Il jazz, probabilmente, è uno dei generi musicali che più ha contaminato gli altri stili. Ed è su questa piccola grande verità la XVIII edizione del Beat Onto Jazz Festival ha percorso la sua strada. Come di consueto, la splendida kermesse che fa risuonare magiche melodie in piazza Cattedrale, è riuscita ad attirare turisti, appassionati, curiosi, concittadini nelle consuete date dal 1 al 4 agosto. Daniela Spalletta ha proposto una serie di brani inediti del progetto D/Birth, nei quali lo stile compositivo si orienta verso molteplici tendenze. Con lei sul palco uno dei gruppi più interessanti della scena jazzistica italiana: gli Urban Fabula. Si è proseguito con il jazz capoverdiano di Carmen Souza. La pluripremiata musicista ha presentato, in esclusiva regionale, il suo ultimo progetto artistico creato con Theo Pascal. “Creology”, un passo naturale verso il mondo Afro, che i due hanno sperimentato con la musica che in questo disco viaggia, in un percorso transatlantico, da paesi portoghesi ex coloniali, atterrando sulle coste di New Orleans. Spazio, poi, al sodalizio Italia-Francia con il quartetto formato dal chitarrista Fabio Zeppetella, dalla sassofonista Geraldine Laurent, dall’organista Emmanuel Bex e dal batterista Amedeo Ariano, che hanno presentato il successo discografico Chansons!. Un’idea musicale che racconta due mondi vicinissimi, che da sempre si osservano con reciproca curiosità e si influenzano a vicenda. È la volta del percussionista e cantante cubano Pedrito Martinez, stella nascente del latin jazz: con la sua band ha dispensato musica dai colori forti e ritmi incandescenti, nel solco della migliore tradizione caraibica. Il 3 agosto hanno proseguito il quartetto italo-asiatico-americano Fratello Joseph Family Affair; per il secondo set prima assoluta de “Il Duca e il Bardo”, prima assoluta di una una pièce teatral-musicale basata sulla monumentale suite di Duke Ellington Such Sweet Thunder, realizzata in collaborazione tra il conservatorio “Piccinni” di Bari, l’associazione InJazz e VoxMedia. La big band, sotto l’accurata direzione e cura degli arrangiamenti di Vito Morra, ha messo in scena il capolavoro ellingtoniano sotto l’attenta regia di Ciccio Gaudimundo e con gli attori Alessia Sicolo, Stefania Rutigliano, Francesco Ricci, Domenico Schiraldi.
Doppio set per la giornata conclusiva di indiscutibile pregio. La prima parte ha visto sul palco l’Italian Quartet del sassofonista inglese Stan Sulzmann, la seconda – per l’unica data pugliese – ha accolto una delle band più amate e rappresentative della scena jazzistica e della Fusion anni ‘80: gli Yellowjackets.
«Mi sento soddisfatto per il bel traguardo e spero di continuare sempre con lo stesso entusiasmo– ha commentato il direttore artistico Emanuele Dimundo -. Abbiamo cercato di diversificare le proposte, aprendo alle varie declinazioni della musica con star internazionali, dando, come sempre, la possibilità anche ai più giovani di condividere la scena di un palco importante come il nostro».
«Avere una città ospita più festival durante l’anno significa costruire una città che favorisce l’incontro con l’altro – dichiara l’assessore ai Festival Rino Mangini -. Se continuiamo ad investire in bellezza, la gente si abituerà a custodire meglio Bitonto».