L’opera di Luigi Ghirri rivive a Bitonto. E
viceversa.
Una mostra interamente dedicata al fotografo emiliano è stata
inaugurata ieri presso la Galleria Nazionale
della Puglia “Girolamo e Rosaria Devanna”.
L’esposizione – 26 scatti
dell’artista di Scandiano, scomparso nel 1992 – è stata curata
dall’associazione ArtSOB, in
collaborazione con la Soprintendenza per
i Beni storico artistici ed etnoantropologici della Puglia, la stessa Galleria
Nazionale, la Fondazione “De Palo –
Ungaro”e Domenico Ciocia, autore
del progetto grafico.
Le fotografie esposte
risalgono al 1990, quando Ghirri partecipò alla Biennale internazionale d’arte
Francesco Speranza. In quell’occasione, Ghirri puntò l’obiettivo della sua
macchina fotografica su momenti quotidiani, silenziosi, della città: scatti di
una semplicità che rivela tutta la sua purezza attraverso la sapiente ricerca
della luce e delle atmosfere sospese.
Un’opera che vuole essere una sorta di
“mappatura del territorio”, come l’ha definita Lara Carbonara di ArtSOB, lasciata a disposizione dei bitontini. La
mostra, intitolata “Memorie bianche” – una sorta di preview dell’esposizione
“Luigi Ghirri. Passaggi/Paesaggi” – a detta dell’altra curatrice Lucrezia Naglieri, si configura come
una “rilettura in punta di piedi dell’opera dell’artista”.
Con meno delicatezza era
piombata invece, alla vigilia dell’inaugurazione, una polemica tra la figlia di
Ghirri, Adele, e il Comune di Bitonto. L’erede dell’artista, infatti, aveva
inizialmente diffidato il Comune dall’allestire una mostra utilizzando fotografie
di proprietà della sua famiglia. Secondo lei gli scatti sarebbero stati “indebitamente
nella disponibilità” del Comune di Bitonto dal 1990. La diatriba è rientrata giovedì,
grazie alla mediazione della soprintendente regionale ad interim Marta Ragozzino e del sindaco Michele Abbaticchio.
Sull’argomento è intervenuto ieri anche l’ex primo cittadino Nicola Pice, visibilmente irritato per
il fatto che 3 giornali nazionali abbiano parlato della vicenda, in modo
secondo lui inesatto: “Le fotografie –
ha affermato Pice – erano conservate
presso la Biblioteca Comunale e non è possibile che ben 7 sindaci, da Coletti
ad Abbaticchio, le abbiano detenute illecitamente”.
“L’idea
della mostra dedicata a Ghirri è nata proprio da un’idea di Nicola Pice –
ha ricordato Abbaticchio – ed è un onore
per Bitonto che un artista di fama internazionale abbia rivolto le sue
attenzioni alla città”. Superate le complicazioni, l’esposizione ieri ha
visto la luce, salvando le opere dall’oblio e trovando loro posto in quello
che, nelle intenzioni di ArtSOB, dovrebbe diventare un archivio permanente e
fruibile.
Al
termine della presentazione, l’assessore al marketing territoriale Rino Mangini ha svelato il logo del
Parco delle Arti, l’iniziativa tesa a creare una rete tra tutti i contenitori
culturali della città che entrerà in funzione da settembre e che in estate
vivrà una fase di promo. Il progetto vincitore è quello dell’artista Paolo Bini e del grafico Alessandro De Sio di Cava dei Tirreni
(Sa) che hanno prevalso tra 60 proposte arrivate da tutta Italia e uno dal
Belgio.
Il logo, ispirato a due particolari architettonici della Cattedrale di
Bitonto, il rosone e la bifora, è dominato da forme circolari che richiamano il
concetto di rete e che definiscono la P di Parco e la B di Bitonto.
Predominante è il marrone, colore solitamente utilizzato per le indicazioni
relative ai beni culturali.