentimento. L’idea di coniugare queste due arti in una collettiva è della professoressa Giuseppina Cucinella che, ieri, insieme a sua sorella Maria, presidente di MariArte, ha condotto gli amanti della bellezza in un viaggio all’insegna dell’armonia.
Per i prossimi dieci giorni saranno esposte nella casa delle arti bitontina (via Pietro Ravanas 16) le tele di Mary Barone, Irma Bertola, Giuseppina Cucinella, Teresa Franzin, Piergiorgio Meola, Elisabetta Raguseo, Pina Schiraldi, artisti che, ieri, sono stati accolti e sapientemente presentati dalla presidente di Mariarte. Nota curiosa di questa collettiva è il fatto che segna l’esordio di alcuni di questi pittori e che per amore dell’arte sono giunti da ogni dove come Pina Schiraldi, bitontina trasferitasi a Lodi anni fa. È ritornata nella sua città in gran stile esponendo le sue prime opere. Sono otto bozzetti che esprimono nostalgia, le emozioni del tempo che scorre, del distacco dalle proprie origini e la dolcezza dei volti di bambini, suoi nipoti. Ma non è solo questa pittrice a registrare il successo della sua prima esposizione. Con lei anche altre due sentinelle della bellezza, Mary Barone e Teresa Franzin. Le tele della bitontina Barone rivelano la sua padronanza nella tecnica ad olio e un senso di armonia nell’accostamento dei colori. Dal dolore folle di una grande donna, Frida Kahlo, a quello per la morte di oltre duemila anime per il crollo delle torri gemelle, la pittrice ha ricercato tra i suoi colori la felicità e libertà. Le ha ritrovate in un’esplosione di giallo che dona luce ai cuori, specie quelli turbati. Ed ecco il giallo sullo sfondo nella tela in omaggio a Frida, donna e artista forte e dal grande vissuto, e nelle altre due in cui sono dipinti dei girasoli. Lo stesso Van Gogh, omaggiato dall’artista bitontina, iniziò a dipingere la serie dei girasoli in vaso nei suoi anni di piena vitalità e ottimismo per abbellire la stanza del suo amico Paul Gauguin nel nome dell’amicizia che porta luce. La libertà l’ha, invece, dipinta nelle due tele che ritraggono due pellicani. E poi c’è la Franzin che tra fiori, i suoi preferiti (i lillà e le peonie), e i volti di due donne ha catturato lo sguardo dei presenti alla collettiva per la sua sapiente mistura di colori ed eleganza. La stessa vitale armonia è nella tela della maestra d’arte Bertola che ha immortalato un arso tramonto del mese di luglio che nelle sue tonalità riflesse in uno specchio d’acqua quasi suggeriscono di guardare il mondo da un’altra prospettiva per essere felici. C’è poesia anche nelle tele degli altri pittori, accomunate dal simbolo per eccellenza di quest’arte in versi: la luna. La regina della notte su un manto dalle varie tonalità di blu dipinte da Meola, Cucinella e Raguseo sembra essere invocata in quanto musa dell’amore, di un desiderio, ricordo o sogno, proprio come facevano i grandi della letteratura. “La pittura è poesia silenziosa, la poesia è pittura che parla”, diceva il poeta greco Simonide in “Della Gloria degli ateniesi” di Plutarco. In entrambi i casi, bisogna saper ascoltare per scovare tra parole e tinte di colore, perse nella natura, in un dolce volto o sguardo la bellezza o magari anche il segreto senso della vita. Dai versi poetici di Patrizia Cavalli (“Essere testimoni di se stessi”, “Io singolare proprio mio”, “Cosa devo fare”) a “Ricordo i lillà” della Franzin ai “Palloncini” della Schiraldi e a “Luna tu manchi” di Meola il viaggio guidato dalla professoressa Cucinella ha poi fatto capolinea in un senso di tanta ricercata armonia. Come la si raggiunge, allora? Attraverso la percezione della bellezza, che è cangiante ma ritrova consonanza, unicità nell’arte.
MariArte si conferma una vera e propria casa delle arti con “ExPoetryTion, versi su tela”. Poesia e pittura, due forme di bellezza diverse ma che dai tempi dei tempi si attraversano tra parole e colori e regalano all’uomo voce degna ad ogni suo pensiero e sentimento. L’idea di coniugare queste due arti in una collettiva è della professoressa Giuseppina Cucinella che, ieri, insieme a sua sorella Maria, presidente di MariArte, ha condotto gli amanti della bellezza in un viaggio all’insegna dell’armonia.
Per i prossimi dieci giorni saranno esposte nella casa delle arti bitontina (via Pietro Ravanas 16) le tele di Mary Barone, Irma Bertola, Giuseppina Cucinella, Teresa Franzin, Piergiorgio Meola, Elisabetta Raguseo, Pina Schiraldi, artisti che, ieri, sono stati accolti e sapientemente presentati dalla presidente di Mariarte. Nota curiosa di questa collettiva è il fatto che segna l’esordio di alcuni di questi pittori e che per amore dell’arte sono giunti da ogni dove come Pina Schiraldi, bitontina trasferitasi a Lodi anni fa. È ritornata nella sua città in gran stile esponendo le sue prime opere. Sono otto bozzetti che esprimono nostalgia, le emozioni del tempo che scorre, del distacco dalle proprie origini e la dolcezza dei volti di bambini, suoi nipoti. Ma non è solo questa pittrice a registrare il successo della sua prima esposizione. Con lei anche altre due sentinelle della bellezza, Mary Barone e Teresa Franzin. Le tele della bitontina Barone rivelano la sua padronanza nella tecnica ad olio e un senso di armonia nell’accostamento dei colori. Dal dolore folle di una grande donna, Frida Kahlo, a quello per la morte di oltre duemila anime per il crollo delle torri gemelle, la pittrice ha ricercato tra i suoi colori la felicità e libertà. Le ha ritrovate in un’esplosione di giallo che dona luce ai cuori, specie quelli turbati. Ed ecco il giallo sullo sfondo nella tela in omaggio a Frida, donna e artista forte e dal grande vissuto, e nelle altre due in cui sono dipinti dei girasoli. Lo stesso Van Gogh, omaggiato dall’artista bitontina, iniziò a dipingere la serie dei girasoli in vaso nei suoi anni di piena vitalità e ottimismo per abbellire la stanza del suo amico Paul Gauguin nel nome dell’amicizia che porta luce. La libertà l’ha, invece, dipinta nelle due tele che ritraggono due pellicani. E poi c’è la Franzin che tra fiori, i suoi preferiti (i lillà e le peonie), e i volti di due donne ha catturato lo sguardo dei presenti alla collettiva per la sua sapiente mistura di colori ed eleganza. La stessa vitale armonia è nella tela della maestra d’arte Bertola che ha immortalato un arso tramonto del mese di luglio che nelle sue tonalità riflesse in uno specchio d’acqua quasi suggeriscono di guardare il mondo da un’altra prospettiva per essere felici. C’è poesia anche nelle tele degli altri pittori, accomunate dal simbolo per eccellenza di quest’arte in versi: la luna. La regina della notte su un manto dalle varie tonalità di blu dipinte da Meola, Cucinella e Raguseo sembra essere invocata in quanto musa dell’amore, di un desiderio, ricordo o sogno, proprio come facevano i grandi della letteratura. “La pittura è poesia silenziosa, la poesia è pittura che parla”, diceva il poeta greco Simonide in “Della Gloria degli ateniesi” di Plutarco. In entrambi i casi, bisogna saper ascoltare per scovare tra parole e tinte di colore, perse nella natura, in un dolce volto o sguardo la bellezza o magari anche il segreto senso della vita. Dai versi poetici di Patrizia Cavalli (“Essere testimoni di se stessi”, “Io singolare proprio mio”, “Cosa devo fare”) a “Ricordo i lillà” della Franzin ai “Palloncini” della Schiraldi e a “Luna tu manchi” di Meola il viaggio guidato dalla professoressa Cucinella ha poi fatto capolinea in un senso di tanta ricercata armonia. Come la si raggiunge, allora? Attraverso la percezione della bellezza, che è cangiante ma ritrova consonanza, unicità nell’arte.
MariArte si conferma una vera e propria casa delle arti con “ExPoetryTion, versi su tela”. Poesia e pittura, due forme di bellezza diverse ma che dai tempi dei tempi si attraversano tra parole e colori e regalano all’uomo voce degna ad ogni suo pensiero e sentimento. L’idea di coniugare queste due arti in una collettiva è della professoressa Giuseppina Cucinella che, ieri, insieme a sua sorella Maria, presidente di MariArte, ha condotto gli amanti della bellezza in un viaggio all’insegna dell’armonia.
Per i prossimi dieci giorni saranno esposte nella casa delle arti bitontina (via Pietro Ravanas 16) le tele di Mary Barone, Irma Bertola, Giuseppina Cucinella, Teresa Franzin, Piergiorgio Meola, Elisabetta Raguseo, Pina Schiraldi, artisti che, ieri, sono stati accolti e sapientemente presentati dalla presidente di Mariarte. Nota curiosa di questa collettiva è il fatto che segna l’esordio di alcuni di questi pittori e che per amore dell’arte sono giunti da ogni dove come Pina Schiraldi, bitontina trasferitasi a Lodi anni fa. È ritornata nella sua città in gran stile esponendo le sue prime opere. Sono otto bozzetti che esprimono nostalgia, le emozioni del tempo che scorre, del distacco dalle proprie origini e la dolcezza dei volti di bambini, suoi nipoti. Ma non è solo questa pittrice a registrare il successo della sua prima esposizione. Con lei anche altre due sentinelle della bellezza, Mary Barone e Teresa Franzin. Le tele della bitontina Barone rivelano la sua padronanza nella tecnica ad olio e un senso di armonia nell’accostamento dei colori. Dal dolore folle di una grande donna, Frida Kahlo, a quello per la morte di oltre duemila anime per il crollo delle torri gemelle, la pittrice ha ricercato tra i suoi colori la felicità e libertà. Le ha ritrovate in un’esplosione di giallo che dona luce ai cuori, specie quelli turbati. Ed ecco il giallo sullo sfondo nella tela in omaggio a Frida, donna e artista forte e dal grande vissuto, e nelle altre due in cui sono dipinti dei girasoli. Lo stesso Van Gogh, omaggiato dall’artista bitontina, iniziò a dipingere la serie dei girasoli in vaso nei suoi anni di piena vitalità e ottimismo per abbellire la stanza del suo amico Paul Gauguin nel nome dell’amicizia che porta luce. La libertà l’ha, invece, dipinta nelle due tele che ritraggono due pellicani. E poi c’è la Franzin che tra fiori, i suoi preferiti (i lillà e le peonie), e i volti di due donne ha catturato lo sguardo dei presenti alla collettiva per la sua sapiente mistura di colori ed eleganza. La stessa vitale armonia è nella tela della maestra d’arte Bertola che ha immortalato un arso tramonto del mese di luglio che nelle sue tonalità riflesse in uno specchio d’acqua quasi suggeriscono di guardare il mondo da un’altra prospettiva per essere felici. C’è poesia anche nelle tele degli altri pittori, accomunate dal simbolo per eccellenza di quest’arte in versi: la luna. La regina della notte su un manto dalle varie tonalità di blu dipinte da Meola, Cucinella e Raguseo sembra essere invocata in quanto musa dell’amore, di un desiderio, ricordo o sogno, proprio come facevano i grandi della letteratura. “La pittura è poesia silenziosa, la poesia è pittura che parla”, diceva il poeta greco Simonide in “Della Gloria degli ateniesi” di Plutarco. In entrambi i casi, bisogna saper ascoltare per scovare tra parole e tinte di colore, perse nella natura, in un dolce volto o sguardo la bellezza o magari anche il segreto senso della vita. Dai versi poetici di Patrizia Cavalli (“Essere testimoni di se stessi”, “Io singolare proprio mio”, “Cosa devo fare”) a “Ricordo i lillà” della Franzin ai “Palloncini” della Schiraldi e a “Luna tu manchi” di Meola il viaggio guidato dalla professoressa Cucinella ha poi fatto capolinea in un senso di tanta ricercata armonia. Come la si raggiunge, allora? Attraverso la percezione della bellezza, che è cangiante ma ritrova consonanza, unicità nell’arte.
MariArte si conferma una vera e propria casa delle arti con “ExPoetryTion, versi su tela”. Poesia e pittura, due forme di bellezza diverse ma che dai tempi dei tempi si attraversano tra parole e colori e regalano all’uomo voce degna ad ogni suo pensiero e sentimento. L’idea di coniugare queste due arti in una collettiva è della professoressa Giuseppina Cucinella che, ieri, insieme a sua sorella Maria, presidente di MariArte, ha condotto gli amanti della bellezza in un viaggio all’insegna dell’armonia.
Per i prossimi dieci giorni saranno esposte nella casa delle arti bitontina (via Pietro Ravanas 16) le tele di Mary Barone, Irma Bertola, Giuseppina Cucinella, Teresa Franzin, Piergiorgio Meola, Elisabetta Raguseo, Pina Schiraldi, artisti che, ieri, sono stati accolti e sapientemente presentati dalla presidente di Mariarte. Nota curiosa di questa collettiva è il fatto che segna l’esordio di alcuni di questi pittori e che per amore dell’arte sono giunti da ogni dove come Pina Schiraldi, bitontina trasferitasi a Lodi anni fa. È ritornata nella sua città in gran stile esponendo le sue prime opere. Sono otto bozzetti che esprimono nostalgia, le emozioni del tempo che scorre, del distacco dalle proprie origini e la dolcezza dei volti di bambini, suoi nipoti. Ma non è solo questa pittrice a registrare il successo della sua prima esposizione. Con lei anche altre due sentinelle della bellezza, Mary Barone e Teresa Franzin. Le tele della bitontina Barone rivelano la sua padronanza nella tecnica ad olio e un senso di armonia nell’accostamento dei colori. Dal dolore folle di una grande donna, Frida Kahlo, a quello per la morte di oltre duemila anime per il crollo delle torri gemelle, la pittrice ha ricercato tra i suoi colori la felicità e libertà. Le ha ritrovate in un’esplosione di giallo che dona luce ai cuori, specie quelli turbati. Ed ecco il giallo sullo sfondo nella tela in omaggio a Frida, donna e artista forte e dal grande vissuto, e nelle altre due in cui sono dipinti dei girasoli. Lo stesso Van Gogh, omaggiato dall’artista bitontina, iniziò a dipingere la serie dei girasoli in vaso nei suoi anni di piena vitalità e ottimismo per abbellire la stanza del suo amico Paul Gauguin nel nome dell’amicizia che porta luce. La libertà l’ha, invece, dipinta nelle due tele che ritraggono due pellicani. E poi c’è la Franzin che tra fiori, i suoi preferiti (i lillà e le peonie), e i volti di due donne ha catturato lo sguardo dei presenti alla collettiva per la sua sapiente mistura di colori ed eleganza. La stessa vitale armonia è nella tela della maestra d’arte Bertola che ha immortalato un arso tramonto del mese di luglio che nelle sue tonalità riflesse in uno specchio d’acqua quasi suggeriscono di guardare il mondo da un’altra prospettiva per essere felici. C’è poesia anche nelle tele degli altri pittori, accomunate dal simbolo per eccellenza di quest’arte in versi: la luna. La regina della notte su un manto dalle varie tonalità di blu dipinte da Meola, Cucinella e Raguseo sembra essere invocata in quanto musa dell’amore, di un desiderio, ricordo o sogno, proprio come facevano i grandi della letteratura. “La pittura è poesia silenziosa, la poesia è pittura che parla”, diceva il poeta greco Simonide in “Della Gloria degli ateniesi” di Plutarco. In entrambi i casi, bisogna saper ascoltare per scovare tra parole e tinte di colore, perse nella natura, in un dolce volto o sguardo la bellezza o magari anche il segreto senso della vita. Dai versi poetici di Patrizia Cavalli (“Essere testimoni di se stessi”, “Io singolare proprio mio”, “Cosa devo fare”) a “Ricordo i lillà” della Franzin ai “Palloncini” della Schiraldi e a “Luna tu manchi” di Meola il viaggio guidato dalla professoressa Cucinella ha poi fatto capolinea in un senso di tanta ricercata armonia. Come la si raggiunge, allora? Attraverso la percezione della bellezza, che è cangiante ma ritrova consonanza, unicità nell’arte.